Michelangelo Librandi (UIL FPL) in visita a Campobasso: “Basta rinvii per il rinnovo dei contratti pubblici”

Tagli ai servizi pubblici, mancanza di investimenti in qualità ed innovazione nella P.A., una legge di stabilità che non prevede risorse per un rinnovo credibile del Contratto di Lavoro nella P.A., la mobilitazione unitaria generale del Pubblico Impiego proclamata anche dalla Categoria UIL FPL. Il ristagnare della situazione nel contesto molisano dove troppe partite sono aperte senza che uno sbocco chiaro si intraveda: dalla sanità, pubblica e privata accreditata, in una regione smantellata e indebitata, alla contrattazione con gli Enti locali, dalla protezione civile, al ridisegno dei servizi al territorio delle amministrazioni locali (Province, Comuni, Sanità, Centri per l’impiego, Comunità montane, Enti sub regionali), alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Questi tra i temi affrontati dal Segretario Generale UIL FPL Molise, Tecla Boccardo, in occasione del dibattito organizzato in Molise, alla presenza del Segretario organizzativo della categoria, Michelangelo Librandi.
“Ormai ci troviamo di fronte a delle situazioni che hanno del paradossale. In ambito sanitario, ad esempio, la mancanza di personale è diventata una sorta di costante molto pericolosa in termini di sicurezza. Il taglio indiscriminato dei finanziamenti nel settore della sanità, si fa sempre più pesante. Riducendo anche le convenzioni nel privato. Si perdono, così facendo, posti di lavoro e per ogni operatore in meno c’è anche una prestazione che viene meno. Scattano quindi i problemi legati alle liste di attesa, ai disservizi, con le conseguenze ormai sotto gli occhi di tutti.
Allora chiediamo a gran voce: basta turni massacranti, basta organici risicati, basta disorganizzazione: per garantire sicurezza dei pazienti e qualità delle cure la sanità pubblica ha bisogno di operare con personale sufficiente, in condizioni di lavoro adeguate e sicure.”
A sottolineare le affermazioni di Boccardo, il Segretario Librandi che ha aggiunto: “Dopo anni in cui il problema è stato colpevolmente ignorato e lasciato esasperare, non siamo disponibili ad affrontare una trattativa che abbia come obiettivo quello di definire deroghe all’applicazione delle norme europee e nazionali in materia di orario e riposi. Che vorrebbe dire continuare a scaricare sul personale sanitario del SSN, che già opera in condizioni di insostenibile disagio organizzativo, gli effetti di una colpevole inerzia da parte di chi avrebbe dovuto provvedere agli interventi di riorganizzazione e riqualificazione del sistema.
Ed a tutto ciò vediamo la conferma dei ticket da parte delle classi più deboli come disoccupati, pensionati, e quelle categorie che già hanno bilanci familiari risicati.”
“Lasciando per un momento i disastri sanitari che vedono la nostra Regione al terz’ultimo posto nella classifica stilata sui Lea dal Sole 24 Ore, ha continuato il segretario Librandi, apriamo una parentesi sul contratto del pubblico impiego, bloccato ormai da anni. Su questo fronte saremo inamovibili: No a deroghe ma sì a un confronto, in sede di rinnovo del contratto nazionale, su orari di lavoro e organizzazione. Non è più tollerabile rinviare questo discorso a data da destinarsi e vedere i dipendenti del pubblico impiego essere considerati un peso e non una risorsa, senza mai ricordare che anche grazie a loro, al loro lavoro, alle loro tasse, questo Paese sta resistendo e gran parte delle famiglie riescono ancora a sfamarsi.”
Ha concluso Librandi: “Respingiamo al mittente ogni tentativo di addossare al sindacato la responsabilità delle conseguenze di un mancato accordo. Responsabilità che invece devono essere assunte da chi ha ignorato fin ora il problema, costringendo le parti sociali a ricorrere anche alla Corte Costituzionale per vedere riconosciuti i diritti essenziali. Il prossimo 28 novembre con lo slogan “Pubblico6tu, Contratto Subito”, insieme a 20 sigle in rappresentanza di scuola, sanità, funzioni locali, servizi pubblici, università, sicurezza, ricerca, manifesteremo per mandare un messaggio forte a questo governo, che se davvero vuol cambiare questo Paese, come dice di voler fare, non pò lasciare all’abbandono i settori ed i servizi pubblici. Parte la mobilitazione ma siamo pronti ad arrivare allo sciopero generale!

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