Mancini scrive a De Matteis: gli Enti Locali diano la giusta rilevanza alle Istituzioni scolastiche

scuola5Riceviamo e pubblichiamo

Gentile Presidente,
È noto che la legge n. 23 del 1996 ha demandato alle province gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché gli oneri dei necessari interventi di ristrutturazione, ampliamento e adeguamento alle norme vigenti degli edifici scolastici delle scuole superiori.La provincia di Campobasso, anche quest’anno, ha inviato alle scuole che rientrano nella sua giurisdizione, un “Regolamento per l’utilizzo dei locali degli istituti superiori”.Dalla lettura di esso si evince una scarsa conoscenza delle attività di una scuola e delle innovazioni introdotte dalla normativa sull’autonomia (DPR 275/1999, ecc.).

Gli ordinamenti delle Istituzioni scolastiche sono fissati nel Piano dell’Offerta Formativa (POF), per cui ogni Istituzione ha un orario curricolare stabilito dai regolamenti di riforma delle scuole superiori (DPR n. 87 e 88/2010 per gli istituti professionali e tecnici, DPR n. 89/2010 per i licei) a cui si aggiungono, necessariamente di pomeriggio, attività extracurricolari di ampliamento dell’offerta formativa rientranti comunque nel POF, previsti e finanziati (con scarse risorse, a dire il vero) o con il Fondo di Istituto o con la L. 440/1997; sono poi da aggiungere, sempre il pomeriggio, i progetti di avviamento alla pratica sportiva, i corsi di recupero, le sedute dei Consigli di classe, del Collegio dei docenti, del Consiglio di Istituto, gli scrutini, l’incontro con i genitori, la formazione dei docenti e del personale ATA, ecc., ecc.Pertanto non si comprende cosa si voglia indicare all’art. 5 del Regolamento provinciale, quando si afferma che “l’energia elettrica è a carico della provincia solo nel caso di “normali attività scolastiche”, mentre per le “attività extrascolastiche” le spese sono a carico del singolo istituto.Le suddette attività sono scolastiche o extrascolastiche? Per un convegno, un’assemblea di istituto (dovuta perché regolamentata dal Testo unico in materia di di istruzione-Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297), una manifestazione della scuola nel pomeriggio, dovrà essere pagata l’energia elettrica e/o il riscaldamento?La scuola svolge pienamente la sua funzione educatrice quando è viva e attiva ed è capace di stimolare e coinvolgere gli alunni anche oltre l’orario propriamente curricolare.

Come è possibile limitarne l’apertura e la funzionalità istituzionale per le spese dell’energia elettrica, a cui la scuola non può far fronte per la notoria mancanza di fondi specifici? È sulla scuola pubblica, cioè sui nostri figli, che l’Amministrazione provinciale deve risparmiare?Non dovrebbe l’Amministrazione comunale e provinciale supportare una scuola di qualità per avere dei cittadini migliori?Basta dare uno sguardo al sito della provincia di Campobasso ed è agevole cogliere le spese da eliminare: dal 2008 gli incarichi di consulenza e collaborazione esterna assommano a ben 1.386.327,94 euro, pari a più di 200.000 euro all’anno.Non ci sono in Provincia dipendenti capaci di assolvere ai suddetti compiti? Eppure il costo per il solo personale a tempo indeterminato per il 2012 è stato pari a 8.521.680,42 euro, di cui euro 1.042.613,59 per i soli (nove ?) Dirigenti.

Per rimanere nell’ambito della scuola, che dire delle strutture (quella del “Cuoco”, del “Pittarelli”, del Liceo artistico, ecc.), per le quali la provincia paga l’affitto, mentre l’esiguità del numero di alunni permetterebbe di riunirli diversamente, in strutture già in possesso della Provincia e poco utilizzate?Non sarebbe anche il caso di rinegoziare l’importo dei canoni di affitto in considerazione delle mutate condizioni economiche generali?A quanto ammontano i fitti? Non converrebbe -se necessario- costruire edifici adatti e a norma ?Che dire della nuova struttura dell’ex Liceo scientifico di via Scardocchia concessa ad un istituto comprensivo di Campobasso (alle cui strutture deve provvedere il Comune), dove poteva essere situata una delle suddette scuole per cui la Provincia paga l’affitto?Con il nuovo dimensionamento scolastico si prevede l’accorpamento della scuola primaria “D’Ovidio” con la scuola media “D’Ovidio”: sia l’una che l’altra struttura, ben organizzata, possono contenere tutti gli alunni, lasciando libera una delle due strutture: perché non usufruirne?Fumoso è poi il Regolamento quando parla dei locali scolastici “per ulteriori attività extrascolastiche”.

All’art. 12 si afferma che essi sono riservati in via prioritaria per lo svolgimento delle attività istituzionali della scuola cui appartengono, ma non si precisa se i costi di gestione sono a carico della Provincia o della scuola.La gestione sembrerebbe afferire alla Provincia (art. 12 comma 2.1), ma curiosamente la custodia di essi è affidata al personale scolastico, mentre i ricavi di un eventuale affitto andrebbero alla Provincia: in altri termini la Provincia concede l’utilizzo dei locali, il Dirigente scolastico ne è responsabile e paga il personale per la vigilanza, la Provincia incassa l’affitto.Quale vantaggio ne trae la scuola?Se un’Amministrazione provinciale deve ridursi a questi termini per sopravvivere, è meglio per tutti chiudere le Province.Non vale il risparmio di qualche migliaio di euro, se comporta un danno per gli alunni: il gioco non vale la candela.Quanto è costato in termini di ore di lavoro e di impegno la predisposizione e l’invio (via fax) del regolamento?Non conveniva tenere una conferenza di servizio e confrontarsi con gli operatori della Scuola prima di scrivere?Non vorremmo che un regolamento unilaterale mettesse in difficoltà le Scuole che sono già oberate da spese di varia natura.

Infatti alla piccola gestione già provvedono le scuole e tanti lavori di manutenzione, in carico alla provincia, sono -di fatto- effettuati dal personale ATA (finanche smontaggio, trasferimenti e rimontaggio di laboratori, ripulitura, tinteggiatura e manutenzione dei locali scolastici, ecc.) senza ricevere un euro dalla provincia, altrimenti i locali scolastici sarebbero sempre inagibili.Sono altre le spese da tagliare, bilancio e conti alla mano!Questa breve nota vuole solo essere uno sprone affinchè gli Enti Locali diano la giusta rilevanza alle Istituzioni scolastiche e provvedano quanto prima anche alla sicurezza ed all’idoneità di tutta l’edilizia scolastica senza investire su edifici destinati a chiudere.

Il Segretario Regionael Uil Scuola Molise
(Ferdinando A. MANCINI)

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