Il castello di Macchiagodena torna ai cittadini

È successo il 13 agosto a Macchiagodena nella piazza antistante il Castello, con le due fontane, e la Chiesa, con le scalette piena di persone sedute, attente ad ascoltare la presentazione del bell’incontro da parte del Sindaco della patria della polenta, Felice Ciccone; la storia vissuta nel casertano da Nadia Verdile e, insieme al direttore dell’Enciclopedia Treccani, Massimo Brai, vinta quand’era Ministro dei Beni culturali, da tutti a Macchiagodena chiamato Massimo come uno dei suoi cittadini, anche se speciale; i sogni raccontati da Franco Valente, l’architetto più noto del Molise, e da me che di mestiere, ora più che mai, faccio il sognatore. Persone attente –dicevo – pronte ad applaudire la consegna delle chiavi del Castello, dal 2010, grazie all’impegno dell’allora Sindaco Angelo Iapaolo, di proprietà della Regione, da parte del Vicepresidente della Regione Molise, l’assessore Michele Petraroia in sostituzione del Presidente Di Laura Frattura che, impossibilitato a intervenire, ha inviato un messaggio letto dal Sindaco Ciccone.
Franco Valente ha ripercorso la storia del Castello, costruito nel 1300 per volontà di un abate di San Vincenzo al Volturno, del suo essere un punto d’incontro, nel corso dei secoli, di personalità e personaggi importanti a dimostrazione della sua importanza strategica. Dopo aver posto l’accento sulla necessità e l’urgenza di intervenire per un suo recupero (non paesano) ma finalizzato a raccogliere il suo sogno, che è quello di renderlo unico punto al mondo, quindi di riferimento nazionale e internazionale, con la sua trasformazione in “Centro Internazionale della Cultura Araldica”, sapendo il grande interesse che raccoglie la materia e, così, la possibilità di sviluppare uno dei tanti turismi di nicchia di cui ha bisogno il Molise.
Il mio sogno, condiviso con Angelo Iapaolo e trasformato in un appunto oggetto di una delibera di giunta, approvata all’unanimità e, dal 2010, agli atti del Comune di Macchiagodena, è quello di renderlo nodo principale di una rete di Castelli, Palazzi e dimore storiche, in parte recuperati, con solo pochi aperti ad attività e, in parte, abbandonati, per dare visibilità, percezione ai Molisani e ai potenziali visitatori di un Molise “Città – Campagna” che, come tutte le cose importanti, ha l’anima ed è rappresentata dall’emigrazione di centinaia di migliaia di uomini e donne, a partire dalla seconda metà dell’’800.
Trasformare i Castelli, Palazzi e dimore storiche in tanti tasselli che, messi insieme, possono creare un mosaico e dar vita a un grande centro di cultura, diffuso sul territorio, dell’emigrazione italiana e quella molisana in particolare, segnato da percorsi in grado di attraversare i 136 centri del Molise. Luoghi d’identità che hanno la possibilità di raccontare, alle generazioni di origine italiana e molisana, la storia, la cultura, le tradizioni, l’arte e la bontà dei prodotti e di una cucina. Un “Cammina Molise”, il grande evento annuale ideato e organizzato da Giovanni Germano, che diventa permanente e dà la possibilità di far vivere e sviluppare altri turismi in un ambiente di forte ruralità ed estesa agricoltura, che resta ancora la forza del mantenimento di quel patrimonio unico, la biodiversità, così legato alla vita, cioè alla natura quale fonte di paesaggi.
Un’idea progettuale che ha bisogno di risorse per essere trasformata in studio di fattibilità e poi progetto, che già da subito è in grado d’impegnare esperienze e professionalità, e, così, di coinvolgere soprattutto i giovani che stanno preparando le valigie per partire.
Il già Ministro ai Beni culturali, Massimo Brai, chiudendo l’incontro sotto un cielo pieno di stelle, ha parlato dell’importanza della cultura e del turismo per “un Paese al quale tutti dobbiamo il futuro… un Paese che sempre più bisogno di buon lavoro e di stare insieme coinvolgendo sempre più i giovani” e, facendo riferimento ai sogni che portano all’utilizzo del Castello. Ha invitato il Sindaco Ciccone a mettere insieme una commissione per valutare le idee che devono essere, sempre, condivise dalla comunità di Macchiagodena e rivolgendosi al vicepresidente Petraroia ha detto “la Regione deve saper scommettere e puntare sui valori e le risorse del suo territorio, quei beni materiali e, ora, tanto più immateriali che raccolgono tante attenzioni vista la loro grande attualità”. Bella per il Ministro l’idea di un grande “Centro delle identità” nel Molise, la Regione che, con i suoi 136 paesi rianimati da nuovo interesse, dev’essere una protagonista del rilancio vero del Meridione.
Nadia Denise, che ha coordinato in modo eccellente il dibattito, ha chiuso con l’invito ai presenti a ritrovarsi ad agosto dell’anno prossimo nella stessa piazza per verificare i risultati e dare continuità al discorso.  ( Nella foto da sin. Pasquale Di Lena, Nadia Verdile, Michele Petraroia, Massimo Bray, Franco Valente e Felice Ciccone)   Pasquale Di Lena

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