Stile Bergoglio, effetto Francesco. Il saluto dei detenuti del carcere di Isernia

La Sua visita ha un sapore particolare per noi, LEI, ha voluto incontrare i peccatori, e noi siamo qui ai suoi piedi a chiederLe di perdonarci. Abbiamo sicuramente commesso degli errori, ma abbiamo la volontà di volerci rialzare e la Sua visita ci riempie il cuore di gioia, ma soprattutto di speranza, e in questo mare di speranza LEI ci deve guidare, con la potenza del perdono.Lei, ci porta una grande emozione, comunicazione, innovazione, Lei dà entusiasmo anche a chi è lontano dalla Chiesa, ma soprattutto ci porta amore, e amore è la parola chiave del nostro incontro e noi oggi sperimentiamo la gioia di riceverla.

Lei, ha una vocazione straordinaria, quella di portare un’esplosione di luce e di speranza anche dietro le sbarre; noi siamo anime imprigionate nella quotidianità di ciò che avviene nella spazio di una cella, ma per molti il carcere è considerato una discarica sociale, mentre invece dovrebbe essere reinserimento e riabilitazione, favorendo il pieno recupero della dignità umana di noi detenuti. Oggi però, innanzi a Lei che incontra la sofferenza, non vogliamo avere il volto di delinquenti, ma vogliamo essere i protagonisti di un incontro unico, con la dignità e la forza di chi vuole imboccare la strada maestra precedentemente perduta.

Santità, Lei è abituato alle grandi folle, 100.000, 500.000, a Rio sulla spiaggia di Copacabana erano milioni, qui siamo in pochi, ma ci siamo tutti! E virtualmente ne rappresentiamo 60.000.

Papa Giovanni XXIII era il Papa buono, Giovanni Paolo II era il simpatico e quello del perdono, Lei, invece, è il nostro PAPA ROCK!!

Santità Lei è senz’altro a conoscenza dell’inumana situazione che offrono gli Istituti di pena Italiani, pensiamo ci sia poco da sottolineare in merito al sovraffollamento, ma quello che ci induce a rivolgersi a Lei, è subordinato dal fatto che in un momento storico come quello attuale, dove i nostri politici sono intenti più a litigare in Parlamento, invece di risolvere i problemi del nostro Bel Paese e continuano ad illuderci sull’esito di emanare un atto di clemenza. Purtroppo questa decisione viene puntualmente disattesa, e se mai un giorno verrà, sarà soltanto per non dover pagare le salatissime multe agli Enti che vigilano sulle condizioni degradanti in cui versano i nostri Penitenziari.

Santità, lanci in nostro favore un’ulteriore segnale che possa aprire uno spiraglio per un futuro migliore.

Noi, detenuti della Casa Circondariale di Isernia, in confronto ad altri molti disgraziati che si trovano ristretti in altrettanti Istituti in Italia, ci consideriamo privilegiati, in quanto stiamo soffrendo molto meno il problema del sovraffollamento, perché l’Istituto dove ci troviamo ad espiare la nostra pena, offre condizioni perlomeno vivibili, mentre altrove si dovrebbe affrontare e rivedere il Sistema- Giustizia, che ignora le prigioni mal gestite e che dovrebbe dare una risposta più efficace alla privazione della libertà e dei diritti umani.

Fortunatamente nei nostri Penitenziari, a giusta ricompensa, riceviamo un dono di grazia, quello del Signore che ci ha inviato i suoi angeli, e qui noi ne abbiamo diversi che ci aiutano e ci confortano: i volontari del gruppo diocesano che tutti i venerdì trascurano le loro famiglie per istruirci col catechismo e prepararci a partecipare alla Santa Messa settimanale celebrata dal nostro vulcanico Fra’ Camillo.

Santità, Lei si è occupato di tante problematiche, dalla guerra al commercio delle armi, all’immigrazione; ha abolito l’ergastolo nella Città del Vaticano. Nella speranza che si ricordi anche di noi e animati dalla grande emozione oggi ha suscitato, noi detenuti ci riscopriamo figli del PADRE DELLA MISERICORDIA, che ci ama nonostante la nostra fragilità, rendendoci testimoni della SUA parola di salvezza.

Stile Bergoglio, effetto FRANCESCO!

Nosotros la quieremos mucho,con stimas y amor!

I detenuti di Isernia.

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