Trattamento di rifiuti pericolosi. Lettera aperta degli apicoltori di Pozzilli

apicoltoriRiceviamo e pubblichiamo una lettera degli apicoltori di Pozzilli in merito alla paventata apertura, nel Comune di Pozzilli, di una “fabbrica che si occupa di trattare rifiuti tossici e pericolosi”.

Scusate l’intrusione.
Siamo apicoltori. Siamo cittadini di Pozzilli. Generalmente, presi dal nostro quotidiano, già di per sé complesso, non scendiamo nell’arena politica, anche perché non intendiamo offrire alla strumentalizzazione di parte le nostre idee. Oggi, però, abbiamo deciso di derogare alla regola. L’argomento è troppo importante. Diremmo che è vitale. Lo è, non tanto per noi, ma lo è per la generazione dei nostri figli, dei nostri nipoti e delle generazioni successive. Stiamo parlando del nostro territorio, del nostro ambiente e della relativa sicurezza. Stiamo parlando dell’ennesima paventata apertura, nel Comune di Pozzilli, di una “fabbrica che si occupa di trattare rifiuti tossici e pericolosi”.

Nei giorni scorsi abbiamo letto posizioni contrastanti sulla vicenda. Ma soprattutto abbiamo letto posizioni che non riusciamo a condividere né tantomeno a comprendere. Si parla di verifiche tecniche, controlli amministrativi in corso, etc.etc..

No, per noi è sbagliato l’approccio. Qui non si tratta di valutare la regolarità normativa dell’iniziativa. Questa è competenza dei funzionari preposti. Qui, la politica, deve andare oltre. La politica deve valutare l’opportunità di accettare inerme questa nuova devastazione del nostro territorio. Abbiamo assistito, nel passato, allo scempio della industrializzazione di Pozzilli. Risultato: un omicidio socio-ambientale; basta osservare lo stato di “dissesto finanziario” dichiarato dalle tante famiglie un tempo occupate nella fabbriche – che oggi “tirano a campare con gli ammortizzatori sociali”, finchè ci saranno, ed il livello di abbandono delle nostre terre, una volta, amorevolmente coltivate e “accudite” come patrimoni famigliari da preservare. Oggi stiamo assistendo alla scommessa del business dei rifiuti; inceneritori, ditte di trattamento dei rifiuti solidi urbani, digestori di vernici, vasconi di trattamento di liquidi pericolosi lasciati all’abbandono, e quant’altro, tutto concentrato in quel territorio che, un tempo, entrava tutto in una delle più belle cartoline rappresentative della nostra Regione. Allora il problema non è, non deve essere e non può essere, il valutare la correttezza documentale delle istanze di insediamento di queste attività. Noi siamo sicuri che gli strapagati consulenti tecnici delle aziende interessate non commetteranno errori in tal senso. Il problema è, deve essere di natura politica, di natura strategica. Il problema è, e deve essere, capire quale futuro vogliamo per il nostro ambiente. Vogliamo che Pozzilli sia la più corretta, regolamentare, rispettosa delle leggi, discarica a cielo aperto del Molise. Regolamentare ma pur sempre discarica. Di rifiuti pericolosi conformi alla Legge, ma pur sempre pericolosi. Oppure vogliamo provare a scommettere sulle eccellenze, sulla sanità, sul turismo rurale, sugli oliveti, sul miele, sui boschi. Vogliamo puntare sulla morte ( rifiuti, più o meno tossici) o sulla vita? Questa è la risposta che ci attendiamo, forte, chiara, dai nostri amministratori. Non ci interessa sapere se le carte stanno a posto. Vogliamo capire se i nostri amministratori vogliono tutelare il territorio dove stanno crescendo i nostri figli e dove dovranno nascere e crescere le generazioni future. nNoi siamo semplici apicoltori. Viviamo in stretto connubio con il territorio, con l’ambiente. Le nostre api sono delle vere e proprie sentinelle dell’inquinamento ambientale. Addirittura le api del nostro consorzio, il CoNaProA, vengono utilizzate nella Terra dei Fuochi per monitorare la presenza di Cadmio, Piombo e IPA. Proprio le nostre api che oggi ci segnalano la loro sofferenza anche in Molise, a Pozzilli. Le stesse api che con i fatti ci dimostrano che è possibile uno sviluppo sostenibile, che l’economia di una società non è vero che si regge solo se ci sono le fabbriche che inquinano. Un’altra idea di sviluppo del territorio è possibile. Le api, ad esempio, ce lo dicono ogni giorno. Noi non intendiamo assistere passivamente alla distruzione del nostro territorio. Noi intendiamo “lottare” per garantire un’eredità ambientale ai nostri figli migliore di quella che abbiamo ricevuto noi, che era frutto di errate decisioni politiche e che non vogliamo vengano ripetute oggi. Vogliamo chiarezza. Vogliamo sapere chi sta con noi, con la vita. Vogliamo sapere chi sta contro di noi, con i rifiuti, più o meno regolamentari, più o meno pericolosi.
Riccardo Terriaca
Consorzio Nazionale Produttori Apistici

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