Al Selvapiana il Crodino è esagerato.

bar2La domenica appena trascorsa non entrerà negli annali del calcio campobassano, causa una prestazione altalenante della formazione di casa che, dopo due rimonte ad altrettanti vantaggi degli ospiti, si è vista sorpassare definitivamente, perdendo per 3 reti a 2 contro il Fano. Partita strana sotto l’aspetto tecnico, con i Lupi che hanno buttato alle ortiche un pareggio che sarebbe stato anche meritato. Già si susseguono, comunque, voci di mercato che vedrebbero alcuni giocatori in partenze da questa settimana verso altri lidi, a causa della loro incompatibilità con il modello di Farina ed una rosa di giocatori oltremodo abbondante.

bar3Comunque, attraverso queste poche righe, volevamo portare l’attenzione sulla situazione afferente la somministrazione di bevande alcooliche nel bar della tribuna dello stadio e che ci fa pensare, con poca nostalgia, agli anni del proibizionismo. Non entriamo nel merito delle competenze e delle specifiche responsabilità, considerato che esistono leggi chiare e che ci sia ben poco da interpretare. Nei fatti. La proprietà del bar, che garantisce l’apertura dell’attività da decenni, accontentandosi delle sole due partite mensili, lamenta di un errore commesso dal Comune di Campobasso nell’attuazione della normativa che prevede all’interno delle strutture sportive la somministrazione di alcolici con tasso non superiore ai 21°. Direttiva applicata ovunque, eccezion fatta per alcune circostanze straordinarie, in occasione di eventi ad alto rischio per l’ordine pubblico. Invece, sempre a quanto riferito e mostrato all’interno dei locali con cartelli visibili, il Comune ha rilasciato l’autorizzazione a vendere bevande al pubblico che non superavano l’1,2% di tasso alcoolico. Dunque, la domanda è lecita e la giriamo a chi di dovere: quali sono le bevande che sono tra lo 0 e l’1,2%? Comprensibilmente, i titolari dell’attività non hanno ben accolto la disposizione e ancor più gli accenni di imminente risoluzione da parte di alcuni amministratori, conditi da inutili visite agli uffici preposti per tutta la settimana. Ma soprattutto, a far inorridire i commercianti, sono stati gli slanci eroici di alcuni politici locali che promettevano, a poche ore dalla partita, risoluzioni più o meno rapide ed efficaci, ma che invece sono letteralmente spariti la domenica mattina. Fatto sta che domenica allo stadio i titolari dell’attività hanno venduto soltanto acqua e caffè, senza poter dar via un bicchiere di birra oppure il FANTOMATICO Caffè Borghetti, bevanda icona degli appuntamenti calcistici. Da oggi il Comune ha 15 giorni di tempo per sanare la falla amministrativa, oppure per dialogare con le Istituzioni titolate, con l’auspicio delle centinaia di avventori che i sempre disponibili gestori del bar dello stadio non debbano temere di vendere la Coca Cola, forse troppo dolce ed energetica.

L.T.

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