IMU sul territorio del Comune di Ripalimosani – istanza di audizione in Consiglio Regionale presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.

All’auspicarsi dell’audizione in Consiglio Regionale presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, il Comitato IMU RIPALIMOSANI decide di avanzare una proposta concreta da rivolgere al Comune di Ripalimosani.
Da premettere che, con le informazioni fornite nei verbali di assemblea, il Comitato: ha già dimostrato la buona fede dei contribuenti per il mancato versamento IMU; ha con più occasioni palesato l’inattendibilità del valore venale per ciascun anno d’imposta assegnato ai terreni dalla delibera Comunale; e ha presentato la crisi che ha colpito profondamente il settore immobiliare nell’ultimo decennio. Il Comitato giunge così a chiedere al Comune di Ripalimosani di ripercorrere le ragioni che hanno portato ad attuare il piano regolatore alla luce della situazione odierna e fare un raffronto tra quanto fu programmato nell’anno 2008 e quanto è stato compiuto oggi.
È necessario che l’Amministrazione Comunale prenda atto della realtà economica e sociale che si sta attraversando in cui non c’è crescita demografica, non c’è domanda di mercati per nuova edificazione, non c’è propensione all’investimento, ma solamente una crescita del tasso di disoccupazione ed un generale impoverimento della popolazione. Oggi per far fronte a tutta questa serie di problematiche occorre parlare di servizi ai cittadini, di recupero del patrimonio inutilizzato o dismesso, di risparmio del suolo, di difesa e riconversione della vocazione agricola, di tutela ambientale. Bisogna parlare di Governo del territorio e non
IMU RIPALIMOSANI – ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILITÀ SOCIALE indirizzo e-mail: comitatoimuripalimosani@gmail.com
di sviluppo urbanistico, per questo il Comitato invita il Comune a modificare le linee programmatiche del piano regolatore e a farsi portavoce di tali iniziative che devono partire dal basso, dalla più piccola cellula governativa, che è quella più vicina ai fabbisogni dei cittadini.
L’Amministrazione deve prendere consapevolezza che le scelte urbanistiche effettuate dal Consiglio comunale che sarebbero dovute essere nell’interesse della comunità, hanno finito solamente per lederla, moralmente ed economicamente. Le prescrizioni di zonizzazione attuate dal Comune nel delineare limiti e caratteristiche delle edificazioni hanno prodotto pregiudizio concreto ed attuale ai cittadini.
A dimostrazione di ciò, il Comitato evidenzia che sulla zona D1 commerciale-artigianale in Contrada Serre non è stato implementato alcun piano attuativo e realizzata alcuna edificazione, ma di fatto sono terreni produttivi di reddito agricolo sia perché i possessori coltivano ortaggi e curano i propri frutteti esistenti e sia perché per la maggior parte vengono seminati dall’imprenditore agricolo inserito nella stessa zona D1 e quindi strumentali per la propria azienda, ed è grazie al raccolto di tali terreni che riesce a mandare avanti il proprio lavoro. Questo a voler dire che un accanimento sul territorio attraverso l’urbanizzazione selvaggia, generatrice dell’ennesima colata di cemento, è solo da considerarsi un azione irresponsabile.
Invece, sulla zona D4 con destinazione industriale in Contrada Pesco Farese la situazione è ben diversa, in tale area sono stati avviati piani di lottizzazione e realizzati edifici, ma purtroppo interrotti dalla stessa impresa costruttrice che in tale progetto ha investito ingenti quantità di denaro. L’impresa è oggi proprietaria di un terreno edificabile appartenente ad un piano attuativo e di una serie di capannoni, alcuni dei quali rimasti sfitti. La costruttrice riesce ad adempiere all’IMU grazie al fitto dei restanti capannoni e a risorse che derivano da altre fonti di investimento, altrimenti probabilmente oggi avremmo assistito all’ennesima procedura fallimentare.
Sempre nella zona D4 in Contrada Pesco Farese si prospetta la realtà di altri umili cittadini che hanno permutato il loro terreno con l’impresa costruttrice in cambio di un edificio ad uso industriale-commerciale. Per anni tali possessori hanno adempiuto al pagamento IMU, anche se tali edifici risultavano vuoti, grazie all’aiuto dei propri familiari e ai risparmi messi da parte. Ad oggi, alcuni cittadini fortunati sono riusciti a fittare tali edifici seppur a prezzo di costo, ma c’è ancora chi non riesce a trovare affittuari o acquirenti e comunque deve assolvere al pagamento IMU senza averne la capacità contributiva.
Lo scenario preposto dal Comitato è catastrofico, e lo sarà ancor di più quando tutti i possessori arriveranno ad un collasso impositivo al quale non riusciranno a far fronte.
Il Comitato richiama vivamente il Comune di Ripalimosani a prendere coscienza delle conseguenze che ci saranno nel caso in cui non proceda ad apportare una repentina modifica allo strumento urbanistico.
I contribuenti impossibilitati nell’adempiere per insufficienza di risorse si imbatteranno nell’iter procedimentale dell’Agenzia delle entrate-riscossione, che al mancato pagamento della cartella esattoriale, procederà al recupero forzato nei confronti non solo dei cittadini, ma anche dei coobbligati.
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In primis, il pignoramento del conto corrente sul quale i possessori hanno accantonato i risparmi di una vita, e comunque non sufficienti alla regolarizzazione dell’imposta. I cittadini verranno privati di ogni disponibilità monetaria che sarebbe potuta necessitare per le emergenze della propria persona. Il caso di un possessore pensionato di 83 anni cardiopatico chiamato ad assolvere un importo IMU di circa 10.000 euro l’anno diventa emblematico.
Il pignoramento interesserà inoltre una percentuale dei redditi di lavoro dipendente e di pensione sia che gli accrediti avvengano sul conto corrente, sia presso il datore di lavoro o in capo all’ente previdenziale.
Ancora, l’agente della riscossione avrà la possibilità di iscrivere ipoteca sui beni immobili dei cittadini e poi procedere all’espropriazione forzata dei beni stessi. Pertanto, i possessori di terreni edificabili che hanno con tanto sacrifico realizzato un immobile su di esso e hanno per anni adempiuto al pagamento IMU si vedranno prima ipotecare e poi espropriare dello stesso. Invece, i possessori che detengono altri immobili dove da decenni svolgono attività commerciale, in cui riescono a stento ad adempiere regolarmente a tutte le imposizioni, saranno privati non solo dello stabile ma della possibilità di lavorare, possibilità che verrà tolta anche ai propri figli che continuano l’attività di famiglia.
Inoltre, ai cittadini nessuna azione è consentita per salvaguardare ciò che gli rimane poiché l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha la facoltà di revocare l’atto di vendita o di donazione posto in essere.
Il Comune di Ripalimosani oggi ha il dovere e il potere di evitare il generarsi di quanto prospettato riconoscendo di aver prefigurato un piano non conforme alla realtà odierna, e di ritornare sui propri passi.
Il Comitato avanza la proposta dei possessori dei terreni della zona D1 in Contrada Serre che esprimono la loro volontà di essere sempre stati considerati come possessori di terreni agricoli, e la proposta dei possessori della zona D4 in Contrada Pesco Farese di diminuire il valore venale dei terreni e la possibilità di concedere delle attenuanti atte a soccorrere i contribuenti per l’adempimento IMU.
In occasione della convocazione del Consiglio Regionale del Molise in data 16 gennaio 2018 alle ore 10:00, il Comitato sarà presente, con la propria delegazione, alla sede di Campobasso in Via IV novembre n.87 per chiedere direttamente al Presidente Ing. Vincenzo Cotugno l’audizione in Consiglio Regionale presso la Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.

IL COMITATO

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