Sanità/Pos Molise, il centro destra contro…il centro destra

di Stefano Manocchio

E’ il tema che rischia di ‘piegare’ l’alleanza di centro destra in Molise. Il Piano operativo (sanitario) della Regione Molise è da giorni al centro del dibattito e delle polemiche politiche, ma sta prendendo sempre più piede anche al di fuori del ristretto circuito partitico ed interessa ora ampie fasce della società civile. La novità è che non è più solo il terreno di scontro tra maggioranza ed opposizione in Consiglio regionale, ma ha aperto la strada ad una fronda interna al centro destra, motivo per il quale la posizione del presidente della Giunta regionale è adesso quantomai difficile. Donato Toma da un lato dovrà trovare motivazioni convincenti, anche perché la tesi che sia tutto ancora recuperabile, trattandosi di una bozza ‘ministeriale’ non ha placato gli animi; quindi adesso dovrà spiegare per bene cosa non funziona e cosa si potrà fare per rendere il POS meno rigoroso nei tagli alla sanità e maggiormente comprensivo delle esigenze collettive. Ciò con azioni pratiche, perché forse per la prima volta la tenuta della maggioranza è a rischio e l’imminenza della fine della legislatura rende opzione possibile anche il ricorso ad elezioni anticipate.

Michele Iorio è il più deciso oppositore del POS molisano in questo momento ed ha già fatto capire di essere anche disposto ad apporre la firma per la sfiducia, (e non è la prima volta), gesto che dalle nostre parti generalmente non sortisce effetto; ma i tempi e le situazioni variano da caso a caso. La differenza col passato è che alla sua posizione ‘anti-Toma’ si sono aggiunte le perplessità sul Piano da parte di due figure verticistiche del Consiglio regionale nelle persone di Salvatore Micone e Gianluca Cefaratti oltre che,sembra, della consigliera Aida Romagnuolo.

Un pezzo di maggioranza (in verità Iorio tecnicamente non lo sarebbe del tutto essendo stato eletto in contrasto a Toma, anche se adesso ha aderito a Fratelli d’Italia) che chiede conto del suo operato alla massima carica politica regionale; quattro ( o tre) esponenti della maggioranza che chiedono a Toma di fare chiarezza soprattutto sui temi territoriali (Emodinamica ad Isernia e Punto Nascite a Termoli ) e i cui voti si potrebbero aggiungere a quelli del Movimento Cinque Stelle e del PD in una eventuale mozione di sfiducia.

Il governatore dovrà contestualmente evitare il voto contrario al suo operato e fare il possibile per scongiurare chiusure di reparti ospedalieri e sanitari; e se la sfiducia non è mai stata così vicina, resta da capire chi veramente vorrà sobbarcarsi l’onere di far rischiare alla Regione una situazione di stallo ipoteticamente lunga e il ricorso all’esercizio provvisorio che, nei pagamenti e nei finanziamenti, sarebbe una Caporetto. Significherebbe fermare l’economia locale.

Insomma paradossalmente la salvezza per l’attuale maggioranza di centro destra non verrebbe dal suo interno, ma dall’effetto-boomerang che una ipotesi di sfiducia al presidente potrebbe comportare; la gente non capirebbe, pur nella consapevolezza della gravità della situazione sanitaria regionale ed un ipotetico ricorso anticipato alle urne potrebbe anche ritorcersi contro chi l’avrà generato o anche solo ipotizzato.

I prossimi 4-5 giorni saranno decisivi per capire quale via vorrà intraprendere il Molise.

Commenti Facebook