Liberi e Uguali: la sinistra non è un taxi!

Una donna che non ha soldi per curarsi, un giovane che non ha soldi per proseguire gli studi, un malato di tumore che aspetta 67 anni per andare in pensione percependo 200 euro al mese di assegno di invalidità, un pensionato al minimo che non può permettersi la retta mensile per una casa di riposo, un disoccupato costretto ad emigrare all’estero per lavorare, un precario che invecchia in attesa di un impiego stabile, un padre afflitto nel vedere i figli andar via, un pendolare che giunge al lavoro in condizioni proibitive causate da dissesti stradali, cambi e qualità del servizio,  un anziano rimasto senza lavoro che vive di espedienti in attesa della pensione, o uno sfrattato che non sa dove far dormire i propri figli. Basta alzare lo sguardo e soffermarsi su ciò che scorre sotto i nostri occhi per scorgere quella realtà rimossa dai mass-media, amara e gelida, come quella neve che cade senza far rumore. La società si è mercificata, ogni cosa si compra e si vende: la salute, il lavoro, ed anche la dignità.  L’umanesimo è stato surclassato e sostituito dalla legge del profitto che ha trasformato i rapporti tra uomo e natura, o tra persona e persona, da valori assoluti a valori con un prezzo di mercato quotato in borsa. Manca il prezzo di un sorriso, di una boccata d’aria o di una pacca sulla spalla e tutta la civiltà millenaria umanistica costruita dalle grandi religioni, filosofi, poeti e pensatori, se ne andrà in fumo, cancellata, derubricata e archiviata come un ferro vecchio. Se non si riparte dai bisogni di ogni bambino e dai suoi diritti fondamentali, anteponendo la centralità dell’uomo rispetto a quella artefatta del mercato, resteremo tutti schiacciati da un fondamentalismo ideologico incardinato sul principio della disuguaglianza strutturale. I mutamenti antropologici intervenuti negli ultimi decenni hanno affossato il comunismo, marginalizzato il socialismo e messo in discussione il cristianesimo, innalzando sugli altari gli spiriti animali di un mercantilismo senza valori controllato da un’economia che ha soppiantato la politica, e da una tecnocrazia che ha reso inutili i partiti, i sindacati, le organizzazioni internazionali non governative e le chiese. Se questa è la sfida e se al cospetto di uno scontro di civiltà senza precedenti dove non si lesinano attacchi frontali anche al Papa quando richiama la centralità dell’uomo sul danaro, e del rispetto della natura sui guadagni di borsa,  ci si può illudere che un nucleo di poche migliaia di sognatori, utopisti, socialisti e antifascisti possano avere la forza di ribaltare il tavolo e riscrivere l’agenda delle priorità di questa fase storica ? Meglio restare coi piedi a terra, ed essere consapevoli che la sinistra è tutta da ricostruire. Chi ha scelto di privatizzare la sanità, l’acqua e i beni comuni, o ha adottato leggi per trivellare mare e monti, o ha tolto la dignità ad un uomo costringendolo ad un lavoro precario permanente, o ha salvato banche cancellando il diritto a pensione con 40 anni di contributi, è definibile di sinistra ? Si oppone al pensiero unico del mercato ? Che idea di società ha in testa ? E se ha un’idea diversa dalla nostra perché ci cerca quando ci sono le elezioni

 

 

 

 

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