Giù le mani dalla nostra tavola/Il cibo sano quale fattore di salute, sviluppo e crescita

ciboSiamo continuamente bombardati, talvolta anche inconsapevolmente, di notizie riguardanti  il nostro cibo. Pensiamo alla pubblicità, alle numerose trasmissioni televisive incentrate sulla cucina, o ai più diversi consigli di dietologi ed alimentaristi per una corretta nutrizione di adulti e bambini. Apprendiamo dai media le diverse attività concernenti la promozione di prodotti alimentari made in Italy considerati di eccellenza a livello europeo, o le procedure  di controllo per attestarne la genuinità. Le strategie antispreco per ridurre gli scarti domestici e per offrire agli enti caritatevoli l’invenduto dei supermercati.

I dibattiti in corso sul “diritto al cibo”per contrastare il problema della fame nel mondo. La difesa dell’ambiente e del territorio per evitare  possibili ricadute, di beni contaminati, sulla salute delle persone. Sono questi i tanti  argomenti al centro di un dibattito globale che parte dall’alimentazione per influire sugli stili di vita del nostro Paese, fino a dar luogo ad una nuova coscienza ecologica nella quale riconoscersi, con l’obiettivo di avviare progetti e start up innovativi. Dunque il cibo sano, buono e giusto, in un’ottica di crescita del Paese.
Ci prepariamo, così, ad accogliere Expò 2015, lì dove si dovrà pianificare il futuro dell’Italia che vede certamente la filiera del food, dell’agroalimentare  e della ristorazione quali punti di forza per il rilancio dell’economia. Nel frattempo, però, di giorno in giorno ci  tocca constatare le insidie cui sono sottoposti i beni della nostra terra o le catene produttive preposte alla trasformazione, conservazione e confezione di generi alimentari. Tutto il comparto è entrato nel mirino di organizzazioni criminali che studiano a tavolino la ricetta per alterare la genuinità degli alimenti nel solo intento di gonfiare il fatturato, a discapito della bontà e della qualità degli stessi. Sono presenti, sembra sull’intero territorio nazionale,  le cosiddette  ecomafie che gestiscono il lucroso affare dello smaltimento dei rifiuti tossici, danneggiando il sottosuolo, e le agromafie che si infiltrano nella grande distribuzione per proporre prodotti alternativi, copiati o trasformati mediante l’intrusione di componenti velenosi. Ma c’è anche una criminalità detta dei colletti bianchi diffusa fra le industrie non colluse con la malavita organizzata. Pertanto la sofisticazione alimentare si pone quale fenomeno in forte espansione che non dà scampo a nessuno dei beni da tutti noi quotidianamente consumati. Dalle mozzarelle blu, alla carne di cavallo piena di ormoni, spacciata per vitello; dalle farine importate,  al pane imbevuto nella soda; dal pesce “rivitalizzato” con cadmio e  mercurio,  ai pomodori provenienti dalla Cina; dai fitofarmaci nelle colture al falso vino italiano. Tutto ciò nonostante in Italia siano in vigore norme molto rigide a tutela dei consumatori ed i controlli dei Nas siano ben altro che sporadici.  Anche il Molise, purtroppo,  non si può considerare  un’oasi felice sotto il profilo della sicurezza dei raccolti.  La notizia  di questi giorni circa le rivelazioni del camorrista pentito Carmine Schiavone, che avrebbe citato anche la nostra, fra le  regioni individuate per lo smaltimento dei rifiuti tossici, ha messo ancor più in allarme la popolazione che  da tempo nutriva sospetti, senza avere risposte concrete da parte di chi avrebbe dovuto procedere alle verifiche. Ora finalmente si vuole fare chiarezza. Se le dichiarazioni trovassero conferma, nel nostro sottosuolo, sarà necessaria una bonifica dei territori contaminati, prima ancora di dare luogo ad un rilancio dell’economia su base regionale.  Il patrimonio agricolo locale, composto soprattutto da vigneti, uliveti e buon pascolo, merita una riscoperta: recuperare un pezzo del passato potrebbe rappresentare per questa regione la chiave di svolta per ripartire e scommettere sul futuro. Dunque ci corre l’obbligo di dire: “valorizziamo ciò che di buono ancora ci resta”.  La dieta mediterranea, alla base di tutti i piatti tipici delle regioni italiane, ci viene invidiata dal resto del mondo, in quanto considerata elisir di lunga vita. Proteggiamola con cura. Non facciamo crollare questo mito!  
Rossella Salvatorelli

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