4° Congresso Provinciale Silp CGIL: Unire le Forze per la Legalità, la Sicurezza e la Libertà Sindacale

Oggi 28 marzo 2014 si è tenuto presso la sala Riunioni della CGIL, il 4 Congresso Regionale Molise e Provinciale di Campobasso “Unire le Forze per la Legalità, la Sicurezza e le Libertà Sindacali. Al Congresso oltre al Segretario Nazionale Mario Roselli, ha partecipato anche il Senatore Roberto Ruta che interveniva circa la paventata chiusura di presidi di Polizia sul territorio Molisano. Al termine dei lavori venivano rieletti all’unanimità il Segretario Generale Regionale Eugenio Roberto Persichilli e il Segretario Generale Provinciale Campobasso Vincenzo Bergantino.

Riportiamo la Relazione Introduttiva del Segretario Provinciale Vincenzo Bergantino.
” Questo 4° Congresso Provinciale si colloca al centro di una crisi economica globale, forse la peggiore dal dopo guerra; crisi nata da un sistema finanziario sbagliato e corrotto dagli interessi di pochi.
E’ un sistema che colpisce ancora una volta i lavoratori e, come tali noi poliziotti, mettendo in discussione l’equilibrio tra mercato e distribuzione delle ricchezze.
Sono aumentate le disuguaglianze sociali ed economiche, la povertà si è amplificata in maniera esponenziale, la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi che ci fanno tornare agli anni addietro e quella più preoccupante è quella giovanile. La politica continua ad essere sorda ai problemi degli italiani, quelli che onestamente ogni giorno cercano di << sbarcare il lunario >>, un duro colpo alla democrazia, quella democrazia che dovrebbe essere fondata sul lavoro.
I principi di giustizia, solidarietà e del rispetto degli altri dovrebbero essere praticati nel quotidiano da ciascuno di noi per arrivare alla cultura della legalità. La collettività è sempre più violentata dall’interesse particolare e dalla presunzione di poter evadere le regole, diseducando di fatto, i cittadini alla legalità e la politica non certo aiuta. E’ agli occhi di tutti che la società è disgregata e anche le cronache locali ci insegnano che oggi può delinquere un incensurato disoccupato che magari commette una rapina. La legge va rispettata, ma è paradossale che un soggetto arrivi a delinquere per necessità, perché non ha altra via d’uscita.
Questo esempio dovrebbe far riflettere la politica che deve dare risposte e non può lasciare soli gli individui.
In questi giorni si discute molto sul riassetto del sistema sicurezza, ebbene sì esso è necessario, ma non può assolutamente passare da un semplicistico taglio indiscriminato dei presidi sul territorio, tagli che interesseranno pare anche la nostra Regione.
Il titolo di questo congresso indica la strada da seguire, unificare le Forze di Polizia per poter far fronte alle esigenze dei cittadini e del territorio e al tempo stesso tagliare quelle inutili duplicazioni.
La sicurezza dei cittadini non può essere vista come un costo da tagliare, ma va inquadrata in un più ampio spettro. E’ un servizio e come tale va garantito.
Abbiamo bisogno di un sistema che sappia concretamente reagire alla lotta alle mafie, al riutilizzo dei beni confiscati che oggi risultano ancora inutilizzati per il 70% e che potrebbero essere destinati ad esempio per far fronte alle carenze di automezzi. L’Italia detiene la gran parte del patrimonio culturale mondiale, mutuando le parole del nostro premier ieri alla conferenza stampa con il Presidente Obama siamo << una superpotenza culturale >> e questo allo stato, risulta scarsamente valorizzato e da solo potrebbe costituire il volano della nostra economia, come pure il made in Italy e la vasta varietà di prodotti tipici, ricercatissimi in tutto il mondo, non sono tutelati.
Una battaglia serrata alla corruzione e all’evasione fiscale, vero cancro da eradicare dalla nostra società, deve essere fatta seriamente, senza condoni e sconti per chi da anni risulta sconosciuto al fisco o porta i capitali all’estero. Colpire i grandi evasori potrebbe concorrere a sanare le casse dello stato e diminuire il debito pubblico.
La Polizia di Stato non può essere considerata il fanalino di coda delle priorità dei Governi, e il contratto nazionale deve essere lo strumento fondamentale per migliorare le condizioni su stipendi, orario di lavoro, aggiornamento professionale e diritti e quindi, non può essere calpestato, frenando quegli istituti che costituiscono diritti e sono necessari alla salvaguardia del potere d’acquisto dei poliziotti. L’attuale congelamento, infatti, ha portato ad una perdita che si attesta intorno al 5% circa.
Sono necessarie forme di assistenza concreta di natura non esclusivamente economica che comunque mancano, ma assistenziale, previdenziale, il rilancio delle politiche abitative, la previdenza integrativa, la tutela della salute con ad esempio monitoraggi periodici da parte del personale medico interno, l’istituzione di asili nido nei posti di lavoro.
In questi ultimi anni la crisi economica ha portato la politica a fare iniqui tagli lineari incidendo su diritti e servizi sociali del welfare state, quali l’assistenza sanitaria, la pubblica istruzione, la cultura e l’ambiente. Si è vista la riduzione esclusiva di servizi pubblici, un continuo svilimento del lavoro pubblico con la continua introduzione di regole burocratiche centralistiche che non hanno fatto altro che bloccare l’operatività delle istituzioni pubbliche, scelte che la CGIL e il Silp hanno contrastato.
L’obbiettivo del Silp per la CGIL è quello di porsi come soggetto di riferimento per la democrazia, la sicurezza e la legalità, partendo dal Consiglio Generale del 14 Marzo 2013, caratterizzato da trasparenza, maggiore democrazia interna, maggior coinvolgimento dei territori dando più ampia disponibilità di risorse da destinare dal centro alla periferia, incrementando iniziative sui territori a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
Per il sistema sicurezza dunque, il ruolo del Silp deve essere quello di impedire demagogiche semplificazioni atte ad operare ragionieristici tagli con la sconsiderata chiusura di Uffici di Polizia e, anche se capiamo la resistenza dei vertici dei vari corpi che vorrebbero conservare le specificità, è palese che questo sistema sicurezza non è più adeguato e ben presto imploderebbe.La L. n. 121/81 doveva essere il punto di partenza per una riforma profonda del sistema sicurezza e dei corpi ad essa preposti, invece abbiamo assistito ad un incredibile impoverimento di questa; testimone è l’esclusivo arruolamento di nuove leve dalle Forze Armate, indebolendo il carattere “civile” che contraddistingue il comparto sicurezza.La continua riduzione di organico, 12.000 unità in meno per la sola Polizia, l’innalzamento dell’età media, oggi attestata a 45 anni e che si innalzerà ancora di più nei prossimi anni a causa di un insufficiente turn over, tutto ciò porterà ad una concentrazione delle Polizie nei grossi centri dove è più facile ottenere visibilità, con un progressivo abbandono delle periferie nelle mani della criminalità di fatto incontrollata e incontrollabile.La politica deve prendere atto di questo quadro disarmante e prendere coscienza che il paese non può permettersi 5 distinte forze di Polizia e che le dinamiche corporative non possono più fungere da alibi per nessuno. E’ significativo osservare come, le grandi democrazie europee, quali Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna abbiano avviato, seppur con formule diverse, un processo di unificazione delle forze di Polizia conseguendo, da una parte enormi risparmi economici, dall’altra un aumento esponenziale della sicurezza di tutti i cittadini.In Italia, purtroppo, ambigue sperimentazioni hanno portato a mantenere lo status quo aggravando, di volta in volta, le disfunzioni del sistema che continua a vedere le forze di polizia a competenza generalista, Polizia e Carabinieri, concorrere sul territorio specie in campo investigativo.Così facendo si è arrivati a un indebolimento dell’Autorità di Pubblica Sicurezza e indirettamente a favorire l’alta dirigenza attraverso una inutile e costosa duplicazione di posti di comando in danno del contribuente.Dunque occorre una unificazione delle Forze di Polizia a carattere generalistico, alle dipendenze del Ministro dell’Interno che potrà avvalersi da subito di 220.000 donne e uomini tra Polizia e Carabinieri, permettendo di fatto di restituire ai servizi specifici la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato e la Polizia Penitenziaria. Così facendo si riporterà il cittadino al centro del progetto sicurezza con meno capi e più operatori; si potranno ridurre i costi del sistema sicurezza per una più incisiva azione di contrasto alla criminalità. La sicurezza è fondamentale ed è anche prevenzione e noi non possiamo sottovalutare le mafie e la criminalità. Il rischio di infiltrazioni è serio specie in una regione come la nostra che è vicina alla Puglia e alla Campania; io che sono molisano di origini pugliesi ho vissuto sulla mia pelle il disagio quotidiano, voglio poter tornare lì e continuare con soddisfazione a dire << il Molise è diverso >>. Per ciò che attiene le “Politiche contrattuali” c’è da dire che il nostro paese, anche a causa dell’instabilità politica, è tra quelli che in Europa hanno sofferto maggiormente le flessioni economiche congiunturali, con conseguenti ricadute negative sul mondo del lavoro e sui lavoratori stessi.A pagare il prezzo più alto è sempre il lavoratore dipendente, attraverso tagli lineari, mancati rinnovi contrattuali, blocchi delle retribuzioni. Negli ultimi anni tutti i governi hanno adottato questo metodo per cercare di ridurre la spesa pubblica, con conseguenze devastanti. Il riferimento è al Governo Berlusconi con il D.L. 78/2010 e poi al Governo Monti con il D.L. 98/2011, che hanno agito sia sulla sospensione della contrattazione che sugli automatismi che ci hanno doppiamente penalizzato sia sotto il profilo economico che stipendiale.Il Silp non poteva rimanere a guardare e, di fatto, ha proposto un ricorso in sede giudiziale. In un sistema in cui gli ultimi veri adeguamenti economici risalgono al 2007, con D.P.R. 170/2007 (quadriennio normativo 2006/2009- biennio economico 2006/2007) e con la c.d. coda contrattuale conclusasi col D.P.R. 51/2009, riteniamo imprescindibile che la retribuzione di chi opera nel settore della sicurezza debba essere adeguata alle altre forze di polizia europee, alle quali vieni riconosciuta una maggiore dignità anche di tipo economico.Le dinamiche contrattuali non possono essere predominate dalla Parte Pubblica sotto il profilo decisionale rispetto alle parti che dovrebbero contrattare, infatti non può più essere tollerato un sistema secondo cui un governo, per mano del Ministro della Funzione Pubblica, possa essere giuridicamente titolato a determinare autonomamente gli esiti della contrattazione. Se contrattazione deve essere, ciò deve avvenire in un contesto in cui le parti concorrono pariteticamente alla determinazione delle decisioni. Le modifiche introdotte dal D. Lgs. 195/95 e dal D. Lgs. 193/2003, rispettivamente attinenti al rapporto d’impiego del personale delle Forze di Polizia e Forze Armate e parametri stipendiali, seppur qualificabili tra le migliori innovazioni operate nel corso del tempo, oggi appaiono inadeguate, ma possono rappresentare una solida base di partenza per l’ammodernamento delle procedure contrattuali normative ed economiche.Occorre dare certezza applicativa alle norme già scritte, lasciando meno spazio a interpretazioni soggettive o alla ampia discrezionalità dell’Amministrazione, occorre armonizzare i parametri stipendiali, inserendo non solo le qualifiche ma anche le anzianità. Bisogna rendere efficace il ruolo dell’Ufficio Relazioni Sindacali, non è più accettabile che quest’ultimo non sia più in grado di dare risposte ai sindacati su segnalazioni e violazioni contrattuali che, sempre più spesso ci costringono a rivolgerci alla magistratura per dirimere controversie che dovrebbero trovare una soluzione attraverso gli strumenti contrattuali, nell’interesse del lavoratore e dell’Amministrazione stessa.Occorre rivedere le indennità, specie quelle che spettano ai lavoratori che espletano i servizi più gravosi e corrispondere le stesse in tempi ragionevoli e non dopo addirittura anni.Occorre rivedere l’indennità per il lavoro straordinario. Rivendichiamo l’immediata attivazione della previdenza complementare, è incomprensibile e altrettanto penalizzante per le nuove generazioni di poliziotti ormai il ritardo ventennale.Infine, anche la mobilità del personale, a nostro avviso, deve diventare oggetto di contrattazione per individuare criteri che rispondano a principi di oggettività e di chiarezza, attraverso i quali giungere a una trasparente predisposizione delle graduatorie. Anche per le assegnazioni temporanee (ex art. 7 D.P.R. 254/99), per il congedo per la formazione e per l’aspettativa per motivi personali c’è bisogno di regole certe e non di discrezionalità.Per quanto attiene alle “Carriere”, questo IV Congresso deve riproporre quanto già sostenuto nel precedente, ossia l’inderogabile necessità di definire gli ambiti e i ruoli tra la Sicurezza e la Difesa. Una riforma credibile, non può prescindere dagli stanziamenti disponibili, tenendo conto che questi devono essere adeguati, per questo bisogna recuperare i ritardi accumulati nel tempo, ponendo in essere una riforma che tenga presente:
· il corretto rapporto tra mansioni esercitate e qualifica rivestita;
· la tutela della specificità professionale;
· la valorizzazione, attraverso concorsi interni, di chi è in possesso di titoli di studio validi ad accedere alla qualifica superiore;
· la tutela dell’anzianità acquisita con il riconoscimento di trattamenti economici compensativi per impossibilità di transito nella qualifica superiore.
· il Ruolo unico Agenti Assistenti e Sovrintendenti, con transito automatico e che consenta agli Assistenti Capo la promozione alla qualifica superiore prima della cessazione dal servizio.
· l’ unificazione, in una unica carriera dirigenziale, il ruolo degli attuali Funzionari di Polizia.
Concludo condividendo integralmente il documento congressuale, in ogni sua parte, in particolare sulla confederalità che qui in Molise ha visto sempre più integrato il Silp nella CGIL e non solo nell’usufruire dei servizi messi a disposizione degli iscritti, ma nello sposare in toto tutte le politiche sindacali.
Voglio concludere ringraziando tutti i convenuti ma anche chi, per motivi di servizio, non ha potuto partecipare che comunque sappiamo vicini, in particolare ringrazio il senatore, il segretario generale CGIL Molise che ci ha ospitati, e il segretario nazionale che, mio tramite, è sempre vicino a tutti, pronto a farsi carico di tutte le nostre istanze, il Segretario Provinciale di Isernia, Mauro Marinelli e soprattutto il mio compagno di viaggio Roberto Persichilli, sempre presente.Non solo sono sicuro che riusciremo a mantenere gli obbiettivi raggiunti, ma sono certo che, con rinnovato entusiasmo, riusciremo a raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi per il bene degli iscritti e della Polizia tutta”.

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