Molisani nel Mondo/Mario M. Albanese un Giudice molisano nello stato di New York. Fu anche prestigioso avvocato. I suoi genitori erano nati a Spinete

*rubrica a cura di Geremia Mancini e Mariateresa Di Lallo


Il Molise è fatto da molisani, anche da quei molisani che sono emigrati, perchè costretti o per scelta, soprattutto a cavallo delle due Guerre mondiali, ma sempre con un pensiero rivolto alla loro terra, e che si sono distinti in vari settori nel mondo. Con questa rubrica vogliamo ricordarli ma anche ridare dignità ai nostri borghi, ai nostri talenti e nel contempo riaccendere l’attenzione su questo piccolo lembo di terra, non solo per storia, cultura e paesaggi ma anche dal punto di vista degli ingegni. Pultroppo il Molise come i molisani illustri, non sono presenti sui libri di storia, ma è giusto far conoscere ai molisani in primis, alle giovani generazioni, che i loro avi, si sono distinti nel mondo, con sacrifici, allontanandosi dai propri familiari, a volte non riuscendo a tornare nella loro terra d’origine. Di settimana in settimana racconteremo la storia di ognuno di loro, ricordando anche il paese di nascita molisano. Per questo abbiamo deciso di unire la storia dei “molisani” emigrati con la storia del paese di nascita.

Mario M. Albanese nacque il 4 agosto del 1921 a Gloversville, Contea di Fulton, nello stato di New York da Pasqualino Albanese e Giovanna Doganieri entrambi registrati, negli atti a nostra disposizione, come “contadini”. Il padre Pasqualino era nato a Spinete (Cb) il 11 marzo del 1889 da Giuseppe e Filomena Del Busso mentre la madre, Giovanna, era nata sempre a Spinete, il 9 agosto del 1893, da Antonio e Arcangela Calabrese. Pasqualino e Giovanna, solo 16 anni, si sposarono l’11 novembre del 1909.

Nel 1919 la decisione di emigrare per gli Stati Uniti alla ricerca di quel “sogno americano” da molti evocato. La famiglia Albanese giunse ad “Ellis Island” sul piroscafo “Giuseppe Verdi”. Pasqualino e Giovanna ebbero bel 15 figli. Uno di questi Mario M. Albanese coronerà, meglio degli altri, le aspirazioni della famiglia. Mario frequentò la “High School” di Gloversville. L’8 dicembre del 1943 fu chiamato a servire la nazione nella Seconda Guerra Mondiale con la “H Company – 315th Regimen”, 79th Army Infantry Division, nella 7° Armata. Combattè in Francia ed in Germania distinguendosi per coraggio ed ardimento. Nel 2014 ricevette dal Governo Francese la prestigiosa “French Legion Medal of Honor”.

Tornato dalla Guerra frequentò di seguito: “Siena College” di Loudonville; “Fordham Law School” di New York; “Fordham University”. Conseguita brillantemente la laurea in giurisprudenza iniziò a costruire una carriera che ne farà uno dei più richiesti ed apprezzati avvocati. Sarà avvocato della “Gloversville Housing Authority” e della “Gloversville Little League”. Nel 1973 fu eletto, incarico decennale, come giudice della contea di Fulton. In questa veste intervenne anche a Riverhead e White Plains. Ricoprì “incarichi speciali” nella Corte d’Appello e in Tribunali per problemi familiari e dei minori. Per sei anni, il giudice Albanese prestò servizio al Comitato Esecutivo “Executive Committee of both the NYS County Judges” e nel “NYS Surrogate”.

Nel 1983 gli arrivò l’ambito riconoscimento di ” eccezionale giudice della contea”. Terminata la lunga ed apprezzata esperienza come Giudice tornò alla professione di avvocato. Si dedicò sino all’ultimo allo studio “Albanese & Albanese”. Coltivò una straordinaria passione per il golf . Passione che condivise con il fratello più grande Attilio (nato a Spinete il 23 agosto del 1919) il quale progettò, favorendone la realizzazione, uno dei più importanti impianti da golf il “Fox Run Golf Links” di Johnstown (NY). Mario M. Albanese, grande giudice ed avvocato, morì a Gloversville il 2 gennaio del 2016.
Foto : Mario M. Albanese

Spinete (CB): Il comune è costituito da un centro storico, da una frazione (Piana), e da tredici borgate (Anniballi, Caccavelli, Colantuono, Gennaretto, Iacovantuono, Macchie, Monte, Pietroneri, Salera, San Giovanni, Santa Croce, Sebbioni e Vicenne) e undici nuclei sparsi che ebbero una notevole espansione dopo la ripartizione delle terre demaniali, a seguito dell’unità d’Italia, e l’assegnazione alle famiglie proletarie.
Il nome del paese deriva dal termine latino spinetum, cespuglio, e fino al 1700 veniva usato nella forma Le Spinete , che si trova ancora oggi nella parlata popolare. Spinetesi , così vengono chiamati gli abitanti e, come suggerisce l’etimologia del loro nome, sono storicamente agricoltori: i reperti più antichi del suo territorio risalenti al VI – V sec. a. C., sono oggetti dedicati alla dea Cerere, protettrice del raccolto e dell’abbondanza .
Pur essendo distante pochi chilometri dalle sorgenti del Biferno, il territorio comunale è lambito per solo un chilometro dall’alveo del fiume molisano e non possiede altri significativi corsi d’acqua, all’infuori di qualche ruscello.

Storia
La zona dove sorge Spinete ospitò un insediamento dei sanniti, in posizione strategica agli scambi commerciali lungo il Tratturo Pescasseroli-Candela; ritrovamenti archeologici testimoniano invece la presenza durante il periodo romano (abitato dal IV a.C. sino ai tempi della guerra sociale[9]) in contrada Masseria Strada Vecchia. Nei secoli, come avvenne per molti paesi molisani, si susseguirono diverse famiglie nobiliari. Il comune nel 1799 fu assegnato al dipartimento del Sangro ed al cantone di Baranello. Con la Legge del 19 gennaio 1807, n.14, il comune di Spinete entra a far parte del governo di Castropignano nel distretto di Isernia. Con Regio Decreto del 4 maggio 1811, n.922, viene unito al circondario di Baranello nel distretto di Campobasso. La situazione resta inalterata dopo la nascita del Regno delle Due Sicilie. La situazione resta inalterata dopo la Legge del 1816.
Dopo l’armistizio del 8 settembre 1943 e lo sbarco a Termoli degli alleati, la zona del Molise centrale divenne punto di passaggio obbligato per la loro avanzata verso Roma.
A seguito della dichiarazione di guerra che l’Italia fece alla Germania il 26 settembre 1943, Spinete fu occupata militarmente dall’esercito tedesco a partire dal 3 ottobre 1943. Il comando Zug Truppen che aveva il compito di coordinare l’azione militare su tutta la piana di Bojano fu posto nel palazzo Tommasi che, per questo motivo, fu oggetto di bombardamento alleato. Spinete sperimentò la ferocia dei bombardamenti aerei il 21, 22 e 23 ottobre che causarono molti danni alle case del paese.
Il paese venne liberato da un’avanguardia canadese dell’ottava armata inglese comandata dal generale Montgomery nella notte fra il 23 e il 24 ottobre che, dopo aver attraversato a guado il fiume Biferno ed essere entrata attraverso la borgata Monte in paese, diede il comando strategico di interrompere il bombardamento a tappeto previsto per il giorno successivo, in caso di ulteriore resistenza tedesca.

Monumenti:

Chiesa San Giovanni battista

-Chiesa di San Giovanni Battista, patrono del paese. Tramandata di generazione in generazione la storia, ricca di testimonianze, e mista a leggende che narra che: “i contadini che lavoravano la terra intorno alla chiesa, vedevano sempre su un olmo una colomba bianca. A molti in sogno la colomba spiegò che era San Giovanni Battista e veniva da Gallo Matese. Successivamente, ai piedi dell’albero, trovarono la statua di San Giovanni vecchio (portata lì da qualcuno ) e decisero di trasferirla nella chiesa di Spinete. Gli abitanti di Gallo Matese, seguendo le indicazioni di alberi inginocchiati, vennero a riprendersi la statua. La mattina dopo la vecchia statua era tornata di nuovo e, questo fenomeno si verificò per ben due volte”. In seguito, gli spinetesi trovarono una lettera indirizzata a quelli di Gallo che diceva: “Non venitemi a prendere più, perché voglio essere adorato a Spinete”. Al ripetersi di questi fatti prodigiosi, gli spinetesi decisero di costruire, nel luogo dove si trovava l’olmo, una chiesa dedicata al santo. I muratori cominciarono a costruirla con la facciata rivolta verso la borgata, ma la mattina seguente trovarono tutto a terra. Allora, riniziarono i lavori e misero alcune guardie a sorvegliare; senza volerlo, quest’ultime si addormentarono e la mattina trovarono di nuovo tutto distrutto. A quel punto, San Giovanni fece trovare una nuova lettera nella quale diceva che la sua chiesa doveva essere costruita con la facciata rivolta verso il paese; e finalmente, la chiesa venne realizzata. Molte le leggende che ruotano anche intorno alle varie statue del santo: la prima, “si rifiutò” di entrare in un armadio costruito in seguito alla sua sostituzione e la seconda, bruciò per un incendio causato dalle candele poste ai suoi piedi. Ad oggi, nella chiesa è presente una moderna statua di gesso. Numerosi sono i miracoli attribuiti al santo: tra tutti, quelli compiuti durante la Secoda Guerra Mondiale, quando San Giovanni salvò la chiesa dai bombordamenti e limitò a due il numero dei morti. Inoltre, San Giovanni Battista rappresenta un vincolo di unità fra tutti gli spinetesi sparsi per il mondo, i quali costituiscono un altro paese più grande di quello residente.

Chiesa di San Pietro Apostolo, risalentte 1309, viene citata nell’autorevolissimo documento dell’Archivio Vaticano. Essa fu costruita per andare incontro alle esigenze di una parte di popolazione che si era spostata enlla parte bassa del paese. Si tratta di una struttura semplice, ad una sola navata.

-La chiesa di Santa Maria Assunta di origine antica che, secondo gli schemi insediativi medievali, era stata realizzata accanto al castello-palazzo. Come si può deduce dai reperti storici del campanile, si tratta di una parrocchia antichissima che porta la data del 1241. Leggenda narra che l’ultima erede della famiglia dei marchesi, Elisa Francipani, che seguiva le celebrazioni liturgiche dal dal coretto di casa sua, che comunicava con la navata sinistra della Chiesa Madre. In seguito al terremoto del 2001, è stata riportata al suo vecchio splendore attraverso importanti lavori di restaurazione e ristrutturazione. Numerose sono le statue conservate al suo interno, tra tutte, la statua delle Madonna che dà nome alla Chiesa stessa.

Chiesa S Maria Assunta

-Il palazzo baronale di età cinquecentesca che con estrema probabilità, in origine era un fortilizio voluto dai normanni nasconde una bella corte interna e loggiato, al cui interno sulla destra è visibile, scolpita, la figura di una sirena con doppia coda. Dovrebbe risalire, considerati gli elementi formali, al XV-XVI secolo. Si tratta di una piccola fortezza che divenne residenza signorile di proprietà della famiglia Imperato. La sua struttura quadrangolare conserva una corte interna, che è delimitata da una serie di arcate che sostengono il loggiato. In alto, sul lato destro del porticato, è visibile la figura di una sirena con doppia coda scolpita nella pietra, risalente al XVII secolo. L’immagine è in posizione frontale con le braccia che sollevano le due code squamose; un fiore traforato raffigura l’ombelico, mentre i bellissimi capelli ricci sembrano richiamare le onde del mare. Numerosi sono i significati che vengono attribuiti a questo tipo di figura ma, molto probabilmente, la sirena spinetese aveva un significato apotropaico, perché capace di respingere le forze maligne.A causa dei forti terremoti che si sono verificati nella nostra zona, la parte superiore ha subito diversi lavori di ristrutturazione. Al secondo piano si trova un largo terrazzo che dà sul lato sud del castello all’interno del giardino pensile, la presenza nella stessa di tracce di affreschi rovinati e la torre dimezzata fanno chiaramente pensare alla distruzione della parte più alta.

Che aspetto avevano le Sirene? Alcune figurazioni molisane ci aiutano a immaginarlo “, approfondimento Franco Valente

*Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”


*Mariateresa Di Lallo – giornalista pubblicista, appassionata di storia, usi e costumi medioevali e ricercatrice di tradizioni popolari molisane

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