Tragedia di Lampedusa. Niro: una ferita ancora aperta

 Il Presidente del Consiglio, ad un anno di distanza, ricorda la tragedia di Lampedusa che provocò la morte in mare di 368 immigrati.  Alla vigilia dell’anniversario della sciagura del 3 Ottobre 2013, che costò la morte di 368 persone, annegate a largo di Lampedusa, a conclusione tragica di uno dei tanti disperati “viaggi della speranza”, il presidente del Consiglio regionale del Molise, Vincenzo Niro, esprime tutta la sua amarezza: “Ricordare quella sciagura che nella mente si aggiunge e si confonde con le tante altre simili che si sono verificate negli ultimi anni, provoca un profondo dolore, morale e fisico; le donne, gli uomini, i tanti, i troppi bambini le cui speranze, i sogni, le vite sono affondati nel profondo del nostro bellissimo mare di Sicilia, che suo malgrado assume le distorte sembianze di una natura matrigna e crudele, non possono lasciarci indifferenti, non possiamo pensare che “dopo” tutto sia come prima. Non ci sono parole da dire – ha continuato Niro – ma atti da compiere, e senza alcun dubbio il primo è quello di costringere, con ogni mezzo, la Comunità Europea ad attivare tutte le iniziative, molte delle quali già individuate, grazie anche al contributo della Regione Molise, e richieste con forza dal nostro Paese, per porre fine ad una vicenda che non può più avere posto in una comunità di persone civili e rispettose della vita umana”.
“Ognuno nel proprio campo deve assumere iniziative che sveglino le coscienze ancora sopite perché ci sia una richiesta forte e condivisa rivolta dalla società civile alla comunità degli amministratori dei Paesi europei, per chiudere questo capitolo buio della nostra storia e della storia dell’intero continente europeo. Per questo ho molto apprezzato – ha concluso Niro – l’iniziativa, tutta molisana, ideata e realizzata da Francesco Tomasso che ha composto e prodotto  un brano musicale, affidato alla sentita e vibrante interpretazione di Malì, ispirato a questa triste storia, un brano che è stato assunto come strumento di comunicazione da associazioni, media ed istituzioni tra cui il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e fatto proprio dagli stessi immigrati, un brano con un testo “duro” come la storia che racconta, un brano che anche per questo aiuta a scuotere le coscienze, ciò di cui abbiamo più bisogno”.

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