Contrasto alla ludopatia, Manzo: in Molise azioni inesistenti. La Regione sta perdendo la scommessa

Un’altra scommessa persa, per restare in tema, quella che la Regione Molise avrebbe potuto giocare e vincere, attuando concretamente le azioni per il contrasto al fenomeno della ludopatia che in Molise fa registrare numeri inquietanti. Un tema che ho seguito con particolare attenzione sin dalla scorsa legislatura.

Ho chiesto conto delle azioni messe in campo in merito al tema della dipendenza dal gioco d’azzardo con una interrogazione che segueil trasferimento di una discreta somma nelle casse dell’Asrem che, guarda caso, a quattro anni di distanza dall’avviso pubblico avrebbe dovuto consentire di individuare competenze e professionalità utili a contrastare energicamente la ludopatia. Ma nel frattempo qualche giorno prima di incassare quasi 500mila euro, l’Azienda sanitaria regionale ha reso nota la graduatoria della selezione che, clamorosamente, non riguarda né gli psicologi, né gli assistenti sociali, ma i due profili amministrativi.

In quattro anni – l’avviso pubblico è tra quegli atti che sembrano nascere per rimanere celati ai più visto che è stato pubblicato qualche giorno prima di Natale e ed è scaduto il 31 dicembre del 2018 – anche l’Azienda sanitaria regionale ha vinto la sua scommessa: ritardare perfino la costituzione del team che avrebbe dovuto affiancare il Comitato consultivo sul fenomeno del gioco d’azzardo e della relativa dipendenza. La Regione non è stata da meno: per sostituire il presidente e rendere finalmente operativo (almeno su carta) l’organismo ha aspettato che qualcuno, nella fattispecie la sottoscritta, lo chiedesse ufficialmente.

Un rapido excursus dei fatti: il Piano regionale 2017-2018 per la prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico è stato approvato dalla Giunta Toma il 22 agosto del 2018. Nel gennaio 2019 il Consiglio regionale del Molise ha approvato all’unanimità la mia mozione che impegnava la Giunta regionale a procedere all’identificazione di un logo identificativo “No Slot” , prevedendo la possibilità di coinvolgere gli studenti delle scuole molisane per un concorso di idee. Non solo, la Regione avrebbe dovuto essere il pungolo delle Amministrazioni comunali che, con propri regolamenti, avrebbero dovuto ridurre la diffusione dei luoghi autorizzabili. In più, si sarebbe dovuta mantenere la dotazione finanziaria dei Piani sociali  indispensabile agli interventi contro le ludopatie.

Visto che il tema era urgente, solo 12 mesi dopo la Giunta ha istituito il Comitato consultivo sul fenomeno del gioco d’azzardo e della relativa dipendenza quale organo di consulenza permanente del Consiglio regionale e dell’Esecutivo. E solo un altro anno dopo, il 18 gennaio 2022, ha sostituito la consigliera Paola Matteo (nel frattempo uscita dal Consiglio regionale per effetto dell’abolizione della surroga) con la collega Aida Romagnuolo in qualità di presidente dello stesso Comitato consultivo, mai riunitosi.

E così, mentre il governo perdeva tempo, i molisani perdevano soldi.

Dal 2016 al 2018 in Molise è andato in fumo un milione di euro, dal 2018 al 2020 – gli ultimi dati disponibili – sono stati raccolti  circa 913 mila euro. Per ‘raccolta’ si intende l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori. Nelle stesso periodo, oltre 230mila euro finiscono nella voce ‘spesa’ che corrisponde alle perdite dei giocatori ed è data dalla differenza tra la raccolta e le vincite. 

E questi dati escludono il gioco online che ha conosciuto una crescita notevole legata, ovviamente, al periodo di lockdown.

Altro dato, estrapolato dal Libro Blu 2020 parla di come la rete degli esercizi che ospitano apparecchi da intrattenimento AWP, per quanto capillare su tutto il territorio nazionale, evidenzia che tra le regioni con la più alta densità di apparecchi per abitante ci sono il Molise e la Sardegna che si attestano su valori di un apparecchio ogni 165 abitanti.

Eravamo, nel periodo 2016-2018, al tredicesimo posto in Italia per il consumo pro-capite di gioco d’azzardo legale, calcolato sui giochi presenti sulla rete fisica tenendo conto della popolazione maggiorenne residente. La media nazionale era di 1.463 euro a testa, in regione se ne sono spesi 1.339, poco al di sotto della media nazionale.

Così, mentre la Regione raccoglieva le idee e impiegava quattro anni per mettere a sistema un Comitato, stanziare i fondi e trasferirli all’Azienda sanitaria regionale, la quale a sua colta per un avviso pubblico per due amministrativi ha impiegato 48 mesi, in Molise si spendevano quasi 2 milioni di euro per il gioco d’azzardo.

Nelle considerazioni e valutazioni sulla riapertura dei punti gioco dal primo luglio 2021, l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, ha presentato un esame delle implicazioni del riavvio a pieno regime della capillare distribuzione dei giochi pubblici con vincita in denaro che disponeva di circa 230mila punti di vendita prima del blocco decretato per fronteggiare la pandemia da Covid.

Nell’anno 2019 il volume del denaro giocato ammontava a 110 miliardi e 446 milioni di euro (dei quali 19 miliardi e 456 milioni confluivano nelle “perdite” dei giocatori: rispettivamente pari a un pro capite (misura convenzionale) di 1841 e di 323 euro). Si tratta di valori molto alti, se si considera, di là della misura media, la concentrazione di “giocato” e di “perdite” in una fascia più ridotta di popolazione (circa 5 milioni 200 mila, secondo l’Istituto Superiore di Sanità).

Davanti a questi dati, le Istituzioni avrebbero il dovere di mettere in campo qualsiasi strumento di contrasto a un fenomeno che troppo spesso sfocia in preoccupante patologia e quindi fare in modo di rendere efficaci gli impegni assunti.

Cosa sta facendo il Comitato? Considerato che in qualità di  organo di consulenza permanente del Consiglio e della Giunta regionale deve monitorare gli effetti economici, sociali, sanitari ed epidemiologici, di pubblica sicurezza e culturali del fenomeno della dipendenza da gioco, deve formulare pareri, proposte di strategie e linee di intervento al Consiglio e alla Giunta per recuperare i soggetti affetti da patologie, deve organizzare servizi di informazione, assistenza e consulenza gratuita in collaborazione con Asrem, deve promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione ai rischi derivanti dal gioco d’azzardo.

E cosa sta facendo l’Asrem che pensa di sostenere attività così rilevanti sotto il profilo socio-sanitario dotandosi di due amministrativi che, per carità, sono indispensabili ma non sufficienti visto che la formazione del team di professionalità richiesto dall’avviso pubblico avrebbe dovuto prevedere  6 dirigenti psicologi (questi, in verità, rimasti ostaggio dei ricorsi al Tar, sic!),  3 collaboratori professionali assistenti sociali, 2 collaboratori tecnico professionale per il settore informatico e 2 collaboratori amministrativo professionale per quello giuridico ed economico.

Alla Regione Molise lo Stato ha trasferito oltre 216 mila euro per l’anno 2016, oltre 234 mila per il 2017. Sono stati liquidati a favore dell’Azienda sanitaria regionale del Molise, 261.479 euro il 15 novembre 2018 e 494.388,91 euro il 24 maggio 2022. In quali attività sono stati…scommessi?

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