Quattro evasi in Molise, Di Giacomo (SPP): la fiducia dello Stato è mal ripagata

Nel giro di un paio di settimane sono quattro i detenuti che non sono rientrati nelle carceri molisane o non hanno rispettato gli arresti domiciliari: due usciti dal carcere di Larino con permessi premio e due – uno a Campobasso e l’altro a Trivento – che erano agli arresti domiciliari.

A riferirlo è il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale nel caso di Larino nessuna responsabilità è addebitabile alla direzione dell’istituto penitenziario.

Piuttosto, la fiducia che lo Stato concede a detenuti, attraverso permessi premio ed altri
strumenti di libertà temporale, per non parlare degli arresti domiciliari, è mal ripagata come riprovano oltre a questi quattro casi gli altri numerosi e continui. La percentuale di detenuti in permesso premio che non tornano in carcere è aumentata del 40% negli ultimi due anni. È decisamente superiore per quanti godono degli arresti domiciliari.

Altro che rieducazione e responsabilità. Le carceri sono diventati alberghi dove
non solo è consentito soggiornare quanto più comodamente possibile, con il cellulare per
parlare con l’esterno e magari con il vitto per i boss da ristorante gourmet, ma uscire con
facilità. È il caso di ricordare le fughe direttamente dalle mura di cinta del carcere per
rendersi conto che non siamo di fronte al copione di uno dei tanti film che raccontano
evasioni spettacolari e romanzate ma siamo di fronte ad un’amara realtà.

Sono questi – dice il segretario S.PP. – i problemi veri del sistema penitenziario che continua a registrare atteggiamenti politici demagogici e una generale sottovalutazione.

Nel riprendere da qualche settimana il tour tra le carceri – continua il segretario del S.PP. – abbiamo denunciato l’attuale allarmante fase di grande confusione politico-istituzionale
fortemente e negativamente segnata dal “buonismo” e quindi dalla ricerca, prima di tutto, della rieducazione sociale. Sappiamo bene che riaffermare la presenza dello Stato in carcere non è facile perché c’è la necessità di resettare tutta l’attività dei vari Ministri di Grazia e Giustizia che si sono succeduti in tanti anni.

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