venerdì, Settembre 19, 2025
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“Buone pratiche contro lo spreco alimentare. Esperienze a confronto”, evento a Civitacampomarano

Sabato 13 settembre, alle ore 17:00, presso il Centro Operativo Comunale (COC) di Civitacampomarano (via Roma, 84), si terrà l’incontro “Buone pratiche contro lo spreco alimentare. Esperienze a confronto”, un’occasione preziosa per riflettere su come il cibo possa diventare strumento di solidarietà, inclusione e sostenibilità.

Al centro dell’incontro due realtà italiane di rilievo nazionale: La Dispensa Sociale di Bergamo e ReFoodGees di Roma. Entrambi i progetti si distinguono per l’impegno concreto nel recupero di eccedenze alimentari e nella creazione di reti solidali e partecipative che mettono al centro le persone e l’ambiente.

Nel 2024, grazie alla Dispensa Sociale, nel territorio bergamasco sono state recuperate circa 170 tonnellate di cibo, provenienti dalla Grande Distribuzione Organizzata, dal mercato ortofrutticolo e da aziende agroalimentari. Alimenti che altrimenti sarebbero stati sprecati sono stati redistribuiti a enti e istituzioni che supportano persone in condizione di fragilità. A Roma, invece, l’associazione ReFoodGees utilizza il cibo come strumento per costruire una città più inclusiva e sostenibile, promuovendo percorsi di integrazione, attenzione ambientale e coesione sociale.

Durante l’incontro interverranno:
 Viola Piroli, presidente di ReFoodGees
 Raffaele Avagliano, coordinatore della Dispensa Sociale di Bergamo.

I due ospiti condivideranno le loro esperienze nella creazione di reti alimentari alternative, capaci di trasformare la lotta allo spreco in un vero e proprio servizio per la comunità.

L’iniziativa si inserisce all’interno del Festival del Recupero – Lotta allo Spreco Alimentare, uno degli interventi previsti dal progetto “Civitacampomarano: tra identità e innovazione per guardare al futuro”. Il festival è coordinato dal GAL Molise e promosso nell’ambito degli investimenti del PNRR – Attrattività dei Borghi, dedicati ai progetti di rigenerazione culturale e sociale dei piccoli borghi storici.

Un incontro aperto a tutte e tutti, per conoscere da vicino pratiche virtuose che, partendo dal recupero del cibo, generano relazioni sociali, consapevolezza e benessere collettivo.

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Riforma delle professioni, i geologi: “Occasione storica per riaffermare il ruolo strategico dei professionisti a servizio del Paese”

(Adnkronos) – Il Consiglio Nazionale dei Geologi esprime fiducia nel nuovo disegno di legge delega per gli ordinamenti professionali, ma sollecita una partecipazione concreta nella fase attuativa per valorizzare la funzione strategica dei professionisti nella sicurezza del territorio. A oltre dieci anni dall'ultimo intervento legislativo, il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge delega destinato a riformare gli ordinamenti professionali di circa 1,6 milioni di lavoratori in Italia. Il provvedimento tocca ambiti cruciali come l'accesso alla professione, l'equo compenso e la formazione continua. Tra le categorie direttamente interessate, quella dei geologi accoglie la riforma con un misto di ottimismo e responsabilità. 
Arcangelo Francesco Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), ha commentato positivamente l'approvazione del provvedimento, definendolo "un'occasione irripetibile" per riaffermare il ruolo dei geologi. "Accogliamo con profondo senso di responsabilità e fiducia questo passaggio normativo, fortemente voluto dalle rappresentanze delle categorie professionali, quale svolta per il riconoscimento concreto del ruolo strategico dei geologi nelle dinamiche dello sviluppo e della sicurezza del territorio", ha dichiarato Violo.   L'organismo sottolinea come le competenze tecnico-scientifiche dei geologi siano fondamentali per affrontare le sfide attuali, tra cui i cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico e la prevenzione dei rischi naturali, in un Paese in cui "oltre il 90% dei Comuni è esposto a rischi di natura idro-geologica". Tra gli aspetti più apprezzati del DDL c'è l'esplicito riferimento alla laurea abilitante, già prevista per la professione di geologo dalla legge 163/2021. "Portare finalmente a compimento questo processo", ha sottolineato Violo, "significa rendere il percorso di accesso alla professione più coerente, trasparente e attrattivo, soprattutto per i giovani. Troppi talenti si allontanano da una disciplina fondamentale per i percorsi abilitativi eccessivamente farraginosi, nonostante le considerevoli opportunità di lavoro". Un altro punto centrale è l'equo compenso, un principio che il CNG considera non solo una misura di giustizia ma anche uno "strumento per elevare la qualità del lavoro e dei servizi offerti ai cittadini". Il Consiglio ha inoltre espresso apprezzamento per la semplificazione degli adempimenti degli Ordini professionali, riconoscendo la loro autonomia. Nonostante l'accoglienza favorevole, il CNG avanza una richiesta precisa per la fase attuativa: la partecipazione attiva e concreta delle categorie professionali. "La vastità delle materie trattate, l’eterogeneità delle professioni e la delicatezza delle scelte che dovranno essere compiute nei decreti attuativi richiedono una concreta partecipazione dei Consigli Nazionali", ha ribadito il Presidente Violo, chiedendo l'istituzione di "tavoli di confronto settoriali" per garantire che le specificità di ogni professione vengano considerate. In chiusura, Violo ha ribadito che la riforma non deve limitarsi a un passaggio legislativo, ma essere un vero e proprio "atto di indirizzo politico e culturale", dove il sapere tecnico-scientifico sia "debitamente considerato nei processi che decidono il futuro del territorio". —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Solidarietà, lasciti testamentari: le crisi mondiali fanno vacillare propensione italiana

(Adnkronos) – Il senso di precarietà di questo momento storico sta mettendo alla prova l’attitudine degli italiani verso il lascito solidale, che non arretra ma conosce una battuta d’arresto dopo anni di progressiva crescita. Una crescita sostanziale attestata dai dati degli enti del Terzo Settore degli ultimi 5 anni. Sono linee di tendenza tracciate dall’inedita ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale sotto la direzione dell’Istituto Walden Lab e in collaborazione con Vita. Lo studio è stato condotto tra giugno e luglio 2025 su due target paralleli: da un lato gli italiani dai 25 anni in su, dall’altro un campione di 197 Organizzazioni Non Profit che operano in Italia, con l’obiettivo di rilevare e analizzare dati su volumi, tipologie e tendenze della raccolta fondi da lasciti testamentari nel nostro Paese. I risultati sono stati presentati questa mattina a Roma, in un incontro che ha visto la presenza di Rossano Bartoli, Portavoce Comitato Testamento Solidale e Presidente Lega del Filo d’Oro; Flavia Fiocchi, Consigliere nazionale del Notariato con Delega al Notariato per il Sociale; Paolo Anselmi, Presidente WaldenLab; Anna Rita Longo, Esperta di linguaggio, Docente di “Media, divulgazione della scienza, giornalismo scientifico” (Università del Salento), divulgatrice scientifica; Jean-Luc Giorda, Psicologo, Psicoterapeuta, Formatore e Divulgatore scientifico. La ricerca sugli italiani rivela una leggera flessione nella propensione verso i lasciti solidali, fenomeno che sembra riflettere un più ampio deterioramento della fiducia nel futuro. I dati mostrano infatti una diminuzione dal 18% al 15% della propensione a fare testamento, mentre si registra una crescita significativa (+5 punti percentuali) del pregiudizio secondo cui i lasciti riguarderebbero solo "chi è ricco o ha molte proprietà". Parallelamente, cala leggermente la percentuale di coloro che si dichiarano orientati al lascito "certamente" (dal 5% al 4%) o "probabilmente" (dal 17% al 15%), mentre rimane stabile al 3% la quota di over 50 che ha già previsto un lascito testamentario. Una battuta d'arresto collegata al peggioramento della percezione collettiva riguardo alle sfide future – dalla crisi climatica alle guerre e alle crescenti diseguaglianze sociali: gli italiani non vogliono prendere impegni a lungo termine che possano “sottrarre risorse al futuro dei miei eredi” (39%) e togliere un paracadute alla “precarietà lavorativa dei miei figli/nipoti” (1 su 4). Interessante per contro come rimanga invariata al 68% la percentuale di chi coinvolgerebbe i familiari nella decisione del lascito, confermando l'importanza del dialogo intergenerazionale in queste scelte di solidarietà. "Questi dati ci restituiscono un quadro di comprensibile preoccupazione per il futuro – commenta Flavia Fiocchi, Consigliere nazionale del Notariato con delega al Notariato per il Sociale – ma vogliamo rassicurare gli italiani su un aspetto fondamentale: fare un lascito solidale non significa in alcun modo mettere a rischio i diritti dei propri familiari. La legge italiana tutela, infatti, rigorosamente la quota legittima degli eredi, cioè quella porzione di patrimonio che spetta per legge ai familiari più stretti. Il lascito solidale può essere disposto quindi nei limiti della quota disponibile, cioè’ di quella parte del patrimonio di cui ciascuno può liberamente disporre senza intaccare minimamente le tutele previste per coniuge, figli o, in mancanza, genitori. È anche importante sfatare il pregiudizio, evidenziato dalla nostra ricerca, secondo cui i lasciti sono di appannaggio solo di chi possiede grandi patrimoni: anche un piccolo gesto può fare la differenza e rappresentare un atto di generosità verso le future generazioni. Il nostro impegno come Notariato, al fianco del Comitato Testamento Solidale, è proprio quello di fornire informazioni chiare e trasparenti, accompagnando i cittadini in scelte consapevoli che concilino la responsabilità verso i propri cari con la solidarietà verso chi ha più bisogno". Tra il 2020 e il 2024, il settore dei lasciti solidali mostra una chiara tendenza positiva: cresce di 12 punti la percentuale di ONP che hanno ricevuto un numero di lasciti compreso tra 1 e 5 (dal 39% del 2020 al 51% del 2024); cresce di 3 punti la percentuale di ONP che hanno ricevuto un numero di lasciti compreso tra 6 e 30 (dal 16% del 2020 al 19% del 2024) ed anche (dal 6% all’8%) di chi ne ha ricevuti più di 30; la percentuale di ONP che non hanno ricevuto nessun lascito cala di ben 16 punti, passando dal 39% del 2020 al 23% del 2024; contestualmente, cresce anche il peso percentuale dei lasciti sul totale delle raccolte fondi che quasi raddoppia passando dall’8% del 2020 al 14% del 2024. E guardando al futuro, la previsione risulta ancor più positiva: il 76% prevede un aumento (certo o probabile), solo il 3% una diminuzione. I lasciti in denaro o in beni mobili rappresentano circa i tre quarti di quelli ricevuti dalle organizzazioni, una tendenza che rimane sostanzialmente stabile negli ultimi anni. Altrettanto netta è la prevalenza dei lasciti liberi nell’utilizzo (87%) – che rappresentano un atto di fiducia nella mission generale delle organizzazioni destinatarie – rispetto ai lasciti vincolati a specifici progetti (13%). "I dati della nostra ricerca confermano una tendenza molto incoraggiante, che contrasta con le preoccupazioni emerse dall'indagine sulla popolazione generale. – spiega Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’oro – Durante il periodo pandemico e post-pandemico, dal 2020 al 2024, abbiamo assistito a una vera e propria crescita del fenomeno dei lasciti solidali: questo ci dice che il lascito solidale si sta diffondendo capillarmente nel tessuto del Non Profit italiano. Ancora più rilevante è il dato economico: il peso dei lasciti sul totale delle raccolte fondi è quasi raddoppiato, dimostrando che si tratta di una forma di sostegno sempre più strategica per la sostenibilità delle nostre organizzazioni”.  Tra le Onp che dichiarano di aver ricevuto almeno un lascito nell’ultimo quinquennio: crescono significativamente le Organizzazioni con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro (dal 16% del 2020 al 20% del 2024); restano sostanziale stabili quelle con un fatturato compreso tra 1 e 10 milioni di euro (rappresentavano il 33% nel 2020 e il 34% nel 2024); diminuiscono significativamente le ONP con un fatturato inferiore al milione di euro (dal 51% del 2020 al 45% del 2024). Queste tendenze indicano che si viene rafforzando la relazione tra dimensione economica dell’organizzazione e capacità di attrarre lasciti. Ma non dimentichiamo che le piccole organizzazioni restano comunque il segmento maggioritario tra le ONP destinatarie di lasciti, seppure non più la maggioranza assoluta come sono state fino al 2020. La maggioranza delle Onp che hanno partecipato all’indagine (55%) non ha mai realizzato in passato una campagna per la promozione dei lasciti. E per chi invece l’ha fatto, è decisione recente o molto recente: solo per una minoranza (17%) l’anno di avvio della prima campagna si colloca prima del 2010; per quasi la metà (47%) tra il 2010 e il 2020; per oltre un terzo (36%) negli ultimi 5 anni (dopo il 2020). Evidente è la correlazione con la dimensione economica dell’organizzazione e con la disponibilità di uno staff dedicato: ha fatto comunicazione sui lasciti solo il 22% delle Onp con meno di 1 milione di fatturato, il 51% di chi ha un fatturato compreso tra 1 milione e 10 milioni e l’83% di chi ha un fatturato superiore ai 10 milioni e dispone di uno staff dedicato. Tra le Onp che non hanno mai attivato una campagna, i motivi prevalenti risiedono infatti nella mancanza di risorse e di competenze: manca una figura dedicata (49%), competenze specifiche (36%), strumenti adeguati (29%), capacità di affrontare gli aspetti legali e fiscali del lascito (19%). Ma a questi motivi si affianca – con minor peso ma comunque rilevante – la mancanza di «cultura» e di interesse sul tema dei lasciti: il tema non è ancora percepito come una priorità (31%), mancano le richieste (21%), è un investimento di lungo termine difficile da sostenere (10%). "Le previsioni per il futuro, con il 76% delle Onp che si aspetta un ulteriore incremento, ci dicono che, nonostante le incertezze del momento, gli italiani hanno saputo trasformare l'esperienza della pandemia in una maggiore consapevolezza dell'importanza della solidarietà per le generazioni future. – conclude Bartoli – Assistiamo a un cambio generazionale importante: le nuove generazioni di anziani sono più informate, più consapevoli delle problematiche sociali e ambientali, e hanno sviluppato una maggiore familiarità con il mondo del non profit attraverso decenni di volontariato e donazioni. Inoltre, il crescente impegno delle organizzazioni Non Profit nel comunicare correttamente le opportunità offerte dal lascito solidale, sfatando pregiudizi e timori infondati, sta creando le basi per una crescita strutturale del settore". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Venezia, coppia di turisti ebrei aggrediti al grido di ‘Free Palestine’

(Adnkronos) – Una coppia di turisti americani di religione ebraica è stata aggredita in Strada Nuova a Venezia la notte tra il 7 e l'8 settembre scorsi. Secondo la stampa locale moglie e marito sarebbero stati avvicinati da dieci uomini con un rottweiler e colpiti con schiaffi e cocci di bottiglia lanciati addosso alla donna al grido di 'Free Palestine'.  La Polizia ha identificato tre nordafricani. Due sono stati espulsi (uno è stato accompagnato al cpr mentre l'altro alla frontiera) per la pericolosità sociale e la condizione di irregolarità mentre nei confronti del terzo è stata emessa la misura del foglio di via obbligatorio. Sono in corso le indagini.  Nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 settembre i poliziotti delle Volanti lagunari della questura di Venezia sono intervenuti in centro storico nei pressi del Ghetto Ebraico su richiesta di una coppia di turisti che sarebbe stata improvvisamente accerchiata da alcune persone, fra cui alcuni cittadini stranieri, che avrebbero minacciato i due giovani sino ad arrivare ad aggredirli. Giunti sul posto, gli operatori di polizia hanno in breve tempo individuato e fermato tre dei presunti autori dell’aggressione che, successivamente, sono stati condotti in questura per gli accertamenti di rito all’esito dei quali due dei tre cittadini stranieri sono risultati irregolari sul territorio nazionale e, pertanto, nei loro confronti sono stati disposti altrettanti provvedimenti di espulsione eseguiti rispettivamente per il primo mediante accompagnamento alla frontiera, mentre il secondo è stato trasferito presso un Cpr dislocato nel territorio italiano, in attesa di essere rimpatriato nel proprio Paese di origine. Nei confronti di quest’ultimi sono stati emessi anche due Dacur, misure di prevenzione volte ad allontanare i soggetti socialmente pericolosi da alcune zone della città, per la durata di due anni. Inoltre, in considerazione della pericolosità sociale del terzo, il questore di Venezia ha disposto nei suoi confronti il provvedimento del foglio di via obbligatorio dal Comune di Venezia per la durata di due anni. L’articolata attività di indagine è tuttora in corso. “Ho appreso con profondo disappunto e indignazione la notizia dell’aggressione subita da una coppia di turisti ebrei a Venezia, da parte di un gruppo di stranieri che con rapidità sono stati assicurati alla Giustizia ed espulsi dal nostro territorio. In una città come Venezia, che da secoli è simbolo di incontro tra culture, religioni e popoli, questo episodio appare come un oltraggio alla dignità umana, un atto discriminatorio che tradisce la storia stessa della città, la sua vocazione al dialogo, alla pace e ai ponti tra comunità”. E' il commento del presidente del Veneto Luca Zaia
 “Non è accettabile che chi visita Venezia, chi qui cerca bellezza e cultura, diventi vittima di odio religioso, di intolleranza, di violenza gratuita. Venezia è città del dialogo, della pace, della convivenza civile: dobbiamo respingere con fermezza ogni comportamento che nega questi valori. Qui non c’è spazio per la violenza e la discriminazione razziale o religiosa: Venezia e il Veneto sono luoghi aperti, accoglienti, ponte tra mondi e non un confine che separa: a dirlo sono la nostra bandiera, unica al mondo a portare la parola ‘pace’, e una storia millenaria di dialogo e di apertura culturale”, conclude.  "L’aggressione antisemita a Venezia è inaccettabile, e la violenza va condannata sempre. I terribili crimini di Netanyahu e del suo governo di cui siamo testimoni a Gaza – e che ogni giorno denunciamo con fermezza e che vanno fermati – non possono e non devono mai diventare la giustificazione per un odio indiscriminato verso un intero popolo o un intero paese. La popolazione di un Paese non è colpevole delle scelte scellerate del proprio governo. E meno che mai lo sono i cittadini che non devono temere per la propria incolumità mentre fanno cose del tutto normali". Così Andrea Martella, senatore e segretario regionale del Partito democratico del Veneto, commenta l’aggressione avvenuta a Venezia ai danni di una coppia di turisti ebrei, insultati, minacciati e aggrediti fisicamente da un gruppo di dieci uomini. "È un episodio grave, che chiama tutti a un’assunzione di responsabilità. La violenza va condannata ovunque, in ogni sua forma, e l’antisemitismo non può trovare spazio in nessuna democrazia degna di questo nome. Noi vigileremo sempre sull’antisemitismo. Esprimo solidarietà alle vittime e confido che si faccia presto piena luce sull’accaduto, individuando e punendo i responsabili. Venezia è città di accoglienza e di pace, e deve continuare a esserlo, sempre", conclude. "Dopo i vigliacchi fatti di Venezia antisemiti, nel prossimo Ufficio di presidenza, chiederemo di svolgere una seduta della commissione a Venezia. Un modo per portare la nostra solidarietà ma anche per ribadire che nella nostra Nazione non c’è posto per chi odia per motivi religiosi o di altro tipo". Lo dichiarano in una nota i senatori Lucio Malan, Carmela Bucalo, Ester Mieli, Marco Scurria, Raffaele Speranzon e Giulio Terzi, componenti di Fratelli d’Italia della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, commentando l'aggressione avvenuta a Venezia ai danni di una coppia di turisti ebrei, insultati, minacciati e aggrediti fisicamente da un gruppo di dieci uomini. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Bce lascia i tassi fermi, prevista crescita in rialzo per l’Eurozona

(Adnkronos) – Nessuna sorpresa da Francoforte. Il Consiglio direttivo della Bce ha infatti deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento: rispettivamente al 2% quello sui depositi presso la banca centrale, al 2,15% quello sulle operazioni di rifinanziamento principali e al 2,40% quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Comunicando la decisione del Consiglio l’Eurotower ricorda che l’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo di medio termine del 2% e la valutazione delle prospettive di inflazione condotta dal Consiglio direttivo resta pressoché invariata. Le nuove stime degli esperti della Bce prevedono una revisione al rialzo del Pil Eurozona per il 2025. Infatti secondo le nuove proiezioni quest'anno l'economia dovrebbe crescere dell’1,2%, con una revisione al rialzo di 0,3 punti rispetto allo 0,9% atteso a giugno. La crescita prevista per il 2026 risulta ora lievemente inferiore, all’1,0%, mentre per il 2027 resta invariata, all’1,3%.Quanto all'inflazione le nuove proiezioni tracciano un quadro simile a quello presentato a giugno con una inflazione complessiva in media al 2,1% nel 2025, all’1,7% nel 2026 e all’1,9% nel 2027. Quella 'core' invece, ovvero al netto della componente energetica e alimentare, si porterebbe in media al 2,4% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e all’1,8% nel 2027.  E' stata "unanime" la decisione adottata dal Consiglio direttivo della Bce di lasciare i tassi fermi perché "il processo di disinflazione è finito" ma "rimaniamo in una buona posizione", afferma la presidente della Bce Christine Lagarde nella conferenza stampa che segue la riunione del Consiglio Direttivo, sottolineando che "l'inflazione è là dove volevamo che fosse, anche nell'outlook di medio termine, l'economia dell'Eurozona è resiliente e il mercato del lavoro sta bene". Tuttavia, precisa, nelle scelte di politica monetaria "non siamo su percorso predefinito, decideremo in ogni riunione basandoci sui dati". "I dazi più alti" legati alle politiche degli Usa "e il rafforzamento dell'euro rallenteranno la crescita per il resto dell'anno, ma i loro effetti sulla crescita dovrebbero attenuarsi il prossimo anno", ha detto ancora, aggiungendo che il recente accordo sulle tariffe Usa-Ue "ha ridotto le incertezze, anche se il suo impatto diventerà chiaro con il passare del tempo". Per il Consiglio – ha sottolineato – "è cruciale rafforzare —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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L’Intelligenza artificiale rivoluziona gli scacchi: a Bologna il debutto dell’AI agentica ShashGuru

(Adnkronos) – Un’intelligenza artificiale che non si limita a calcolare mosse, ma ne spiega il significato strategico in tempo reale e con un linguaggio chiaro. È questa l'essenza di ShashGuru, un rivoluzionario programma di scacchi sviluppato da Alessandro Libralesso, studente dell’Università di Bologna, sotto la guida del professor Paolo Ciancarini e con il supporto tecnologico di Intel. Il progetto, nato come tesi di laurea, segna un passo decisivo nel superamento dei limiti dei tradizionali motori scacchistici, portando l'AI da semplice calcolatrice a vero e proprio strumento didattico. Un ibrido tecnologico per una nuova esperienza Il cuore di ShashGuru è una combinazione inedita: una versione personalizzata del motore Stockfish — uno dei più potenti al mondo — con un modello linguistico generativo. "I motori scacchistici tradizionali dicono che mossa fare, ma raramente spiegano il perché," ha spiegato Alessandro Libralesso, sottolineando l'obiettivo del suo progetto. "ShashGuru colma questa lacuna: interpreta la posizione sulla scacchiera e spiega la strategia con parole semplici, proprio come farebbe un bravo insegnante."  

ShashGuru analizza la mossa di un Pedone bianco all'inizio di una partita. (Credit: Intel Corporation)

    Fondamentale per il successo del progetto è stato il contributo di Intel, che ha reso possibile l'esecuzione del software in locale sui nuovi processori Intel Core Ultra 200V dotati di NPU integrata. Questa architettura consente di eseguire complessi calcoli di intelligenza artificiale direttamente sul PC, garantendo prestazioni elevate senza dipendere dal cloud. "Il giocatore che si prepara a un torneo non vuole che le proprie analisi vengano archiviate online," ha osservato Alessandro Palla, Senior Staff Deep Learning Engineer di Intel. "La possibilità di far girare questi sistemi sul proprio PC garantisce un livello di privacy assoluto, unito a una potenza di calcolo sufficiente per analisi in tempo reale." L'affidabilità del sistema è stata una priorità assoluta. Grazie a un fine-tuning mirato, il team ha ridotto drasticamente le "allucinazioni" tipiche dei modelli linguistici, unendo la creatività del modello generativo alla precisione analitica del motore scacchistico. Il risultato sono risposte non solo chiare, ma anche coerenti e affidabili. Un banco di prova unico: il torneo dell'Alma Mater Per la prima volta, ShashGuru sarà utilizzato in un contesto competitivo: l’Alma Mater University Chess Tournament, in programma dal 12 al 14 settembre a Bologna. Il torneo vedrà in gara diciotto squadre universitarie, composte da circa 70 giocatori e docenti provenienti da tutto il mondo, inclusi Stati Uniti, Giappone e Uzbekistan. L'evento, trasmesso in diretta su Chess.com, offrirà al pubblico un'esperienza senza precedenti, con l'AI che racconterà il "perché" dietro ogni mossa. Oltre a fungere da commentatore strategico, ShashGuru sarà il primo sistema di intelligenza artificiale al mondo incaricato di assegnare un premio scacchistico. Analizzerà le partite per attribuire il riconoscimento per la "partita più bella," premiando combinazioni spettacolari, sacrifici creativi e finali avvincenti. Un compito tradizionalmente riservato a esperti umani, ora affidato a un'AI capace di unire rigore analitico e capacità esplicativa. Un futuro in cui l'AI migliora l'uomo 
Paolo Ciancarini, professore al Dipartimento di Informatica – Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna e ideatore del torneo, ha ricordato come il legame tra scacchi e informatica sia radicato nella storia stessa della disciplina. “Dagli esperimenti del secondo dopoguerra fino alla celebre sfida del 1997 tra il campione del mondo Garry Kasparov e il supercomputer IBM Deep Blue, che per la prima volta ottenne una vittoria clamorosa contro un essere umano, gli scacchi hanno rappresentato un banco di prova privilegiato per la ricerca”, ha detto. “Dopo una fase di rallentamento, l’arrivo di nuove tecniche di intelligenza artificiale – in particolare con i progressi sviluppati da Google – ha riacceso l’interesse scientifico, portando i programmi a un livello persino superiore rispetto ai migliori software di dieci anni fa”. Secondo Ciancarini, oggi la sfida non è tanto avere macchine “perfette” che giocano meglio dell’uomo, quanto costruire sistemi capaci di dialogare, spiegare le proprie scelte e rendere trasparente il loro funzionamento, evitando quella “scatola nera” che solleva inevitabili questioni etiche e di affidabilità. “Gli scacchi restano un terreno straordinario per sperimentare, un laboratorio in cui si intrecciano logica, statistica e creatività, e che continua a stimolare nuove ricerche nell’era dell’intelligenza artificiale”, ha concluso. L'iniziativa conferma che "molte applicazioni dell’AI servono non a superare l’uomo, ma a migliorarlo. Questo sistema dimostra come l’intelligenza artificiale possa diventare un supporto didattico e creativo, mettendo al centro la persona," ha sottolineato Alessandro Palla, Senior Staff Deep Learning Engineer di Intel. Il torneo di Bologna si trasforma così in un laboratorio per il futuro, dove gli scacchi diventano un terreno di sperimentazione privilegiato non più solo per misurare la forza delle macchine, ma per testare la loro capacità di mettere al centro la persona, l'apprendimento e la crescita.   
Alexander Alekhine, famosissimo campione del mondo di scacchi, noto per la sua attitudine di eterno esploratore e convinto che ogni posizione sulla scacchiera nascondesse infinite opportunità, affermò: "Il più grande errore in una partita a scacchi non è un errore clamoroso, ma il pensiero che una mossa sia la sola possibile." Questa massima, che sottolinea l'importanza di una visione strategica e creativa, si riflette oggi in modo inedito nel progetto ShashGuru. Grazie all'intelligenza artificiale, giocatori e appassionati non dovranno più affidarsi solo al proprio intuito, ma potranno esplorare tutte le possibili alternative e comprendere a fondo conseguenze e valenza di ogni scelta. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Macchia di Isernia: “Enologia e viticoltura nell’isernino da Calidio Erotico al vino pentro”

La Delegazione dell’Accademia Italiana della Cucina di Isernia, in linea con la sua tradizione di promozione e valorizzazione della cultura enogastronomica, inaugurerà la manifestazione “Macchia di Vino” con un incontro di straordinario interesse culturale e scientifico.
 

“Enologia e viticoltura nell’isernino da Calidio Erotico al vino pentro”, il titolo dei recenti studi di Mauro Gioielli, giornalista e demologo, che a breve confluiranno in un volume destinato a lasciare un segno nel panorama editoriale. L’opera, infatti, si presenta come un unicum nel suo genere: non un semplice saggio storico, ma un vero e proprio trattato antropologico che, attraverso fonti letterarie, documentarie e popolari, indaga le radici profonde della cultura del vino nel territorio isernino, dal mondo antico fino alle tradizioni moderne.

L’appuntamento è fissato per venerdì 12 settembre alle ore 17:00 in Piazzetta Baglio, luogo di grande suggestione e cornice ideale per un confronto che unirà la memoria storica alla riflessione contemporanea. A dialogare con l’autore sarà Giuseppe Di Pietro, Presidente di Assostampa Molise, che guiderà il pubblico in un percorso critico e appassionante tra pagine di storia, antropologia e cultura enogastronomica.

La Delegazione AIC di Isernia, nel corso dell’incontro, avrà inoltre l’onore di conferire a Mauro Gioielli il prestigioso Premio “Nuvoletti”, istituito dall’Accademia per celebrare figure che, con le loro ricerche e il loro impegno, contribuiscono a mantenere viva la memoria e il
valore del patrimonio enogastronomico. L’evento si pone dunque come un’occasione imperdibile non solo per gli studiosi e gli appassionati del settore, ma per l’intera comunità, che potrà riscoprire come il vino, oltre ad essere simbolo di convivialità e piacere della tavola, rappresenti un vero elemento identitario, capace di raccontare la storia di un popolo e il legame inscindibile con la propria terra.

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RemTech Expo 2025: l’uomo da problema a soluzione ambientale

(Adnkronos) – La diciannovesima edizione di RemTech Expo si distingue per una svolta culturale. L'evento, in programma a Ferrara Expo dal 17 al 19 settembre 2025, pone al centro della sua missione l'essere umano, non più come consumatore passivo, ma come "agente consapevole del cambiamento". Il titolo stesso, "L’innovazione e il pragmatismo ambientale: l’uomo da problema a parte della soluzione", riassume l'intenzione di costruire un nuovo patto tra umanità, territorio e tecnologia, dove competenza e visione convergono in un approccio sistemico. 
Alessandro Morelli, Sottosegretario di Stato con delega al Cipess, ha aperto la conferenza stampa al Senato sottolineando l'importanza di un approccio che coniughi "sostenibilità ambientale, sicurezza e competitività
". Morelli ha evidenziato come la centralità dell'uomo si traduca anche nella capacità di compiere "scelte tecnologiche coraggiose, non più rimandabili", citando in particolare il nucleare di nuova generazione come una "frontiera fondamentale per garantire energia pulita, stabile e accessibile".  La visione pragmatica è stata condivisa da Vannia Gava, Viceministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha messo in luce l'impegno del Ministero nella riqualificazione dei territori. "Abbiamo destinato oltre 500 milioni ai siti orfani, ottenuto 280 milioni dal FSC per i SIN e introdotto norme di semplificazione per rendere più rapide le bonifiche", ha dichiarato Gava, aggiungendo che l'innovazione e la tecnologia permettono di "trasformare i rifiuti in risorse". La voce dei territori è stata rappresentata da Marco Fioravanti, Presidente del Consiglio ANCI, e da Manuela Rontini, Sottosegretaria alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna. Fioravanti ha sottolineato l'importanza di RemTech come occasione per "fare rete, scambiarsi strumenti e visioni", mentre Rontini ha raccontato l'approccio post-alluvione della sua regione, che ha scelto di investire in "prevenzione strutturale, digitalizzazione dei dati ambientali, nella formazione", definendo la ricostruzione non solo materiale, ma anche "culturale". Anche il caso emblematico di Taranto è stato affrontato da Vito Felice Uricchio, Commissario straordinario per l'area, che ha definito la città pugliese "un’opportunità" di rigenerazione per l'intero Paese, a patto di costruire una "nuova alleanza con i cittadini, che devono sentirsi parte attiva di questo processo". 
Andrea Moretti, Presidente di Ferrara Expo, ha ribadito l'evoluzione della manifestazione: "Remtech si evolve… abbiamo acquisito una profonda consapevolezza e responsabilità: quella di tradurre il vasto patrimonio di conoscenze e il confronto continuo… in soluzioni concrete". A chiudere il dibattito, Silvia Paparella, General Manager di RemTech Expo, ha ricordato un concetto chiave: “Innovazione, sì… Ma sempre con uno sguardo umano. La sostenibilità non è un algoritmo: è una scelta quotidiana, politica, collettiva”. RemTech Expo 2025 si articolerà in dieci aree tematiche, dalla bonifica dei siti inquinati all'energia e al riuso dei rifiuti, mantenendo al centro un'unica, potente intuizione: l'intelligenza delle persone, la responsabilità delle istituzioni e la volontà delle imprese sono indispensabili per costruire un futuro sostenibile. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Startup, Ronzoni (Intesa Sanpaolo Innovation Center): “A fianco Digithon fin dal suo lancio, ecosistema centrale”

(Adnkronos) – "Intesa Sanpaolo ha scelto di sostenere le start up da diverso tempo, e fin dall'inizio della manifestazione ha scelto di essere a fianco di Digithon. Le start up sono il motore fondamentale della nuova imprenditoria e Digithon è di certo un attore fondamentale dell'ecosistema italiano, che sicuramente muove l'interesse di tutti i vari attori verso il mercato delle start up e verso i nostri nuovi imprenditori". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marianna Ronzoni, responsabile della valutazione e della crescita delle start-up per Intesa San Paolo Innovation Center, a margine del suo intervento alla decima edizione di Digithon, in programma da oggi al 13 settembre a Bisceglie in Puglia con 100 startup in gara. "Intesa Sanpaolo Innovation Center -ha sottolineato Ronzoni- è la società del gruppo dedicato alla crescita e al sostegno dell'innovazione, soprattutto sostenendo il paradigma dell'open innovation. Come si integra con l'attività di Digithon? Uno degli obiettivi di Intesa San Paolo Innovation Center è, da una parte, supportare gli ecosistemi italiani e per noi Digithon è a tutti gli effetti un ecosistema delle start-up e dell'innovazione. Dall'altra parte, un'altra mission di Intesa San Paolo Innovation Center è proprio quello invece di sostenere la crescita delle start-up", ha aggiunto.  "Quindi oggi siamo qui -ha concluso- anche per individuare le start up che sono più in linea con la nostra offerta e potere, oltre che premiare, anche proprio supportare nella crescita sicuramente la vincitrice del premio 'Sostenibilità e Circular Economy' di Intesa Sanpaolo Innovation Center che assegniamo nell'ambito della manifestazione e, se è possibile, se ne troveremo anche altre, offrendo il nostro supporto, il nostro advisory, oltre che il nostro network", ha concluso. Il premio 'Sostenibilità e Circular Economy' consiste in una sessione di coaching collettiva di 2 ore ed una individuale (1-to-1) da svolgersi presso la sede Intesa Sanpaolo Innovation Center a Torino.   —lavoro/start-upwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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“La gestione integrata del paziente oncologico in Molise” incontro in Neuromed

La Fondazione Neuromed e la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Isernia
organizzano il corso ECM “La gestione integrata del paziente oncologico in Molise”, in
programma venerdì 12 settembre, a partire dalle ore 10.00, presso l’Auditorium “Marc
Verstraete” del Centro Ricerche Neuromed, in via dell’Elettronica, Pozzilli. L’incontro riunirà
medici e operatori sanitari da tutto il territorio regionale per una giornata di formazione e confronto
dedicata a uno dei temi più delicati e complessi della sanità. Patrocinato da I.R.C.C.S. Neuromed,
ASREM, OMCeO, Università degli Studi del Molise e Regione Molise, il convegno vedrà la
presenza del Presidente nazionale LILT, Francesco Schittulli, del Direttore generale Asrem,
Giovanni Di Santo e del Presidente della Regione, Francesco Roberti.
L’iniziativa vuole favorire un reale interscambio di esperienze e competenze tra ospedali pubblici e
privati, ambulatori specialistici, medicina generale, hospice e associazioni di volontariato.
L’obiettivo è creare percorsi sempre più integrati, capaci di accompagnare il paziente dalla diagnosi
precoce alle terapie, fino alla riabilitazione e alle cure palliative, valorizzando le risorse già presenti
sul territorio.
“Il Molise – dice Mario Pietracupa, presidente della Fondazione Neuromed e coordinatore della
LILT Molise – dispone di professionalità di altissimo livello in ogni fase del percorso oncologico.
Metterle in rete significa offrire risposte concrete ai pazienti, riducendo la necessità di rivolgersi a
strutture fuori regione. Non si tratta solo di cure, ma anche di vicinanza e continuità assistenziale,
perché il malato oncologico non deve sentirsi costretto a intraprendere un viaggio della speranza”.

Il corso, accreditato ECM con 6,20 crediti formativi, offrirà un’occasione di aggiornamento e
confronto per oncologi, radiologi, chirurghi, anatomo-patologi, ematologi, radioterapisti, psicologi e
infermieri. Un momento di crescita condivisa che si colloca nel nuovo panorama della
personalizzazione delle terapie, dove discipline diverse si integrano con i progressi scientifici. In
particolare, genetica e imaging stanno rivoluzionando la capacità di comprendere le caratteristiche
di ciascun tumore e di adattare i trattamenti al singolo paziente, aprendo la strada a cure sempre più
mirate ed efficaci.
“Fondazione Neuromed – aggiunge Pietracupa – vuole essere un punto di raccordo in questo
percorso, unendo risorse pubbliche e private in un impegno comune. Solo attraverso la
collaborazione sarà possibile offrire ai cittadini un’assistenza sempre più moderna, attenta e
completa”.

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