“Vinti dal Gioco”. Il gioco d’azzardo è spesso una vera e propria malattia

psicologaA differenza della piaga sociale della droga e dell’alcol che è conosciuta da tutti, quella del gioco lo è molto meno. Eppure, apparentemente innocuo, il gioco può distruggere le famiglie, stravolgere vite e personalità, causare gravi danni finanziari. Il gioco in se per se è un mezzo di socializzazione, uno spazio di distrazione e divertimento, ed anche di crescita e formazione. Per i bambini è addirittura un modo di affrontare e risolvere traumi. Il problema sorge quando diventa un’attività compulsiva. La compulsione è l’impossibilità di interrompere un comportamento, anche quando è dannoso per noi e per chi ci sta accanto. Il gioco d’azzardo, al pari dell’assunzione di eroina, in molti casi diventa uno di questi comportamenti. Vorrei smentire anzitutto la mentalità comune secondo cui il gioco d’azzardo è un vizio, perchè è invece spesso una vera e propria malattia.

I giocatori non pensano di essere malati finchè non vivono la rovina economica e la devastazione dell’equilibrio familiare. Infatti di solito sono i familiari a chiedere aiuto. Per giochi d’azzardo si intendono tutti quei giochi in cui c’è una posta in palio, come le scommesse sportive, il Bingo, i Casinò on line, i Videopoker, le Slot Machine, il Lotto e Superenalotto. Tuttavia ciò che fa diventare dipendenti dal gioco non è solo la vincita del denaro, ma anche motivazioni psicologiche di vario tipo. Ne elenco alcune: – Una depressione, che spinge a cercare anestetici al dolore ed “antidepressivi”, e l’eccitazione provocata dal gioco è uno di questi; -Una soluzione alla solitudine; -Un fallimento nei rapporti importanti, che si cerca di compensare rifugiandosi in un mondo parallelo; -Un profondo senso di insicurezza, vuoto, mancanza d’amore, per cui giocando si fugge da queste spiacevoli sensazioni e si sperimenta anche un sentimento di onnipotenza; -La noia, una vita insoddisfacente, che spinge a cercare le forti emozioni, il brivido del rischio; -Le ferite del cuore in genere, l’incapacità o la paura di amare ed essere amati, per cui niente ha senso, la vita non vale la pena di essere vissuta, e ci si butta in attività che estraniano dalla realtà e induriscono il cuore. Una delle trappole del gioco, che fa perseverare in questa attività, è l’illusione della “quasi vincita”: Quando arriva vicino alla vittoria, il giocatore è incoraggiato a continuare perchè si illude che ce l’ha quasi fatta, che la prossima volta andrà bene. Riassumendo, ecco i campanelli di allarme che ci segnalano che il gioco d’azzardo da passatempo divertente sta diventando una dipendenza: -Compulsività, ovvero bisogno sempre più forte e incontrollabile di giocare; -Desiderio di rischiare di più; -Ansia ed eccitamento prima di giocare, calo fisico e psicologico dopo; -Mente spesso impegnata a ripensare alle giocate passate e a programmare quelle future; -Fallimento dei tentativi di ridurre o interrompere il gioco; -Irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o di interrompere il gioco d’azzardo; -Ricerca nell’attività del gioco di una fuga dalla realtà o dal proprio umore, più che ricerca di divertimento; -Rincorsa alle perdite, con un forte impulso a ritentare per recuperare i soldi giocati; -Bugie ai familiari o ad altri; Compromissione delle attività lavorative, peggioramento della situazione finanziaria, perdita di una o più relazioni significative; -Negazione della propria sofferenza, incapacità di ammettere che il gioco è diventato un problema; -Ansia e iperattività, o depressione ed apatia; -Sintomi fisici legati allo stress, come emicrania, ulcera, ipertensione. Il gioco, a differenza della droga, non uccide, ma sconvolge esistenze e famiglie. Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto e di farlo al più presto.
Piera Serricchio ( serricchio.piera@libero.it)

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