“Per amore del mio popolo non tacerò”. Il ricordo di don Peppe Diana nell’anniversario del suo brutale assassinio

Il 19 Marzo 1994, esattamente vent’anni fa, la camorra uccideva don Peppe Diana. Quel giorno, come ogni giorno, don Giuseppe si trova nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, pronto a celebrare la messa della mattina. All’improvviso un killer si avvicina esplodendogli contro cinque colpi di pistola. Don Peppe muore all’istante, a soli 36 anni, ucciso dalla camorra casalese, contro la quale egli aveva dedicato il suo quotidiano impegno civile e religioso. Un delitto che suscita commozione e indignazione in tutta Italia.

Don Peppe Diana aveva compreso l’importanza di educare i giovani alla legalità. Per questo aveva scelto di schierarsi dalla parte degli ultimi, consapevole che il suo sacrificio lo avrebbe portato alla morte e trasformato nell’eroe che mai avrebbe voluto diventare.
In vista del Natale del 1991, in risposta agli omicidi e alle stragi dei clan, don Peppe scrive una lettera insieme ai sacerdoti della Forania di Casal di Principe. “Per amore del mio popolo non tacerò” è il titolo di quello che diverrà un Manifesto di impegno civile contro il sistema criminale della Camorra. Ma è soprattutto un appello rivolto ai cittadini, a ribellarsi ai soprusi e alla cieca violenza delle armi. È un invito a non rassegnarsi, a pretendere il cambiamento e avviare un processo di liberazione dal condizionamento della malavita organizzata.
L’eredità morale tramandata da don Peppe Diana rivive n quanti ogni giorno si fanno carico di trasformare il suo prezioso insegnamento in azioni concrete. Il suo esempio deve essere da stimolo a proseguire sul sentiero del confronto, della responsabilità, della ricerca della verità, della lotta contro l’illegalità e la violenza, in qualsiasi forma quest’ultima si manifesti. La scuola, in modo particolare, è chiamata ad essere attiva protagonista nel ricercare e stimolare il confronto tra i più giovani, per aiutarli a divenire i cittadini di domani; cittadini liberi, coscienti e partecipi, mai indifferenti.
Davide Vitiello, Segretario Giovani Democratici del Molise – Resp. Regionale “Rete della Legalità del Mezzogiorno”

19 MARZO, IN RICORDO DI DON PEPPE DIANA
Alcuni passi della lettera “Per amore del mio popolo non tacerò”
“È ormai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che anche la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale […] forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di esempi, di testimonianze per essere credibili.”

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