Area di crisi Molise, Legambiente: La regione Molise ha bisogno di un nuovo piano di sviluppo. No alle politiche del passato

In seguito alla notizia della firma del decreto di riconoscimento dell’area di crisi complessa per il Molise, Legambiente Molise ha manifestato la propria preoccupazione per le future scelte politiche per il rilancio economico e occupazionale della regione.  «La firma del riconoscimento dell’area di crisi complessa del Molise è un’occasione fondamentale per pensare al futuro della nostra regione con lungimiranza e con un forte senso di responsabilità- dichiarano da Legambiente Molise- È utile evidenziare, pertanto, come questa richiesta d’aiuto al governo centrale è la conferma di una cattiva gestione dell’economia regionale che per troppi anni non ha saputo guardare alle reali vocazioni del territorio, incapace di sfruttare le risorse economiche per progetti duraturi, all’insegna dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale. Favorendo il clientelismo o la costruzione di cattedrali nel deserto. Vorremmo che la classe politica non commettesse più gli errori del passato, ma che guardasse con interesse ai vantaggi e alle opportunità di un nuovo modo di concepire lo sviluppo economico e sociale, quello della green economy e della riconversione ecologica. La tutela del territorio, gli investimenti nelle energie rinnovabili, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, sono soltanto alcuni esempi. Siamo pronti a fare quadrato sulle iniziative di monitoraggio dei finanziamenti e delle decisioni politiche in nome della trasparenza e dell’interesse pubblico. Invitiamo per questo motivo l’associazione degli industriali, i sindacati, i gruppi di interesse e tutti i cittadini molisani, ad aderire alla nostra idea di sviluppo fondata sul rispetto e la valorizzazione dell’ambiente ».
Secondo Mariassunta Libertucci, presidente di Legambiente Molise:
«Parlare di sviluppo della regione Molise, significa per la nostra associazione, proporre un modello di crescita sostenibile, lontano dalle logiche del fossile che appartengono ormai al novecento, e che non trovano più riscontro nei nostri territori. Allo stesso tempo occorrono seri investimenti per la mobilità sostenibile, rendendo fruibile la rete ferroviaria ai nuclei industriali per il trasporto delle merci. Come è ormai noto, la rete ferroviaria necessita di un intervento di elettrificazione con una rettifica del tracciato esistente. Solo così gli investimenti previsti potranno avere la massima resa. Un ulteriore punto cardine di questo percorso di sviluppo riguarda l’accelerazione dei tempi per la nascita del Parco Nazionale del Matese: un progetto che è un grande volano in grado di attivare occupazione per le comunità che adesso si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti con il conseguente spopolamento. Non ci è consentito di commettere quindi nuovi errori poiché il rischio di esclusione dallo scenario nazionale è molto alto».

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