163° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DELLA POLIZIA. Gli agenti premiati ed il discorso del Questore Pagano.

Si è celebrato questa mattina, anche a Campobasso, il 163° anno di fondazione della Polizia. Dopo un primo toccante momento dedicato al ricordo di tutti i Caduti della Polizia di Stato, che ha visto il Prefetto ed il Questore di Campobasso deporre – presso la locale Scuola Allievi Agenti – una corona di alloro alla lapide della Guardia di P.S. Giulio Rivera, la celebrazione è proseguita all’interno dell’Aula Magna del citato Istituto di istruzione.

Alla presenza dei poliziotti e delle loro famiglie, dei funzionari, delle rappresentanze A.N.P.S della provincia, di autorità civili, militari e religiose, inizialmente è stata data lettura dei messaggi che il Presidente della Repubblica, il Ministro dell’Interno ed il Capo della Polizia hanno voluto rivolgere agli appartenenti alla Polizia di Stato in occasione della ricorrenza odierna.

Dopo l’intervento di saluto del Questore Raffaele Pagano, si è proceduto alla consegna delle onorificenze concesse ai poliziotti che si sono distinti per azioni non comuni e l’alto senso del dovere.

Si allega copia dell’intervento del Questore di Campobasso e l’elenco del personale destinatario dei riconoscimenti.

ENCOMI

1

Primo Dirigente ROSSI Maria Pia

DIVISIONE P.A.S.I

Encomio con la seguente motivazione:

Evidenziando capacità professionali ed acume investigativo, dirigeva un’operazione di polizia giudiziaria che si concludeva con l’arresto di tre individui, ritenuti responsabili di rapina in danno di esercizi commerciali.

Gugliano in Campania (NA), 8 novembre 2012

2

Ispettore Capo CARELLA Pietro

SEZIONE P.G. c/o Procura Repubblica Larino

Encomio con la seguente motivazione:

Evidenziando capacità professionali ed acume investigativo collaborava ad un’indagine di polizia giudiziaria che si concludeva con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di nove individui, responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Foggia, 6 aprile 2012

3

Ispettore DOTOLI Carmela

4

Ass. C. FERRIGNO Piera

SQUADRA MOBILE

Encomio con la seguente motivazione:

Evidenziando elevate capacità professionali ed investigative espletavano una delicata e laboriosa attività d’indagine che si concludeva con l’arresto di un uomo resosi responsabile di gravi reati contro i figli minori, la famiglia nonché di violenza sessuale aggravata.

Dimostravano nella circostanza non comuni doti di sensibilità.

Termoli, 16 aprile 2013

LODI

1

Vice Questore Aggiunto SALVEMINI Daniela

2

Ispettore S.U.P.S. CANDELA Antonio

3

Assistente Capo MARSELLA Massimiliano

4

Assistente GIOVANNUCCI Tania

Sezione POLIZIA STRADALE (CB)

Lode con la seguente motivazione:

Per il lodevole impegno profuso in una articolata indagine di polizia giudiziaria che si concludeva con il deferimento all’ Autorità Giudiziaria di cinque persone appartenenti ad un sodalizio criminale dedito a truffe inerenti l’emissione di polizze assicurative.

Campobasso, 12 giugno 2013

5

Ispettore S.U.P.S. GIGLIO Michele

6

Ass. C. D’IMPERIO Domenico

SQUADRA MOBILE

Lode con la seguente motivazione:

In servizio presso la Squadra Mobile, espletavano una breve ma intensa attività investigativa che consentiva l’arresto di un pluripregiudicato responsabile dei reati di evasione e di furto aggravato. Denotavano capacità investigative.

Campobasso, 28 agosto 2013

7

Ispettore DOTOLI Carmela

8

Ass. C. FERRIGNO Piera

9

Ass. C. RUSSO Carlo

SQUADRA MOBILE

Lode con la seguente motivazione:

Dando prove di conoscenza della materia e delle tecniche investigative, espletavano una indagine di polizia giudiziaria che si concludeva con l’esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare a carico di un soggetto, resosi responsabile di violenza sessuale.

Petrella Tifernina (CB), 19 giugno 2013

10

Sovrintendente ANGIOLILLO Salvatore

11

Assistente CRISTOFARO Danilo

COMMISSARIATO P.S. TERMOLI

In seguito a disposizioni della Sala Operativa individuavano e traevano in arresto, dopo un inseguimento, un individuo che si era reso responsabile poco prima di furto ad un esercizio commerciale. Davano prova, nella circostanza, di abilità professionale.

Termoli, 30 giugno 2012

12

Assistente Capo DI SANTO Ettore

13

Assistente Capo GUERRERA Antonello

14

Assistente Capo SCIANDRA Raffaele

U.P.G.S.P.- Squadra Volanti

Lode con la seguente motivazione:

In servizio di volante individuavano e arrestavano nell’immediatezza dei fatti un individuo nonché deferivano in stato di libertà un altro soggetto, responsabili in concorso del reato di furto con strappo

ai danni di una donna.

Davano prova, nella circostanza, di determinazione operativa e spirito di osservazione.

Campobasso, 19 febbraio 2013

15

Assistente Capo SULMONA Alfredo

16

Assistente Capo DURANTE Raffaele

17

Assistente Capo VENDITTI Francesco

18

Assistente Capo D’IMPERIO Domenico

SQUADRA MOBILE

Lode con la seguente motivazione:

Evidenziando capacità professionali ed intuito investigativo, espletavano una complessa attività d’indagine che si concludeva con l’arresto di otto persone appartenenti ad un sodalizio dedito alla detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Campobasso, 25 agosto 2012

19

Assistente Capo RUSSO Carlo

SQUADRA MOBILE

Lode con la seguente motivazione:

Per l’impegno profuso in una delicata e complessa attività d’indagine che si concludeva con l’arresto di un uomo resosi responsabile di gravi reati contro i figli minori, la famiglia nonché di violenza sessuale aggravata.

Evidenziavano, nella circostanza, capacità professionali.

Termoli, 16 aprile 2013

LODE

20

Assistente Capo MASTRANGELO Alberto

COMMISSARIATO P.S. TERMOLI

Dando prova di determinazione operativa e tempismo nell’intervento, individuava e procedeva alla denuncia a piede libero di un ragazzo minorenne resosi responsabile di numerosi scippi.

Termoli, 18 aprile 2013

Il Discorso del Questore Pagano

Una celebrazione, questa del 163° dalla fondazione della Polizia di Stato, nel segno della necessaria sobrietà ma anche della storia e, attraverso questa, della memoria.

Con questi sentimenti diamo il benvenuto a tutte le Autorità – civili, religiose e militari – che ringraziamo per aver voluto essere tra di noi oggi: la loro presenza conferisce grande prestigio alla ricorrenza ed è al tempo stesso – ne siamo certi – la testimonianza del riconoscimento delle Istituzioni per l’impegno speso dalla Polizia di Stato al servizio della collettività.

Un saluto particolare al Sig. Prefetto dr Francesco Paolo di Menna per la sua opera di coordinamento politico dispiegata nella sede del Comitato Provinciale dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica cui spetta il difficile mandato Istituzionale della mediazione e della sintesi nel tempo della frammentazione.

Devoto ed affettuoso il benvenuto che porgo a Sua Eccellenza l’Arcivescovo, Padre Giancarlo Bregantini, che voglio ringraziare per il nutriente insegnamento del Suo alto magistero sempre calato nel sociale.

Un sentito grazie per essere qui al Presidente del Consiglio Regionale, al presidente della Provincia, ai Sigg. Sindaci con cui proficuamente interagiamo per motivi del nostro mandato.

Un caro saluto ai Presidenti ed ai Procuratori dei Tribunali di questa provincia cui vogliamo esplicitare quanto confortante sia stato il favorevole riscontro avuto dalla magistratura giudicante e il lucido indirizzo di quella inquirente.

Ai Comandanti Regionali e Provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco partecipo forti sentimenti di comunione per il quotidiano e convergente impegno speso nel presidio della sicurezza di questa provincia.

Analoghi sentimenti voglio esprimere al Comandante della Polizia Municipale di Campobasso e Termoli e di tutti gli altri comuni, il cui ruolo è chiamato a dilatarsi progressivamente in conformità alla novella normativa che ha riconfigurato funzioni e competenza del Sindaco in materia di sicurezza urbana, convinti come siamo dell’assoluta necessità della collaborazione, nel rispetto delle competenze di ciascuno, attivando ogni possibile sinergia.

Con lo stesso pensiero grato salutiamo i colleghi della Polizia Penitenziaria, della Capitaneria di Porto e degli altri Uffici Statali e pubblici, con cui -nel segno della moderna relazionalità istituzionale – interagiamo sempre più frequentemente.

Un saluto di stima al Rettore Magnifico ed ai dirigenti scolastici: un mondo quello della formazione con cui vogliamo contaminarci di continuo, per contribuire con la nostra testimonianza a sviluppare nei giovani sentimenti, idealità, emozioni, competenze per trovare, nell’età della tecnica e dello spaesamento, risposte alla domanda di senso.

Affettuosamente ringrazio il Maestro Colasurdo e gli splendidi coristi del Coro Polifonico Jubilate, che scandiranno con la sperimentata nota maestria un passaggio di questa nostra festa, perché la musica è bellezza e come disse Dostojevskji j, la “bellezza salverà il mondo”.

Un sentito ringraziamento ai rappresentanti dell’ informazione, per l’attenzione che sempre ci riservano nel raccontare gli esiti della ricca opera da noi quotidianamente svolta.

Un caldo benvenuto a tutti gli altri amici ed ospiti, per la simpatia che con la loro presenza testimoniano: alle Associazioni dei Pensionati – prima fra tutte alla nostra A.N.P.S.- alle Associazioni combattentistiche e d’arma che da sempre arricchiscono la nostra festa con i loro labari e la loro prestigiosa partecipazione.

Da ultimo e non certo in ordine di importanza il mio saluto va alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e dell’Amministrazione Civile dell’Interno che prestano la loro opera in questa provincia, alla cui dedizione e sapienza professionale vanno ascritti i risultati conseguiti in questo anno di attività.

Alle loro famiglie, che ne hanno condiviso sacrifici e rinunzie, va la mia personale viva gratitudine.

Alle OO.SS. ed alle R.S.U. che ne hanno il privilegio e l’onere della rappresentanza va il mio ringraziamento per la propositività con cui sanno svolgere il compito loro affidato. Sono certo che la tenace e convinta pratica del dialogo e del confronto -nell’irrinunciabile rispetto della diversità dei ruoli e delle competenze- sarà il viatico per realizzare comuni speranze e progetti.

Ogni ricorrenza è una occasione per ripercorrere il cammino di un anno, per fare il bilancio dell’attività svolta.

E per questo raccontarci, vogliamo affidarci al linguaggio della semplicità; senza elencare numeri e cifre perché – per quanto eloquenti nella loro formidabile sinteticità – sono freddi e non potrebbero mai descrivere passione civile, tensione morale, lealtà istituzionale, istinto alla socialità sottesi alla nostra operosità, al nostro fare; sarebbero insufficienti per dirvi quante volte a questo giacimento valoriale abbiamo dovuto attingere, per nutrirci ogni qualvolta ci sembrava di essere in pochi per dare accoglienza al bisogno di tanti, ogni qual volta i nostri sforzi sembravano vani, tutte le volte in cui ci è sembrato che il nostro appassionato impegno non fosse apprezzato e compreso.

Ma, a dispetto delle fatiche e talvolta delle difficoltà, facciamo nostro con convinzione il motto che anche quest’anno segna la ricorrenza della cerimonia di fondazione della polizia di Stato, “esserci sempre”. Ogni ricorrenza, anche questa, sottolinea la armonica saldatura tra passato, presente e futuro, tra analisi retrospettiva, riflessione sugli obiettivi perseguiti e riformulazione delle strategie future per il raggiungimento di nuovi e più alti traguardi, anche sollecitati dai cambiamenti in corso, con i quali non possiamo non confrontarci, pena una autoreferenzialità che si rivelerebbe in ultima analisi triste inutilità perché non darebbe risposta ad esigenze attuali e reali.

Sono questi, d’altra parte, i tratti identificativi di una moderna organizzazione pubblica, quale è la nostra, chiamata a presidiare l’area dei diritti fondamentali del cittadino nella società del terzo millennio e tra questi la sicurezza assurta al rango di nuovo diritto di cittadinanza: un termine quello di sicurezza che si declina ormai con molte forme e che proprio per ciò vede agire molteplici protagonisti.

Essa va cioè interpretata nel senso di politiche complessive ed integrate che includano oltre alle strategie di contrasto del crimine anche la multiforme azione di governo e di amministrazione della polis: servizi sociali migliori, progetti per il lavoro e lo sviluppo, programmi di risanamento del degrado urbano, strategie di educazione e di promozione sociale, piani di contenimento della marginalità sociale, tutela dell’ambiente e del territorio, politiche di sviluppo delle economie comprensoriali, ecc ; in buona sintesi di una politica che garantisca una alta qualità della vita finalizzata a promuovere un migliore equilibrio nella fruizione della città.

Supportati da questa visione olistica della sicurezza, abbiamo lavorato con passione e determinazione al progetto di costruzione di un sistema di sicurezza integrato e partecipato, saldando polizia di sicurezza e polizia di comunità, fondendo armonicamente polizia reattiva e polizia proattiva.

Lo abbiamo fatto, perché ci crediamo, con una forte centratura sulla “prevenzione” e specificatamente sul controllo del territorio, luogo nel quale per eccellenza si intrecciano dinamiche sociali, si sviluppano iniziative e relazioni interpersonali, la dimensione dove l’individuo diventa persona, il luogo in cui si realizza il cittadino soggetto di diritti e di doveri.

Abbiamo voluto garantire non solo una sorveglianza generica con finalità di presenza diffusa, di visibilità, ma un servizio multidirezionale, capace di selezionare, tra le variegate situazioni di criticità, quelle di volta in volta più problematiche.

I nostri Uffici di Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, le articolazioni di Polizia Stradale, i presidi della Polizia Ferroviaria, e della Polizia delle Comunicazioni hanno vigilato nei centri storici e nelle periferie, nei parchi e nelle stazioni ferroviarie, nella città residenziale ed in quella relazionale, lungo gli itinerari stradali e quelli telematici, nell’ottica di contrastare le pratiche delittuose, specie quelle predatorie, le aggressioni alla integrità dei minori, ogni altro comportamento deviante che si rinviene nelle tracce del disordine urbano fisico e sociale: tutte quelle condotte cioè che si riflettono negativamente sui sentimenti di coesione delle comunità locali, ne feriscono emotività e sensibilità, ne compromettono il senso di sicurezza e tranquillità.

La elasticità delle strategie approntate – prezioso a tal riguardo è stato l’impiego del Reparto Prevenzione Crimine – ci ha permesso di proiettare in modo mirato e selettivo nelle aree più diverse della Provincia, la presenza dello Stato vigile e pronto a ripristinare l’ordinato vivere violato.

Tanto copioso, quanto prezioso l’impegno speso nei numerosi servizi di ordine pubblico per garantire il sereno svolgersi delle variegate attività (ludiche, sportive, culturali, politiche, sindacali) che scandiscono il quotidiano vissuto delle nostre città; dispositivi ora attenti e discreti, ora articolati e complessi ora visibilmente poderosi nel loro dispiegarsi: situazioni diverse ma nelle quali tutte abbiamo esercitato equilibrio e lucidità per assicurare i diritti e le libertà di tutti, anche ove questi si dimostrino confliggenti tra loro.

Voglio riferirmi però anche alla attività di ascolto quotidiano, a quel farsi carico della fragilità dei nostri anziani, della solitudine dei pensionati, della preoccupazione degli operatori commerciali; all’assumere, al farsi carico di paure ansie dei cittadini nell’intento di sciogliere i grumi di disagio e di incertezza che segnano il vissuto anche delle nostre comunità ancora privilegiate per tenuta sociale.

Abbiamo fatto sistema; abbiamo messo in rete risorse e competenze di tutti i protagonisti -statuali e locali, pubblici e privati -della sostanza sicurezza, ciascuno con le proprie competenze generaliste o specialistiche ma con obiettivi comuni: razionalizzare – da una parte – l’impiego delle risorse – quanto mai necessario in un quadro di progressivo decremento delle stesse – e dall’altra massimizzare – i risultati conseguiti, nell’unico, irrinunziabile obiettivo di servire il bene generale.

Il focus sulla prevenzione come esplicitato nelle considerazioni che precedono, ha contemplato in una logica di continuità operativa, l’implementazione dell’azione investigativa, quindi l’ attività di repressione, sulla quale sono stati riversati e profusi impegno e risorse al massimo livello.

Anche su questo fronte gli esiti sono stati apprezzabili.

Lo diciamo senza enfasi propagandistica ed autoreferenziata, ma consapevoli di misurarci con il giudizio critico della comunità, con una spinta ideale che va ben oltre il mero culto dell’efficienza, l’algido primato del calcolo, l’asettico rapporto costi-benefici.

Dal monitoraggio statistico effettuato emerge infatti il generalizzato decremento degli indici di delittuosità, diminuiscono infatti significativamente le rapine, i furti e i danneggiamenti, come ho già illustrato con dovizia agli amici della stampa nella giornata di ieri.

Altrettanto lusinghieri i dati degli arresti e delle denunzie in stato di libertà e più in generale tutti i numeri della operatività dispiegata sul territorio , che rendono conto dell’ impegno profuso.

Di inestimabile valore sociale l’ attività profusa dalla Polizia Stradale nel prevenire il triste fenomeno delle stragi del sabato sera, connesse anche all’abuso dell’alcool ed il potenziale dissuasivo dispiegato, che è passato anche attraverso l’attività di formazione e di informazione.

E se quello delineato è lo scenario del front-office, altrettanto decisivo, ai fini dell’efficacia di un servizio pubblico complesso come quello espresso dalla Polizia di Stato, è stato -ed è – il versante del back-stage.

Il silenzioso ma non meno generoso operatore che sta dietro le quinte, che non assurge e che non si aspetta la ricompensa della sonorità mediatica, ma preziosissimo per la instancabile opera di pianificazione delle misure di O.P., di analisi, di intelligence, di rielaborazione del prodotto della operatività, di riformulazione/rimodellamento della strumentazione operativa, di amministrazione e di governo del personale (adempimenti amministrativi, contabili e matricolari ) e di gestione della logistica e della organizzazione strumentale, di presidio della salute degli operatori e della salubrità e del benessere organizzativo.

Non posso non citare, poi, l’ attività provvedimentale in materia di Polizia Amministrativa (autorizzazioni, licenze e titoli di polizia in genere, di passaporti e fogli di soggiorno) l’impegno speso nella reingegnerizzazione dei processi di lavoro (informatizzazione – posta certificata, passaporto e foglio di soggiorno elettronico, ecc) finalizzate a snellire e velocizzare le istruttorie a tutto vantaggio dell’esercizio dei diritti del cittadino che interagisce con gli Uffici della Polizia di Stato; lavoro in particolare meritorio quello dell’ufficio Immigrazione in un contesto storico complesso e delicato come l’attuale -dove il dialogo, l’integrazione, nel rispetto delle leggi e altrettanto delle reciproche tradizioni è la vera sfida: lavoro negli ultimi mesi reso ancora più pressante per la nota forte presenza di profughi.

Ricordo l’attività della Divisione anticrimine con la tutela che sovlge nei confronti delle fasce deboli (minori e donne abusate o maltrattate) ma anche, e questo è uno dei nostri obiettivi, sempre più tesa a contrastare la criminalità con misure di prevenzione personali e soprattutto patrimoniali nella convinzione che la nuova frontiera della lotta alla criminalità è ormai l’aggressione dei patrimoni, e tra questi denaro e beni immobili, prodotti e derivanti da attività criminali.

Questi sono stati e devono continuare ad essere i fattori di successo del nostro operare: velocità di analisi delle problematiche sociali e delle dinamiche criminali; tempestività del congruente riposizionamento operativo; superamento della tradizionale prospettazione quantitativa del sistema di sicurezza, a tutto vantaggio della qualità; modernizzazione dell’azione amministrativa; investimento sulla coralità dell’azione pubblica, convinti come siamo che sviluppo e sicurezza, legalità e democrazia sono un unicum inscindibile.

E con riguardo a quest’ultimo aspetto, la convinzione che nella costruzione della sicurezza, giochino un ruolo fondamentale il senso civico, i sentimenti di coesione sociale, le risorse socio/emotive della comunità, il giacimento etico/valoriale, il patrimonio educativo, che nella società moderna sembrano essersi in qualche modo usurati, ci suggerisce – ormai da anni- di attivare interventi organici con le altre Agenzie socio/educative presenti sul territorio: Comuni/Assessorati ai Servizi Sociali, alle politiche giovanili ecc., Scuole, associazioni di volontariato.

Con questi intendimenti sono state realizzate collaborazioni con le scuole di ogni ordine e grado per incontrare i giovani ed alimentarne la cultura della legalità e del rispetto delle regole, così da costruire su basi solide il nuovo patto sociale con i cittadini del domani.

Nelle varie occasioni li abbiamo incoraggiati a scoprire e vivere in maniera autentica il senso della cittadinanza, inteso come forte sentimento di appartenenza allo Stato, come amore per le Istituzioni democratiche, spirito di servizio alla collettività, appassionata partecipazione alla vita pubblica, tenace impegno per la costruzione del bene comune; li abbiamo invitati a custodire la cultura dei doveri e della responsabilità, senza mai abdicare alla affermazione dei loro diritti e di quelli degli altri; abbiamo loro fermamente raccomandato di bandire dalla loro vita ogni forma di violenza -piccola o grande- ogni tentazione di prevaricazione e di sopraffazione dell’altro, li abbiamo incoraggiati a pensare al plurale, sperimentando ogni giorno che la libertà di ciascuno “inizia” dove comincia quella dell’altro.

Con la stessa filosofia di attenzione e di prossimità sono stati tenuti incontri con gli adulti e gli anziani per informarli sul come difendersi dalle truffe e dalle predazioni, per provare a trasmettere serenità e tranquillità.

Vogliamo inoltre essere una comunità di uomini che apprendono lavorando, come raccomandano gli studiosi della moderna scienza della formazione.

E pertanto lavoreremo ancora alla formazione continua, per stare al passo con il fluire culturale, sociale, organizzativo: una formazione alta perché i nostri tempi -che sono quelli della complessità- richiedono “professionisti in grado di esprimersi ad elevato livello in sistemi complessi e di grande respiro strategico”; una formazione comune, per dare alla nostra Istituzione una identità aperta, dinamica, capace di raccogliere, di ascoltare la sempre più multiforme domanda sociale e di orientarla.

E in questo ambito un saluto va al Direttore della Scuola allievi agenti, una delle più prestigiose sul territorio nazionale, dove la sicurezza viene declinata in questa fase sui banchi, in vista di una formazione quanto più aderente all’attuale realtà sociale e politica, nel rispetto pieno dei principi sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.

Alla comunicazione istituzionale con i cittadini (con i quali le interlocuzioni si fanno più frequenti, più dirette, più immediate, grazie alle opportunità offerte dalla moderna tecnologia – ricordo a tutti il nostro sito, che viene costantemente implementato), è stata riservata grande attenzione.

Più in generale, continueremo a dedicare una forte attenzione alle strategie comunicative della Questura, sapendo di trovare una accogliente assonanza negli organi di stampa.

Ai direttori, ai redattori, dei periodici e delle emittenti televisive chiediamo ancora di più; chiediamo di continuare a confortarci nel compito difficile del “contenimento” della insicurezza percepita, nel sottolineare la vigile prontezza delle istituzioni, le felici sinergie tra poteri centrali e locali, di proporre messaggi positivi ed in grado di alimentare il pensiero riflessivo, la attitudine alla autocritica, il civico senso del limite, il consapevole protagonismo nella edificazione di città sicure, libere dalla paura, capaci di necessaria progettualità.

Dai cittadini, da ciascuno di essi ci attendiamo, a nostra volta un decisivo contributo realizzativo, un atto maturo e consapevole di democrazia partecipativa.

Il richiamo forte è a fare comunità, alla responsabilità non solo verso se stessi (come esigenza di soddisfare bisogni, interessi ed aspirazioni provenienti dal mondo individuale) ma anche nei confronti degli altri (dovendo tener conto delle domande dei problemi e delle speranze provenienti dal mondo sociale), e qui sta il vero nodo del giusto contemperamento tra istanze diverse e tutte degne di tutela, di cui noi possiamo essere agevolatori in prima linea, lavorando insieme per la ricerca del bene comune; per rendere le nostre città moderne, ordinate, vivibili, accoglienti, inclusive, tolleranti, solidali, educanti, laboriose, giuste, sicure. Sappiate che noi ci siamo. Sempre.

Avviandomi alla conclusione, non potrei accomiatarmi senza il ricordo dei tanti, molti colleghi che hanno servito, fino all’estremo sacrificio della vita, e con cui noi poco fa, in un momento di raccolta intimità abbiamo dato il via a questa celebrazione, deponendo una corona di alloro in loro perenne ricordo.

Fare memoria di questi eroi ordinari è un nutriente insegnamento di come si possa preferire l’essere, nella dominante cultura della odierna società dell’avere e dell’apparire.

E questo ponte immaginario, che realizza e conclude quello che avevo dichiarato essere il principio di questo discorso, tra il passato ed il futuro, è costituito dal fatto che la storia di ieri è raccontata anche da quanti, i nostri pensionati, ci mostrano la fierezza dell’appartenenza: a noi la responsabilità e l’orgoglio di conservare e trasmettere questo patrimonio di valori solidi ai giovani di oggi e di domani.

E qui non posso esimermi da un saluto affettuoso agli agenti che stanno per entrare in questa nostra amata Amministrazione, perché abbiano sempre coraggio nell’interpretare come una vera missione la nostra nobile attività a difesa ed a tutela dei cittadini onesti, mettendoci passione e facendosi guidare dagli ideali e da un profondo senso etico.

E’ un compito esaltante quello di continuare a proiettare nel futuro questa nostra istituzione, uguale ma sempre diversa.

Una istituzione che già dichiara nella sua stessa semantica (deriva infatti dal greco “politeia”) le radici lontane nei secoli (da quando nacque l’esigenza di tutelarsi dell’uomo) della sua mission cioè la cura della polis nel senso alto del termine; nella sua stessa denominazione -Polizia di Stato- il senso profondo dell’appartenenza alla Nazione tutta, quel sentirsi parte viva e pulsante di un paese -di una patria, con cui continua a crescere senza dimenticare le sue forti, a volte eroiche, radici.

Viva La Polizia di Stato, Viva l’Italia.

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