Studenti lavoratori, in Italia il tasso più basso della media europea

Il 2,2%di giovani al di sotto dei 25 anni  studiano e lavorano. Il dato è molto più basso della media europea che si aggira sul 14% è quanto emerge dall’indagine di Confartigianato. Il lavoro studentesco appare oggi meno diffuso, anche a causa della riforma Fornero e delle tre riforme dell’apprendistato succedutesi nel triennio 2011-2013 anzi ha avuto un crollo. I giovani no NEET provengono per lo più da una famiglia non privilegiata , ma anche quelli con genitori laureati e condizioni economiche migliori, scelgono questa opzione. Un dato quest’ultimo che conferma che non si lavora soltanto per una motivazione economica. Ci sono molti anti Neet che non figurano nelle statistiche poiché lavorano nei bar o nei negozietti gestiti dai genitori,non sono retribuiti e non sono registrati,ma contribuiscono all’impresa familiare e notevolmente,con il lavoro affettuoso e  disinteressato che può essere solo quello di un figlio che aiuta un genitore. Contemporaneamente studiano sperando in un avvenire migliore,non sono molti ma neanche pochi e non sono riportati nelle statistiche.  Per vederli basta entrare in queste attività e il più delle volte si vede poggiato un libro di testo. Nel nostro paese molti giovani, terminata la scuola, decidono di posticipare l’iscrizione all’università per cominciare subito a lavorare.  All’estero, gli studenti nella fascia 25-29 anni che vivono fuori dalla famiglia di origine e che hanno già partner o figli (o entrambi) vanno dal 47% della Svezia al 30% della Slovenia.  In Italia, secondo la ricerca lo stesso grado di autonomia si raggiunge solo dopo i 30 anni, con un 60% di studenti indipendenti dalla famiglia.

Alfredo Magnifico

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