La raccolta in Molise di Pneumatici Fuori Uso da demolizione

12 Demolitori, 22 Rivenditori di veicoli nuovi, 129 tonnellate di pneumatici fuori uso raccolti nel 2014  dati del Comitato costituito presso l’ACI. So questi i numeri principali di un fenomeno che rappresenta un’eccellenza italiana in Europa. Tutti i rivenditori di veicoli nuovi sono iscritti al sistema informatico per la gestione degli PFU e sono quindi in grado di comunicare in tempo reale l’immissione sul mercato di un veicolo e di versare in forma telematica il contributo ambientale. In Molise ci sono 22 rivenditori di veicoli nuovi, su 6.484 rivenditori in Italia. Gli autodemolitori che ricevono il servizio di ritiro gratuito degli PFU sono necessariamente iscritti al sistema informatico del Comitato. In tal modo possono comunicare in tempo reale l’avvenuta demolizione di un veicolo e, periodicamente, effettuare la richiesta di ritiro in modo semplice e veloce. Il numero ttale di autodemolitori è di 1.365 unità; in Molise ce ne sono 12.
Nella sola regione Molise nel 2014 sono state raccolte 128,980 tonnellate di pneumatici fuori uso, con un icnremento del 9,1 % rispetto al 2013 quando ne erano state raccolte 118,27 tonnellate. n Italia nel 2014 sono state raccolte 19.453,06 tonnellate di PFU con un incremento del 15,9% rispetto all’anno precedente.
Si tratta di un risultato positivo considerando il fatto che il Sistema è stato avviato solo nel 2012 e le operazioni di raccolta sono iniziate nel 2013. Ancora più importante è il fatto che tale quantitativo rappresenta il 100% degli pneumatici che, successivamente alla demolizione, sono stati destinati al riciclo. ’importante crescita riscontrata nel 2014 attesta le sempre maggiori capillarità ed efficienza del servizio garantite su tutto il territorio nazionale dai vari soggetti della filiera.
Molise. Se si osserva il costo medio per la raccolta e l’avvio al riciclo si nota come esso non sia uguale in tutte le regioni. La media nazionale si attesta intorno a 266 euro per ogni tonnellata gestita ma passa dai 240 euro per il Piemonte agli 287 per la Sicilia o il Friuli Venezia Giulia. In Molise il costo medio per la raccolta e l’invio al riciclo degli pneumatici fuori uso è di € 280 per ogni tonnllata di neumatici. Sul costo effettivo di gestione influiscono diversi elementi di carattere logistico e operativo come la dislocazione territoriale o la presenza nella regione di impianti per il trattamento e il riciclo degli PFU. l Comitato di Gestione degli Pneumatici Fuori Uso, costituito presso l’ACI dal Ministero dell’Ambiente, ha raccolto nel suo primo report tutti i dati relativi al Sistema di Gestione degli PFU da demolizione nei primi due anni di attività. Da questo strumento, essenziale per il settore, emerge che l’Italia rappresenta a livello europeo un vero e proprio caso d’eccellenza.Alcuni dati contenuti nel Report:
Sono state 19.453 le tonnellate di PFU raccolte in Italia nel 2014 (+15,9% rispetto all’anno precedente), il 100% degli pneumatici che, successivamente alla demolizione, sono stati destinati al riciclo. Le operazioni di ritiro di PFU, effettuate nei 1.365 autodemolitori dai 29 operatori abilitati, sono state 3.231 (+19%). L’importante crescita riscontrata nel 2014 attesta le sempre maggiori capillarità ed efficienza del servizio garantito dai vari soggetti della filiera su tutto il territorio nazionale.
Analizzando i dati territorialmente, i livelli più elevati di raccolta si raggiungono nelle regioni più popolose e in quelle dove maggiore è la presenza di demolitori: Lombardia (2.575 tonnellate raccolte con un incremento del 15,4%), Campania (2.376 tonnellate, con quasi il 9% in più rispetto al 2013) e Lazio (2.341 con un aumento di ben il 56,5%, la variazione più alta in Italia).
Nel 2014 il peso medio di ogni ritiro diminuisce leggermente e si attesta intorno alle 6 tonnellate. Si è registrato, inoltre, un decremento minimo (-5%) anche del costo medio per ritiro. Il calo del peso medio e dei costi per ritiro e l’aumento dei ritiri comprovano l’efficienza del Sistema in grado di fornire un servizio sempre più adeguato e puntuale da parte dei soggetti abilitati nei confronti degli autodemolitori.
Come funziona il Sistema di Gestione
Il Sistema coordinato dal Comitato PFU copre l’intero ciclo di vita degli pneumatici. Nel momento in cui il consumatore acquista un veicolo nuovo, paga anche il contributo ambientale, una voce aggiuntiva indicata in fattura e soggetta a IVA, determinato ogni anno dal Comitato e relativo ai costi di ritiro, trattamento e avvio a corretto recupero degli PFU (92%) e di gestione del sistema informatico e amministrazione del Fondo per la Gestione degli PFU (8%). Nel 2014 si è ridotto drasticamente: l’importo, riferito ad esempio a un’automobile, è pari a 3,95 euro per i quattro pneumatici più la ruota di scorta (circa 0,79 euro per pneumatico).
I rivenditori, 6.484 in Italia, comunicano, poi, al Comitato attraverso il sistema informatizzato dell’ACI l’avvenuta riscossione del contributo e l’importo equivalente al Fondo. I demolitori accreditati dall’ACI stoccano gli PFU, non ritenuti più utilizzabili. Accumulate almeno 1,5 tonnellate di PFU, fanno richiesta di ritiro gratuito agli operatori abilitati, presenti sul portale del Comitato, che prelevano gli PFU e si occupano delle operazioni di deposito, separazione e stoccaggio temporaneo oltre che del trasporto degli pneumatici alle aziende di trattamento. Qui il 100% di PFU è avviato al recupero di materia.
Benefici ambientali
Il Comitato ha scelto di avviare il 100% degli PFU al recupero di materia non prendendo in considerazione opzioni meno sostenibili quali l’utilizzo come combustibile per cementifici o la termovalorizzazione. Questa speciale tipologia di rifiuto, se gestita correttamente, permette un risparmio notevole di CO2: nel 2014 l’avvio al riciclo degli PFU derivanti dai veicoli a fine vita ha consentito di evitare l’emissione di quasi 39.000 tonnellate di anidride carbonica equivalenti. Numerosi i possibili riutilizzi del polverino: sottofondi stradali, pavimentazioni sportive, pannelli fonoassorbenti, arredo urbano e decine di altri usi. Infine, il polverino (con diametro molto piccolo) può essere mescolato ad asfalti e cementi migliorandone le proprietà meccaniche.
Rispetto a quest’ultimo punto, il mercato delle materie prime seconde derivanti da PFU in Italia stenta ancora a decollare soprattutto a causa dello scarso impiego del polverino negli asfalti, differentemente dall’estero in cui è sempre più diffuso grazie a politiche di “green procurement” più efficaci.
Il corretto recupero riduce di fatto a zero la possibilità di smaltimenti illegali che negli anni passati hanno disseminato il nostro paese di discariche abusive di pneumatici. Con il riciclo si aprono nuove possibilità e nuovi mercati per le materie prime seconde come il granulato di gomma e l’acciaio che è possibile recuperare. Questo dimostra come attraverso i corretti stimoli, anche normativi, la Green Economy italiana sia capace di costruire sistemi complessi e capillari, riunendo operatori privati,  strutture pubbliche e rappresentanti di cittadini e consumatori e garantendo all’intero Paese un’ulteriore passo avanti verso la sostenibilità”.
“ACI ricopre un ruolo strategico all’interno del Comitato – ha dichiarato il Presidente dell’Automobile Club d’Italia – perché il legislatore ha perseguito la massima efficienza puntando sul know how ultracentenario dell’Automobile Club d’Italia e sulla tecnologia avanzata del Pubblico Registro Automobilistico. Come capofila di un sistema pubblico-privato modello per il Paese, siamo riusciti a contenere i costi di funzionamento conseguendo la riduzione del contributo a carico degli utenti per lo smaltimento degli pneumatici e un avanzo di fondi che proponiamo di utilizzare per la bonifica di aree contaminate. L’attività del Comitato torna a vantaggio degli automobilisti: con il materiale riciclato dagli pneumatici si produce anche un asfalto con più grip e più duraturo di quello ottenuto da altri materiali, più fonoassorbente e con minore resistenza al rotolamento”.

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