venerdì, Luglio 25, 2025
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Campobasso/ bando per n°2 posti per tirocinio extracurriculare – laureati in Farmacia o C.T.F.

In esecuzione della delibera di Giunta Comunale n°79 del 17/04/18 e della determina dirigenziale n.985 del 09/04/2019 Tenuto conto che sulla base delle risultanze del precedente bando risultano ancora disponibili n°2 posti per tirocinio
extracurriculare per laureati in Farmacia o C.T.F. da espletarsi presso le farmacie
comunali di Via XXIV Maggio e di Via Emilia a Campobasso. Il bando scade il 10 ottobre 2019

Requisiti generali per l’ammissione

  1. Per l’ammissione al bando è richiesto il possesso dei seguenti requisiti generali:
    a) cittadinanza italiana o di uno degli Stati membri dell’Unione Europea fatte salve le eccezioni di cui al D.P.C.M. 7.2.1999, n. 174;
    b) età non inferiore ad anni 18 e non superiore a quella prevista dalle vigenti disposizioni di legge per il collocamento a riposo;
    c) godimento dei diritti civili e politici;
    d) non essere stato destituito o dispensato dall’impiego presso una Pubblica Amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero sia stato dichiarato decaduto da un impiego pubblico, ai sensi dell’art. 127, I comma, lettera d) del Testo Unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato,
    approvato con D.P.R. 10/01/57 n. 3;
    e) non aver riportato condanne penali che impediscano, ai sensi delle vigenti disposizioni in materia, la costituzione del rapporto di impiego con la Pubblica Amministrazione;
    f) idoneità fisica allo svolgimento del tirocinio

Requisiti professionali

  1. Per l’ammissione al bando sono richiesti i seguenti requisiti professionali:
  • Laurea del Vecchio Ordinamento (DL) in Farmacia o Chimica e Tecnologie Farmaceutiche o Laurea Specialistica (LS – classe 14) o Laurea Magistrale (LM classe 13) del Nuovo Ordinamento in Farmacia o Farmacia Industriale.
  1. Qualora il candidato possegga una laurea equipollente a quelle indicate al comma 1, dovrà indicare il riferimento normativo (decreto ministeriale/decreto interministeriale o legge) ai sensi del quale è riconosciuta l’equipollenza. In caso di mancata indicazione il candidato che sia stato invitato a regolarizzare la domanda entro un termine non
    superiore a quindici giorni e che non vi abbia provveduto entro il termine indicato dall’Amministrazione è definitivamente escluso dalla procedura selettiva.
  2. Nel caso in cui il titolo di studio non sia stato conseguito in Italia, il candidato dovrà allegare alla domanda di partecipazione, a pena di esclusione, idonea documentazione comprovante il riconoscimento del titolo dalla Repubblica Italiana, quale titolo di studio di pari valore ed equipollente rispetto a uno dei titoli di studio richiesti per l’ammissione.
  3. La domanda di partecipazione al bando deve essere sottoscritta dall’aspirante candidato, a pena di esclusione.
  4. I requisiti di cui agli artt.3 e 4 devono essere posseduti alla scadenza del termine stabilito dal presente bando.

Altri requisiti per l’ammissione

  1. Per l’ammissione al bando sono richiesti i seguenti ulteriori requisiti:
  • non aver avuto un rapporto di lavoro, una collaborazione o un incarico con il Comune di Campobasso negli ultimi due anni precedenti la pubblicazione del predetto bando;
  • trovarsi in stato di disoccupazione ai sensi dell’art.19 del d.Lgs.150/2015;
  • non aver conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di farmacista;
  • non essere iscritto all’Ordine dei Farmacisti.

Termini di presentazione delle domande

  1. La domanda di partecipazione al bando – redatta in carta semplice, secondo lo schema allegato al bando (all. A) – deve essere presentata inderogabilmente entro il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del bando all’Albo Pretorio informatico del Comune, a scelta secondo le seguenti modalità, purché l’autore sia identificato ai sensi dell’art. 65 D.Lgs. n. 82/2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale)

BANDO e Domande

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Legge editoria: passano le modifiche, ora la legge all’attenzione del Consiglio regionale

Nel corso della IV Commissione consiliare, in discussione la proposta di legge numero 74, d’iniziativa della Giunta regionale, concernente le “Modifiche alla legge regionale n.11 del 20 maggio 2015 “Disciplina del sostegno dell’editoria locale”. Le modifiche riconoscono e garantiscono il pluralismo nell’informazione locale quale promotore di crescita sociale e culturale oltre a promuovere il sistema d’informazione locale quale diffusore di conoscenza della realtà territoriale regionale.
La Pdl in essere passa con i voti favorevoli dei consiglieri Calenda, Matteo e Pallante, mentre si sono astenuti i due consiglieri Manzo e Primiani.
La relatrice della Pdl, la Consigliera regionale Paola Matteo ha presentato anche un emendamento approvato dalla Commissione che mira a garantire un ulteriore sostegno agli editori.

“Un sostegno diretto – motivano le consigliere Calenda e Matteo – a dimostrare ancora una volta la volontà di contribuire in modo deciso alla nostra editoria, in grande difficoltà in questo particolare momento storico. Le modifiche licenziate dalla IV Commissione vanno a rimarcare la volontà, espressa dal Presidente Toma, ovvero che il sostegno all’editoria locale è condizione imprescindibile per avere un’informazione libera e plurale che svolge un ruolo determinante nella crescita dei nostri concittadini. Esprimiamo piena soddisfazione – concludono le due Consigliere regionali – per i lavori svolti in Commissione”.

Ora la proposta di legge passa all’attenzione del Consiglio regionale per le determinazioni conclusive.

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L’angolo della Psicologa/ Il suicidio nelle Forze Armate e nelle Forze dell’Ordine: una fotografia d’ insieme


Ormai sta diventando particolarmente difficile tenere il conto, il conto tragico, degli uomini in divisa morti a causa del suicidio.

Il suicidio è un atto complesso, non ascrivibile a una sola causa: gli studi più recenti sono infatti concordi nell’affermare che le motivazioni alla base di quest’atto estremo possono derivare da una complessa interazione di fattori biologici, genetici, psicologici, sociali, culturali e ambientali.[1]

Le statistiche ISTAT presentate nel settembre 2017 in occasione della giornata mondiale dedicata alla prevenzione dei suicidi mostrano una chiara fotografia del fenomeno nella popolazione civile Italiana.

Esiste un’ evidente prevalenza di frequenza nella popolazione maschile, in una fascia di età che va, per lo più, dai 45 ai 64 anni con il dato del 37%.

Tuttavia, sono degne di nota, anche la fascia sopra i 64  anni coi il 35%  dei casi e quella sotto i 45 con il 23%[2].

Sempre dagli stessi dati, sembrerebbe che un elemento discriminante sia il livello di istruzione: ad un basso livello di istruzione corrisponderebbe un tasso più elevato di morte a causa del suicidio.

Infine, risulta interessante sottolineare, sempre dalla stessa statistica ISTAT, che i mesi considerati più a rischio siano quelli a cavallo tra la primavera e l’estate.

Questa statistica non include in modo particolare gli appartenenti alle FF.OO ed alle FF.AA ma è in linea con le attuali tendenze.

Nello specifico, il  suicidio è la terza causa di morte nelle Forze Armate e nelle Forze dell’Ordine, preceduta dagli incidenti automobilistici e dalle malattie[3].

I primi dati ufficiali,  che furono resi pubblici dal Ministero dell’Interno, interessarono il quinquennio 2009-2014: 62 sono stati quelli tra gli agenti di polizia, 92 tra i carabinieri, 45 nella guardia di finanza, 47 tra i poliziotti penitenziari, otto tra i militari dell’ormai sciolto corpo forestale[4].

Per i successivi cinque anni si può far riferimento ai dati raccolti dall’associazione Cerchio Blu[5], arrivando a contare nel biennio 2015-16, la morte per suicidio di 66 persone tra uomini e donne appartenenti alle Forze dell’Ordine e le Forze Armate, suddivisi in 34 nel 2015 e 32 nel 2016[6].

Complessivamente, sempre dalla fonte dell’ Osservatorio dell’associazione Cerchio Blu, si registrano tra il 2010 e il 2016 circa 255 morti a causa della scelta di togliersi la vita.

Il numero evidentemente elevato, sebbene spalmato in più anni, è decisamente allarmante poiché corrisponde a circa il doppio rispetto alla media di suicidi nella popolazione civile italiana[7].

L’associazione Cerchio Blu effettua una precisa fotografia dei casi che vanno dal 2014 al 2019 (ovviamente i dati dell’ultimo anno sono ancora, dolorosamente, provvisori).

Di seguito si riportano dei grafici da cui di nota chiaramente quanto esposto in precedenza e la situazione attuale, suddividendo le morti per anno e corpo di appartenenza.

Nel grafico 1[8], si mostra il report sui suicidi  delle Forze dell’Ordine 2014 – 2019 per corpo d’appartenenza (al 06/09/19).

Grafico 1.

Dalla statistica di riferimento, risulta che la modalità più comune per togliersi la vita è utilizzare l’arma di ordinanza in un luogo privato o sul posto di lavoro;  maggiormente nel nord Italia ed in una fascia di età che risulta essere in linea con la statistica ISTAT della popolazione civile, cioè con una maggiore prevalenza tra i 24 ed i 64 anni, come mostrano i grafici 2, 3 e 4[9] che seguono.

    Grafico 2.

Grafico 3.

Grafico 4.

Nell’anno corrente, osservando i decessi per causa del suicidio nel personale militare e di polizia, salta subito all’occhio il numero elevato dei casi, ad oggi 44 che si susseguono con una notevole e paurosa frequenza che non lascia indifferenti.

Come mai questa escalation di morte?

Il motivo reale, per cui una persona arriva a fare un gesto così estremo, non si potrà mai sapere con certezza. Quel motivo, il più delle volte, va via con chi decide di non restare più: forse stanco, forse solo, forse spaventato, forse deluso, forse con un pesante senso di colpa, forse troppo imbarazzato, forse senza più speranza a cui attingere per andare avanti.

A chi resta, rimane un vuoto enorme impossibile da colmare e tante domande a cui è difficile rispondere.

Tra i tecnici del settore è diffusa l’opinione che la possibilità di fruire di un’arma sia tra i fattori più incidenti, oltre all’esposizione a livelli elevati di stress e situazioni lavorative pesanti.

Gli appartenenti alle Forze Armate ed alle Forze dell’Ordine risultano essere più a rischio dei civili, per la maggiore esposizione a eventi stressanti ed alle conseguenze post-traumatiche che da essi derivano, nonché al burn-out da lavoro, legato alle caratteristiche organizzative ed etiche proprie dell’attività di competenza[10].

Nel testo “Il Suicidio oggi”, gli autori, Giampieri e Clerici, così si esprimono in merito ai fattori incidenti nell’aumento del rischio suicidario: “la natura particolare del servizio, lo stress legato al rischio intrinseco della professione, oltre alla portata civile e morale del lavoro svolto, nonchè le responsabilità relative e la delicatezza delle mansioni, sottopongono l’individuo a una condizione di stress cronico in grado di minare la salute psicofisica e di predisporre, di conseguenza, anche al suicidio. Dato il ruolo sociale, inoltre, potrebbe essere molto difficile per queste categorie ammettere uno stato di malessere o di fragilità e, conseguentemente, chiedere aiuto”.

Esiste una teoria psicologica ideata da Joiner nel 2005 e definita “teoria interpersonale-psicologica del suicidio” (IPTS; Joiner, 2005), essa delinea un modello del comportamento suicidario che si concentra su tre variabili necessarie e congiuntamente sufficienti che devono essere presenti in un individuo perché metta in atto un comportamento letale: appartenenza contrastata, onerosità percepita e capacità acquisita di effettuare un atto di letale autolesionismo.

La percezione di onerosità e di appartenenza contrastata costituiscono quello che l’IPTS definisce  “desiderio di morte”. Quanto più intensa è la combinazione di questi fattori, tanto più forte è probabile che sia l’ideazione suicidaria[11].

Per appartenenza contrastata, secondo questa teoria, si intende la mancanza di interazioni sociali positive e la sensazione di non ricevere accudimento.

Per onerosità percepita si intende invece la sensazione di essere un peso per gli altri che fanno parte del suo ambiente.

La terza variabile in gioco, nella teoria interpersonale psicologica del suicidio, è la capacità acquisita, cioè quella capacità che aumenta con il servizio ed è data dall’esposizione frequente ad eventi pericolosi e violenti. Le ripetute occasioni di interventi su scenari drammatici,  dovute alla natura del proprio servizio, potenzialmente assuefanno l’individuo alla possibilità di relazionarsi con la morte (anche con la propria) e di fronteggiarla, in maniera tale da eliminarne la paura ed il dolore da essa causati.

Tale assuefazione è ritenuta tra le concause per cui si arriva ad agire atti estremi, considerati erroneamente ed in ultima analisi, l’unica soluzione possibile a diversi e svariati ordini di problemi, sia di natura privata che professionale.

Infine, un ruolo primario e fondamentale che in sé racchiude molteplici spinte motivazionali al gesto suicidario, è da attribuire alla bassa tolleranza alla frustrazione ed alla poca resilienza.

Quando si parla di frustrazione si intende quel sentimento di impotenza che emerge in seguito al mancato soddisfacimento dei propri desideri e/o delle proprie aspettative.

Per resilienza invece si intende la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità[12]

La società odierna è definita da un noto sociologo contemporaneo, Bauman, “liquida”, cioè senza forma. In questo tipo di società che si adatta al contesto che la contiene, senza troppe regole, tutto è lecito e tutto si deve avere subito. Gli uomini che la abitano, sono paradossalmente, più fragili e meno autonomi dei loro antenati. La fragilità e le insicurezze esistenziali che li accompagnano, li rendono più sensibili ai rifiuti, alle rinunce, meno forti nel sopportare le distanze, il tempo, la solitudine e le situazioni scomode, in una parola: frustrati.

Inoltre, viene meno la resilienza, che si allena nel tempo. La sua assenza comporta la tendenza a tollerare poco le difficoltà, cercando la via di fuga più rapida ed incappando ormai, troppo spesso, in quella sbagliata. Il suicidio per molti, se non per tutti, è una via di fuga, quella che permette di andare via e di farla finita, lasciandosi tutto alle spalle, compresa la vita.

Per rimarginare il dilagare di questa emorragia di vita bisognerebbe porre in essere importanti azioni preventive che aiutino sia il singolo che la collettività a riconoscere il proprio disagio o quello altrui ed a reagire in maniera funzionale ad esso.

Studi differenti hanno dimostrato una riduzione drastica, addirittura del 60% del tasso di suicidi nell’isola di Gotland, in Svezia, dopo l’istituzione di un programma di formazione ed informazione centrato sul riconoscimento dei fattori di rischio suicidari (Rihmer et al., 1995; Rutz, 2001).

Contrariamente a quanto si crede, il parlare di suicidio non induce al gesto stesso, al contrario, il rendere manifesti i propri disagi interni, si è rivelato atto liberatorio e sostanzialmente “terapeutico”[13] .

L’azione preventiva dovrebbe, attraverso una serie step paralleli ed indipendenti: favorire azioni formative che vadano a creare conoscenza e consapevolezza del rischio suicidario; monitorare, qualora necessario, i militari attraverso screening sistematici; promuovere la conoscenza e la partecipazione dei militari al sostegno psicologico.

Credo che sia desiderio comune fare in modo che i servizi di sostegno psicologico, già posti in essere dalle Forze dell’Ordine e dalle Forze Armate, in favore dei propri uomini e donne, possano essere intensificati e maggiormente usati senza lo stigma che spesso li accompagna.

La vera forza è nel riconoscere la propria debolezza e da lì, senza paura, accompagnati da chi può indicare la strada, ripartire.

dott.ssa Antonella Petrella

Fonti:

[1] E. Giampieri, M. Clerici et al. in  “Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche” Ed. Springer
[2] Infografica sul suicidio in Italia. In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, data di pubblicazione sabato 9 settembre 2017
[3] E. Giampieri, M. Clerici et al. in  “Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche” Ed. Springer, p.228
[4] https://www.panorama.it/news/cronaca/suicidi-nelle-forze-dellordine-dati-strage/
[5] Cerchio Blu nasce nel 2004 come primo progetto di sostegno psicologico per la Polizia italiana –     http://www.cerchioblu.org/chi-siamo-2/
[6] https://www.panorama.it/news/cronaca/suicidi-nelle-forze-dellordine-dati-strage/
[7] ibidem
[8] http://www.cerchioblu.org/osservatoriosuicidipolizia/[9] http://www.cerchioblu.org/osservatoriosuicidipolizia/[10] E. Giampieri, M. Clerici et al. in  “Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche” Ed. Springer, p.222
[11] E. Giampieri, M. Clerici et al. in  “Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche” Ed. Springer, p.228[12] https://it.wikipedia.org/wiki/Resilienza_(psicologia)
[13] E. Giampieri, M. Clerici et al. in  “Il suicidio oggi, implicazioni sociali e psicopatologiche” Ed. Springer, p.242

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Giornate Europee del Patrimonio: eventi ed aperture straordinarie in Galleria Civica, BiblioMediaTeca e Museo dei Misteri

Sabato 21 e domenica 22 settembre tornano, nei musei e nei luoghi della cultura di tutta Italia, le Giornate Europee del Patrimonio (GEP 2019), con tema “Un due tre… Arte! – Cultura e intrattenimento”.

Si tratta dell’evento culturale partecipativo di maggiore portata in Europa. L’iniziativa è stata lanciata nel 1985 dal Consiglio d’Europa e nel 1999 è diventata un’azione comune in collaborazione con l’Unione europea.

Nel corso delle GEP si aprono le porte di migliaia di luoghi della cultura consentendo al pubblico di conoscere il proprio patrimonio culturale comune e di partecipare attivamente alla salvaguardia del patrimonio culturale dell’Europa per le generazioni presenti e future.

Il Comune di Campobasso ha deciso di aderire a questo importante evento attraverso i luoghi della Cultura di propria pertinenza: il Museo dei Misteri, La Galleria Civica d’arte moderna e contemporanea e la Bibliomediateca; il tutto rientra nel calendario “Eventi in città. ContaminAzioni Culturali tra luoghi e generi”, stilato per i mesi di agosto e settembre dall’assessorato alla Cultura del Comune di Campobasso.

La Galleria Civica e la Bibliomediateca per l’occasione saranno aperte anche domenica 22 settembre dalle 17,00 alle 20,00. La Galleria offrirà ai cittadini campobassani attività per tutte le età. Sabato 21 settembre  appuntamento alle 16,30 con Ti racconto una storia: laboratorio di storie per grandi e bambini che potranno ascoltare le Storie raccontate da Dante e illustrate da Pettinicchi e poi inventarne nuove da rappresentare e narrare.

Domenica 22 settembredalle 17,00 alle 20,00 nelle sale della galleria si snoderà il percorso Gli infiniti volti dell’umana Commedia: un viaggio tra le opere di Pettinicchi e i gironi danteschi per raccontare, attraverso suoni, parole e colori, come le varie espressioni d’arte abbiano rappresentato gli infiniti volti dell’uomo e del suo agire. Per info e prenotazioni: info@justmo.org.

Come detto, anche il Museo dei Misteri di Campobasso, nelle giornate del 21 e 22 settembre, osserverà delle aperture straordinarie, dalle ore 16:00 alle ore 20:00Sabato 21 settembre, a 20 anni dalla storica giornata in piazza S. Pietro davanti a Papa Giovanni Paolo II, presso la sala del Museo verrà proiettato il video della sfilata dei Misteri a Roma del 27 giugno 1999Domenica 22 settembreproiezione di vari filmati d’epoca dei Misteri fino alle ultime edizioni. Per info e prenotazioni il numero da contattare è il seguente: 328 5556549.

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Presentato al MIUR, il progetto B-Future Notte Europea dei Ricercatori promosso dal Neuromed

Per l’edizione 2019 della Notte dei Ricercatori Neuromed torna la macchina del tempo per eccellenza: la De Lorean del film “Ritorno al futuro”. La Fondazione Neuromed e i suoi partner del progetto “B-Future”, inserito nel grande quadro europeo della Notte dei Ricercatori, nata con il supporto della Commissione Europeanell’ambito delle azioni “Marie Skłodowska-Curie”del programma Horizon 2020, approfondiscono così il concetto di viaggio nel tempo, la traccia che legherà tutti gli eventi in programma a partire da venerdì 20 fino a sabato 28 settembre.

Presentata a Roma nella sede del Ministero della Ricerca, assieme a tutti i progetti italiani che hanno ricevuto il supporto della Commissione Europea, la manifestazione punta a seguire, fedelmente e con spirito innovativo, il concetto fondante della Notte dei Ricercatori Europea: avvicinare i cittadini alla grande avventura della scienza.

Lo scorso anno protagonista della manifestazione targata Neuromed è stato lo sguardo verso il passato: come le idee sviluppatesi nel corso del tempo hanno generato il mondo che oggi abbiamo davanti agli occhi. Il 2019, proprio come farebbe qualsiasi viaggiatore del tempo, decide di guardare il futuro che ci attende. Le idee scientifiche di oggi, anche quelle appena abbozzate, anche le più audaci, potranno disegnare nei prossimi anni un mondo nuovo, affascinante e, soprattutto, sempre più capace di affrontare, prevenire e curare patologie temibili.

È per questo che i ricercatori Neuromed si impegneranno ad incontrare migliaia di persone: i giovani nelle scuole, i cittadini nelle strade e tutti gli ospiti che vorranno entrare nei laboratori di ricerca per incontrare chi sta dedicando la sua vita al futuro.

Due le regioni coinvolte: Molise e Campania. Il 20 settembre a Caserta ci sarà un vero e proprio prologo dell’evento, quando alle ore 18.30 comparirà un “pub scientifico” in piazza Margherita. Il “Pubmed”, gioco di parole che richiama il sistema internazionale di archiviazione dei lavori scientifici, sarà un’area all’interno della quale i ricercatori Neuromed si improvviseranno barman. E la scienza dei fantasiosi cocktail molecolari sarà l’occasione per incontrare i cittadini, parlando liberamente di scienza, del mestiere della ricerca, dei sogni e delle opportunità di carriera. Il tutto accompagnato dalla musica dal vivo della band Howling Mutt.

A partire da Lunedì 23 settembre la manifestazione entrerà nel vivo. I ricercatori Neuromed, in una vera e propria carovana della scienza, andranno nelle scuole del territorio. Per tutta la settimana, giorno dopo giorno, oltre ottomila studenti di 42 scuole delle regioni Molise e Campaniasaranno coinvolti in conferenze, dialoghi e incontri informali. Un gigantesco impegno sul territorio per portare tra le mura scolastiche una macchina del tempo capace di mostrare le idee che stanno plasmando il domani.

Venerdì 27 settembre, il culmine degli eventi in Molise, con l’apertura al pubblico dei laboratori Neuromed per una notte di confronto e dialogo aperto e informale con i ricercatori. Gli esperimenti in corso, i risultati raggiunti, il mestiere difficile e affascinante della scienza non saranno esposti in ordinarie sale conferenze: tutto si svolgerà proprio dove i ricercatori lavorano. Per cogliere l’essenza stessa di questa avventura che diventa mestiere. All’interno del percorso di visita, inoltre, i visitatori troveranno anche aree specifiche realizzate dai partner del progetto B-Future: Università di Scienza e Tecnologia di Huazhong (Cina), Consorzio Campania Bioscience, Jens Julia, Polo Museale del Molise, Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale “CIRA”, Università degli Studi del Molise.

In questa notte, poi, si invertiranno le parti consuete del dialogo con le Istituzioni: i rappresentanti delle Istituzioni stesse verranno infatti intervistati dai giovani ricercatori e da studenti. In una serie di brevi incontri informali, trasmessi in diretta su maxischermi e su Internet, saranno la scienza, la curiosità e la fantasia a interrogare le autorità politiche e scientifiche italiane ed europee.

Infine la chiusura di questa intensa settimana sarà affidata alla Campania, quando sabato 28 settembre, alle ore 10.30 la Reggia di Caserta ospiterà “Dance Well”, un progetto artistico che vedrà la collaborazione tra i ricercatori Neuromed, l’Associazione Parkinzone e il Centro per la Scena Contemporanea. L’iniziativa avrà come protagonisti i malati di Parkinson, impegnati nella pratica artistica della danza, che gli studi scientifici più recenti hanno mostrato capace di avere effetti positivi sui sintomi e sulla qualità di vita delle persone con Parkinson.

”Vogliamo trasformare l’interesse suscitato l’anno scorso – dice Mario Pietracupa, Presidente della Fondazione Neuromed– in entusiasmo e passione. Nel coinvolgere i giovani e le scuole abbiamo avuto un incredibile ritorno di richieste di partecipazione e, non potendo accogliere tutti nei nostri laboratori in così poco tempo, abbiamo deciso di andare noi negli Istituti scolatici. I nostri ricercatori trasformeranno le classi in piccoli laboratori insieme ai ragazzi. Altro elemento di novità di quest’anno – continua Pietracupa – è il coinvolgimento di una Associazione del territorio, Parkinzone, che promuove con persone affette da Malattia di Parkinson attività di musicoterapia e teatro. Queste persone si esibiranno nella Reggia di Caserta a dimostrazione che la ricerca è concreta quando si vive a stretto contatto con i pazienti. Mi piace citare una frase di uno dei ricercatori più amati d’Italia – conclude Pietracupa – che ha cambiato il modo di spiegare la ricerca, Alberto Angela: nel presentare le cose non bisogna essere accademici ma bisogna accorciare le distanze con le persone a cui ci rivolgiamo. Il nostro obiettivo è annullare queste distanze”.

“I cittadini possono e devono interagire con gli scienziati. – commenta il Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed, Giovanni de Gaetano– Possono e devono porre domande, avanzare dubbi. E i cittadini hanno il grande potere di influenzare il cammino delle ricerche future. Ma alla base di tutto deve esserci la consapevolezza, il confronto, la discussione basata sulle prove. Il progetto B-Future racconta la meraviglia, il sudore, la fatica della scienza, ma soprattutto lancia un messaggio: venite con noi a parlare di futuro, lo disegneremo assieme”.

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Isernia/ maltrattamento di animali, denunciato pensionato

I Carabinieri Forestali, a conclusione di specifiche indagini, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria un pensionato perché ritenuto responsabile del reato di maltrattamento di animali.


I Militari Forestali appuravano che l’uomo deteneva, su un terreno di sua proprietà, due cani, un cucciolo di pastore abruzzese-maremmano e un meticcio, in condizioni incompatibili con le loro caratteristiche etologiche.


Il pastore abruzzese-maremmano era legato con una catena fissa troppo corta come anche il meticcio. Inoltre gli animali erano in uno stato di abbandono, al sole e alle intemperie senza riparo, costretti a stazionare in spazi limitati coperti dai loro stessi escrementi.

Nell’immediato, i due animali venivano affidati al parco-canile locale per le prime cure veterinarie, mentre l’uomo veniva segnalato all’A.G. per le responsabilità emerse a suo carico.

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Stefano Rufo premiato agli Chef Awards 2019. Il molisano tra i primi 100 cuochi d’Italia

“Emozione, adrenalina e grande soddisfazione per questo premio che ripaga di un anno lavorativamente importante e di grandi sacrifici”.
Queste le parole a caldo dello chef molisano che ad Assisi ha ottenuto l’ambito premio al Festival della ristorazione Italiana.
Un palcoscenico importante calcato dal cuoco Stefano Rufo lo scorso lunedì nella bella e florida terra umbra, nel corso della serata di gala degli Chef Award 2019, in una terza edizione piena di novità.
Il meglio della cucina italiana valorizzato dunque durante la finalissima al Teatro Liryk di Assisi con una platea di oltre 400 chef provenienti da tutta Italia.
Un’edizione che ha visto ben 1070 Ristoranti selezionati con la migliore web reputation.  Il focus su cui il concorso Chef Awards si basa è la raccolta, sviluppo ed analisi di recensioni online, una nuova visione di studio della ristorazione.  L’obiettivo del progetto è dare importanza ai Ristoranti italiani, alla loro cucina, alla loro storia e cultura, basandosi sul parere delle persone che hanno avuto modo di conoscerla e testarla di persona.
I riconoscimenti degli Chef Awards sono stati assegnati sulla base da una classifica nazionale oggettiva di web reputation. Premiati i 100 Best Chef più votati.
“Essere premiato in una terra mistica come Assisi, ricevere un riconoscimento come questo mi riempie di orgoglio e di maggiore voglia e determinazione a portare avanti il mio lavoro” – continua lo Chef molisano.
“La semplicità e la cura delle nostre materie prime e la creatività mi ha permesso di godere di questo momento importante, che condivido e dedico ai miei cari e a tutti i miei affezionati clienti” – Conclude Stefano Rufo

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Occhionero: Con il ministro Speranza abbiamo avviato una nuova interlocuzione sulla sanità regionale

“Con il ministro della Salute,Roberto Speranza, abbiamo avviato una nuova interlocuzione sulla sanità regionale. La disponibilità a risolvere i problemi, garantita dal ministro, lascia ben sperare”.

Lo ha dichiarato la deputata Giuseppina Occhionero a margine dell’incontro avuto oggi a Roma con il nuovo ministro della Salute, Roberto Speranza.

“Sono soddisfatta delle parole del ministro – ha affermato la parlamentare molisana – che peraltro già conosce bene la questione. L’attenzione sulla sanità regionale, per la quale tra l’altro abbiamo nei mesi scorsi sostenuto con convinzione la battaglia delle mamme del Basso Molise per il punto, non è mai calata.

Ora – ha aggiunto l’onorevole Occhionero – la nuova interlocuzione avviata, ci fa guardare al futuro con una punta di ottimismo in più. I problemi che sono sul tavolo sono tanti e richiedono la massima considerazione. Tuttavia – ha specificato la deputata – ci confortano le rassicurazioni che abbiamo avuto dal ministro Speranza.

Sono convinta – ha concluso Giuseppina Occhionero – che il diritto alle cure, sarà il faro guida delle decisione del ministro della Salute, nell’interesse di tutti i cittadini molisani”.

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Isernia/ Rissa al Terminal degli autobus: denunciati due extracomunitari

Lunedì sera è arrivata una segnalazione alla Sala Operativa della Questura per una rissa in atto tra numerose persone presso il Terminal degli autobus in Piazza della Repubblica, in pieno centro cittadino.
Immediatamente sono state allertate due Volanti ed i poliziotti, prontamente, hanno raggiunto la Piazza riuscendo a bloccare due persone, mentre le altre che partecipavano alla rissa, almeno tre, si sono date alla fuga nei vicoli adiacenti, riuscendo a dileguarsi, complice il buio dell’ora serale.
I due giovani fermati, extracomunitari, avevano numerose ferite ed escoriazioni sul volto e sul corpo e per tali motivi sono stati soccorsi da personale medico giunto nel frattempo sul luogo, sempre allertato dalla Sala Operativa.
Condotti in Questura, per gli accertamenti di rito, i due sono stati identificati e denunciati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Isernia per il reato di rissa, anche grazie, soprattutto, al prezioso contributo di alcuni cittadini che hanno permesso di chiarire la dinamica degli eventi.
In corso vi sono accertamenti di Polizia Giudiziaria per risalire all’identificazione delle altre persone che sono riuscite a dileguarsi.

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Metanodotto Larino-Chieti: bene la presa di posizione del consiglio Regionale

Ora il Governatore Toma si impegni a sospendere l’Iter autorizzativo. È arrivata l’ora di aprire in Molise la stagione della produzione diffusa di energia, unica prospettiva di sviluppo e innovazione  che permette di rallentare l’impatto dei cambiamenti climatici.

Apprendiamo con piacere che il Consiglio Regionale nella giornata di ieri abbia preso posizione impegnando il Governatore Toma a valutare la sospensione dell’iter di realizzazione del metanodotto Larino – Chieti”. Con queste parole Legambiente Molise commenta l’approvazione in Consiglio Regionale della proposta presentata ieri da diversi consiglieri, trasformata poi in ordine del giorno approvato all’unanimità, riguardante la realizzazione del gasdotto. “Come abbiamo più volte detto, riteniamo che sia un’opera inutile in quanto non strategica, di nessun interesse pubblico e non in linea con gli obiettivi della strategia energetica nazionale che prevede la totale decarbonizzazione entro il 2025, con il raggiungimento del 55% dei consumi energetici da fonti rinnovabili. Per questo – continuano da Legambiente – chiediamo al governo regionale di inserire all’interno della propria agenda la lotta ai cambiamenti climatici e la progettazione di un modello di produzione di energia locale e pulita. Il territorio ne beneficerebbe sicuramente sia dal punto di vista economico che ambientale.

Un’opera, quella del metanodotto, il cui tracciato avrà una lunghezza di 110 km e che attraverserebbe tre province – Campobasso, Chieti e Pescara – interessando 26 comuni e soprattutto numerose aree protette, nonché l’area archeologica di Montenero. L’area del tracciato interessa inoltre 16 SIC (Siti di Interesse Comunitario) e 1 ZPS (Zona di Protezione Speciale), aree fortemente sensibili sia dal punto di vista naturalistico-paesaggistico che dal punto di vista del dissesto idrogeologico. Le aree interessate, inoltre, sono per circa il 13% del tracciato, a forte rischio, come più volte comprovato nel corso dei decenni dai tanti e a volte vasti movimenti franosi verificatisi nell’indicata area molisana. In più non è da sottovalutare il rischio sismico indotto che si presenta con l’estrazione e lo stoccaggio del gas-metano. Il sottosuolo, infatti, viene sottoposto, alternativamente, nel corso dell’anno, ad un continuo alternarsi di rigonfiamento, ad opera della pressione impiegata per l’immagazzinamento e la successiva contrazione durante il periodo di estrazione, in condizioni, cioè, del tutto innaturali e quindi di difficoltoso controllo.

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