Brasiello affonda Ricci. E’ lui il nuovo Presidente della Provincia di Isernia.

Era già nell’aria, ma ieri è arrivata la conferma delle urne. Luigi Brasiello si impone su Alfredo Ricci e diventa nuovo Presidente della Provincia pentra. Tra i due non c’è stata proprio partita in quanto, in seguito alla nuova elezione successiva al decreto Delrio, che vede una sorta di scaglioni nel voto sulla base dei delegati comunali, Brasiello raggiunge il 56,5% dei voti a disposizione, contro il 43,5 di Ricci.

Un sistema, quello della nuova consultazione, che vede protagonisti soltanto amministratori i quali, sulla base della popolazione del loro Comune, hanno un determinato numero di “grandi elettori”. Quindi, più grande il comune di cui si fa parte, diversa la fascia di appartenenza e forza rappresentativa. Messa da parte la matematica, però, il voto politico afferma che su quella zona Brasiello è uomo forte, a prescindere dalla politica regionale e che ha sconfitto con una certa facilità il centrodestra ricompattato per l’occasione, e che aveva proposto un amministratore ben visto da Iorio e Patriciello e avallato anche da Filoteo di Sandro ed Ulisse di Giacomo. Insomma, quella che doveva essere la rinascita del centro destra unitario che in passato a Isernia e provincia faceva faville, si è rivelata una debacle. Sulla scorta del nuovo metodo previsto per le Province, quindi, la nuova assise pentra sarà composta da 10 consiglieri, 7 per la maggioranza e 3 per l’opposizione e tra i quali non compare lo sfidante Ricci. Per la maggioranza siederanno in Provincia Cristofaro Carrino (Frosolone), Sergio Sardelli (Isernia), Placido Cacciavillani (Agnone), Mike Matticoli (Fornelli), Lorenzo Coia (Filignano), Francesco Lombardi (San Pietro Avellana), Giuseppe Di Pilla (Sant’Agapito). Il centro destra invece, elegge Romeo De Luca (Venafro), Carmen Natale (Venafro), Gelsomino Di Vita (Agnone). Si apre dunque la nuova era Brasiello che durerà quattro anni alla guida dell’Ente di via Berta e che dalle prime dichiarazioni ha già fatto intendere di voler creare un progetto unitario e condiviso al massimo anche con il centro destra.

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