D’Ambrosio: dimissioni di massa contro la paventata perdita dell’autonomia regionale e tagli alla giustizia

Dimissioni di massa, come soluzione estrema contro i tagli alla giustizia in Molise e contro la paventata perdita dell’autonomia regionale. Non rinuncia alla battaglia in difesa della sopravvivenza della Corte d’Appello di Campobasso, Alfredo D’Ambrosio. L’ex senatore, che già nelle scorse settimane aveva pubblicamente contestato il progetto di revisione della geografia giudiziaria del ministro della Giustizia Andrea Orlando, torna alla carica e sprona i politici locali ad essere pronti a tutto. Anche a lasciare la poltrona occupata, se necessario, per difendere il Molise, la cui autonomia pare seriamente a rischio a causa dei continui e persistenti tagli lineari. Nessuna rassicurazione concreta è infatti pervenuta nemmeno dall’incontro con il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, che ha semplicemente confermato il rinvio della discussione sui tagli alla giustizia in Consiglio dei ministri a data successiva al 13 settembre.
“Occorre un’azione democratica e civile, ma forte – dichiara D’Ambrosio – Basta chiacchiere, uniamoci tutti in difesa della nostra autonomia. Non bisogna commettere l’errore, come sta accadendo in questi giorni, di dividersi e scaricare le responsabilità su questa o quella gestione amministrativa. La regione attraversa uno dei momenti più delicati e difficili della sua storia: dunque, l’appartenenza a un partito o a una coalizione su questioni che interessano il destino della regione non ha ragione di esistere. Dobbiamo essere – continua l’ex parlamentare – ora più che mai uniti nel fare blocco unico per coinvolgere i cittadini di tutta la regione in un’azione congiunta capace di scongiurare, una volta per sempre, tagli e soppressioni di servizi”.
D’Ambrosio pensa a un’azione coordinata e mirata, civile e pacifica, che comprenda politica, sindacati, associazioni, cittadini. “Nel Consiglio regionale ad hoc di fine agosto – afferma – bisognava già convocare i sindaci di tutti e 136 i comuni del Molise, così da trattare insieme i temi cruciali per la sopravvivenza della regione. I sindaci devono essere impegnati a coinvolgere le popolazioni da loro amministrate, a tutti i livelli. In tal modo potrebbero scaturire iniziative da portare a Roma, quali petizioni, mobilitazioni pacifiche, ecc. Bisogna far sentire forte la nostra voce al ministro Guardasigilli il quale, evidentemente, pensa che una Corte d’Appello possa rimanere in essere soltanto su un territorio ad alto tasso di criminalità o con una popolazione particolarmente consistente. Peccato però che il numero di abitanti, con l’amministrazione della giustizia, non c’entri assolutamente nulla. Anzi – affonda l’ex senatore – poiché è cosa nota che il Molise ha un problema di numeri (ma conserva pur sempre la propria laboriosità e dignità) il governo centrale dovrebbe garantire aiuti di Stato, non fare ultimatum e iniziative volte a sopprimere quei pochi servizi che non sono ancora stati falcidiati”.
Per questo, insiste ancora D’Ambrosio, “occorre essere decisi, extrema ratio, finanche a presentare le proprie dimissioni da qualsiasi carica pubblica, politica e amministrativa, in modo compatto. Credo inoltre sia giunto il momento che la Regione Molise istituisca un comitato permanente con personalità capaci di elaborare proposte e, di conseguenza, rimedi da adottare sui temi della giustizia e dell’occupazione. Non possiamo dimenticare, infatti, le gravi difficoltà dei lavoratori di Esattorie, Gam e Zuccherificio, solo per citarne alcuni. Solo in tal modo – conclude D’Ambrosio –  potremo tirare fuori le idee migliori e dar vita a un progetto concreto ed effettivo di rilancio”.

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