Finite le vacanze si torna a parlare del futuro politico della nostra Regione e, inevitabilmente, dello stato di salute del PD

Unità, coalizione di centrosinistra, primarie, incontri programmatici, congresso.Mi diverte iniziare il mio intervento, visto anche il comportamento di chi doveva fare chiarezza sulla questione, dal congresso del Partito Democratico per il rinnovo di tutte le cariche, regionali e non.

Congresso che avrebbe dovuto svolgersi in autunno, come nella maggior parte delle regioni italiane, ad eccezione della Sicilia, dove – come noto – vi saranno le elezioni per il rinnovo del governo regionale.

Un congresso, dicevamo, per la elezione degli organi regionali, vale a dire segretario regionale, segretari di federazione e coordinatori cittadini.

Il Molise, su espressa deroga richiesta dalla segretaria regionale, ha spostato l’asticella nientepopodimeno che a giugno 2018! Motivazione ufficiale? Le prossime elezioni regionali, come se queste ultime si dovessero tenere il 5 novembre, appunto come quelle siciliane. Inaudito!

Con queste basi ed in questo clima di autoreferenzialità, come possiamo parlare di unità se poi all’atto pratico si fanno scelte unilaterali, si gioca in difesa, si ha paura del congresso ed in questo modo si rinnega la democrazia di un partito?

Questo poteva essere un motivo valido per tentare, almeno una volta in quattro anni di mandato da segretaria, di trovare una soluzione unitaria e fare ripartire un progetto fermo al palo; invece, ancora una volta, ha prevalso autoreferenzialità e la propria rendita di posizione.

Non fare svolgere i congressi ad ottobre, spostando il tutto di ben 9 mesi significa, forse, avere la possibilità di gestire le candidature per le elezioni regionali e per le politiche? È questa la motivazione per questa scelta oltremodo dividente? Invece, suona quale indice di debolezza e paura.

Infatti, per tentare di vincere dopo il palese fallimento sotto gli occhi di tutti, serve un progetto comune che parta soprattutto dal riconoscere i propri errori per correggerli, oltre che da una appartenenza politica chiara e riconoscibile e, per esempio, l’alleanza con Rialzati Molise non lo è, per la loro storia e per i loro più alti rappresentanti.

Bene quindi il progetto messo in campo con Ulivo 2.0 che raccolga tutte le anime del centrosinistra e quale migliore occasione delle regionali per riunire il centrosinistra, per fargli ritrovare l’orientamento perso e che lo ha condotto verso alleanza a destra, scegliendo – viceversa – alleanze con partiti e movimenti dichiaratamente appartenenti al nostro schieramento.

I problemi in Molise, dopo quasi cinque anni di governo, non sono certo migliorati, qualcosa si è fatto ma non è sufficiente, visti i problemi perduranti su sanità, lavoro e infrastrutture. Si potrebbe continuare ad elencare ancora quanto non funziona, ma non serve; quello che oggi necessità è un cambio di passo con un candidato autorevole, che si sia sempre speso per la nostra regione e questo profilo non risponde, con tutto il rispetto ma gli errori vanno ammessi, a quello di Frattura.

Presidente Federazione PD Basso Molise

Vincenzo Cordisco

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