Autisti del TPL, D’Alessandro: “categoria da tutelare e sostenere per la sicurezza e la garanzia del servizio”

Le aziende del Trasporto Pubblico Locale poco attente alla salute dei propri dipendenti e degli utenti: ancora una volta, i sindacati denunciano lo stato del comparto, soprattutto dopo l’ultimo ordine di servizio impartito dalla Sati agli autisti.

Così come già avvenuto in ATM e GTM, imposto l’obbligo di bigliettazione, con controllo e vendita del titolo di viaggio prima di salire sul mezzo, invece di adottare la modalità online, sistema che garantirebbe anche l’acquisizione anticipata del numero di passeggeri di ciascuna corsa, tarando il servizio sull’effettivo bisogno e predisponendo eventuale rinforzo.

“In pieno Covid – sottolineano Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti e Ugl Autoferro – si ritorna alla partenza. Non rispettando quanto disposto nel DPCM dello scorso 15 gennaio”.

La questione non ha lasciato indifferente la consigliera della Lega al Comune di Campobasso, Maria Domenica D’Alessandro.

L’esponente di centrodestra, vicina alle problematiche del comparto, dal canto suo ribadisce: ‘quanto sia fondamentale garantire un adeguato trasporto pubblico locale, rispettando tutte le misure di sicurezza per evitare contagi, fornendo un servizio adeguato e soddisfacente.

“So perfettamente come e quanto hanno lavorato nei mesi più tragici dell’emergenza sanitaria gli autisti – aggiunge la consigliera D’Alessandro – La prudenza e la cautela hanno dominato costantemente. Eppure le aziende di trasporto del territorio non riconoscono certe ragioni, tanto che i sindacati sono nuovamente pronti a portare le proprie istanze sui tavoli istituzionali, oltre che aziendali, competenti.

Resta prioritario, in una regione piccola come il Molise, portare avanti i diritti e le tutele di chi ha usato in maniera parsimoniosa gli insufficienti dispositivi di sicurezza individuali messi a disposizione dalle aziende, di chi ha sempre garantito gli spostamenti anche nei momenti più drammatici, senza percepire alcuna indennità straordinaria, anzi piuttosto vedendosi decurtare i compensi”.

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