Lifeline, c’è l’accordo: “Abbiamo l’autorizzazione a entrare in acque maltesi”

All’alba l’ultimo disperato appello della nave: “Al largo onde alte e forte vento, tre persone già ricoverate in ospedale. È la Germania a impedirci l’approdo”. La Marina libica: “Bene Salvini sui porti chiusi alle ong”

di ALESSANDRA ZINITI www.repubblica.it

La Lifeline “ha ricevuto” il permesso per entrare in acque maltesi, e cercare riparo dalle cattive condizioni meteo. Lo riferisce l’Ong via Twitter. Ancora all’alba, in attesa di un accordo sulla distribuzione dei migranti, dalla nave era partito un ultimo disperato appello alle autorità maltesi. “Fateci entrare in porto o fateci almeno riparare dal vento e dalle onde. C’è gente a bordo che ha bisogno di cure intensive. In tre sono già stati portati in ospedale”, la richiesta lanciata alle prime ore del mattino dal capitano Carl Peter Reisch. “Molti a bordo stanno soffrendo di mal di mare”, scriveva su Twitter la ong. “Un giorno fa è arrivata la notizia che siamo autorizzati ad entrare a Malta, ma non abbiamo ancora ottenuto l’approvazione. Chiediamo ora se siamo autorizzati a proteggerci almeno dalle alte onde e dal forte vento al largo della costa maltese”.

“IL MINISTRO TEDESCO SEEHOFER È IL SALVINI TEDESCO”
A ritardare l’ingresso in porto a Malta della Lifeline, ormai al sesto giorno dal salvataggio dei 234 migranti, sarebbe il no della Germania all’accordo faticosamente raggiunto dai cinque Paesi europei disposti ad accogliere ognuno una quota dei migranti soccorsi. L’accusa è del fondatore della Ong tedesca, Alex Steier, che attribuisce al ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer il braccio di ferro con gli altri Paesi. Seehofer “agisce come una versione tedesca del collega italiano Salvini e rende il governo tedesco complice della mancata assistenza a persone in pericolo”, dice Steier. “Se la situazione a bordo della nave subirà un’escalation a causa delle condizioni di sfinimento e debolezza delle persone a bordo, e del peggioramento del tempo, Seehofer ne avrà piena responsabilità”, aggiunge.

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