(Adnkronos) – L'arrivo della serie TV Fallout, prodotta da Amazon Studios, apre non solo un nuovo capitolo nell'universo post-apocalittico creato nel 1997 da Interplay, rivela con sempre maggior vigore come l'industria cinematografica abbia trovato nei videogiochi e nei mondi-sistema da essi creati un nuovo filone di cui nutrirsi. L'universo Fallout, circa 50 milioni di fan in tutto il mondo, vendite record, decine di premi e più di 170 milioni di download della versione mobile è ambientato in mondo post-apocalittico e nel corso dei differenti capitoli della saga racconta di una realtà che, nel 2077, è stata devastata da una guerra nucleare. Jonathan Nolan, sceneggiatore di Memento, Interstellar, Westworld e molti altri grandi successi, questa volta veste i panni del produttore e del regista e insieme alla moglie Lisa Joy, porta sullo schermo un mondo dove la catastrofe nucleare ha delineato un futuro alternativo, popolato da sopravvissuti che hanno trovato la salvezza all'interno dei Vault, rifugi antiatomici di lusso. Le vicende portate in scena da Nolan sono ambientate nel 2296, circa dieci anni dopo gli avvenimenti di Fallout 4, ultimo episodio videoludico dove correva l'anno 2287. La serie in 8 episodi vede come protagonista non solo Lucy, Ella Purnell, destinata a esplorare un mondo senza più regole morali, ma anche il Ghoul, Walton Goggins . Lo stesso Nolan in un'intervista afferma come si sia fatto guidare dal suo essere fan di Fallout nella realizzazione della serie, e proprio al gioco fa riferimento quando afferma che una delle caratteristiche di Fallout è di essere evocativo e incredibilmente retro futuristico grazie allo stile unico della sua iconografia. Non resta che accomodarsi e stappare una Nuka Cola. —[email protected] (Web Info)
Sostenibilità, Chiattelli (Ey): “Domanda per lavori green aumenterà sempre più”
(Adnkronos) – "La domanda di lavori green, variamente definita negli ultimi anni, è stata sempre superiore alla domanda media per tutte le professioni, appunto della classificazione Istat. E questo continuerà. È quello che ci dice il nostro studio predittivo. La domanda delle professioni più green all'interno del nostro mercato del lavoro continuerà ad aumentare fino alla fine del decennio sempre più velocemente". Così Carlo Chiattelli, Partner di Ey, in occasione dell’Ey Sustainability Summit, presso Fondazione Catella a Milano, dove sono stati presentati i risultati dello studio Ey 'Seize the Change', che analizza come la sostenibilità viene integrata nel business delle aziende italiane, nonché lo studio relativo ai green jobs, il cui principale obiettivo è quello di analizzare l’evoluzione dei profili green e delle relative competenze, delineando i processi trasformativi delle professioni in atto. "Ci siamo posti il tema di definire il fenomeno – ha spiegato -. Esistono in letteratura diverse definizioni, tutte tra di loro molto diverse, con gli studi che esistono che in effetti non si parlano. Abbiamo fatto una prima ricognizione essenzialmente dei dati comparativi di carattere quantitativo. Cosa ci dicono, soprattutto nell'area Ocse, sulla consistenza di questo fenomeno e su alcune caratteristiche fondamentali. Però non ci siamo accontentati di questo e quindi ci siamo chiesti come riuscire a catturare meglio l'ampiezza vera del fenomeno”, ha proseguito Chiattelli. “Che è un fenomeno trasformativo di una gamma estremamente ampia di professioni, non solo quelle che insistono sui settori che sono propriamente propriamente green. E quindi abbiamo cercato di costruire, anche tramite un modello previsionale basato sull'intelligenza artificiale (che abbiamo sviluppato negli anni insieme ai colleghi di ManpowerGroup e che infatti hanno discusso di questo studio insieme a me), un indicatore composito che è un indicatore di green delle professioni”. “Abbiamo notato che tra le professioni in cui questo processo di greening è più avanzato, sono ormai quasi il 40% di tutte quelle che sono classificate dall'Istat”, aggiunge Chiattelli. Alla luce di queste considerazioni, le prospettive per il futuro sembrano essere incoraggianti: “Innanzitutto non c'è alcuna evidenza particolare di rischi di sostituzione del lavoro umano”, sono le sue parole. “Non ci sono evidenze di casi di disoccupazione di massa legati ai trend della sostenibilità. Tutt'altro. Quello che vediamo è – per quanto siano abbastanza ancora corte le serie storiche che abbiamo a disposizione – che la domanda di lavori green, variamente definita negli ultimi anni, è stata sempre superiore alla domanda media per tutte le professioni, appunto della classificazione Istat. E questo continuerà". Chiattelli conclude: “La domanda di professioni che invece sono più neutre dal punto di vista della sostenibilità, continuerà ad aumentare, ma sempre più lentamente. Mentre quella per i lavori meno green invece declinerà fino ad entrare in territorio negativo. E quindi c'è un tema che però riguarda la differenza di opportunità occupazionali, perché evidentemente dipenderà dai settori e dalle localizzazioni. È una nuova forma di polarizzazione nel nostro mercato del lavoro: dovremo interrogarci su come riconvertire le professioni che sono più a rischio di esclusione, di perdita di lavoro”. —[email protected] (Web Info)
Sottoscritto accordo tra Eni e Adps Mar Tirreno Centro transizione energetica e sostenibilità
(Adnkronos) – Collaborazione su obiettivi di sostenibilità e transizione energetica tra Autorità del sistema portuale (Adsp) del Mar Tirreno Centro Settentrionale ed Eni. Il presidente dell’AdSP Pino Musolino e l’Head Sustainable B2B di Eni Maurizio Maugeri hanno sottoscritto una lettera di intenti in ambito di innovazione e obiettivi di sostenibilità, che prevede la collaborazione per due anni con il fine di sviluppare iniziative congiunte in ambito di maggiore sostenibilità, al fine di favorire il processo di transizione energetica e decarbonizzazione delle proprie attività. Nello specifico – riporta una nota – l'accordo prevede di istituire un gruppo di lavoro che proceda con la valutazione congiunta della fattibilità di potenziali progetti per l'efficientamento energetico e la produzione di energia rinnovabile, anche attraverso la valorizzazione di nuove soluzioni; servizi alle persone e iniziative di mobilità più sostenibile; lo studio e promozione di soluzioni di decarbonizzazione del settore marittimo; lo sviluppo delle soluzioni digitali per l’efficientamento del porto e per il monitoraggio degli indicatori chiave delle prestazioni ambientali. —[email protected] (Web Info)
Marco Materazzi diventa capitano in World of Warships
(Adnkronos) – Il mondo dei videogiochi e quello dello sport si incontrano in un'inaspettata collaborazione: Marco Materazzi, ex calciatore della Nazionale italiana, si unisce all'equipaggio di World of Warships come nuovo Capitano in-game. Disponibile da oggi, il nuovo Capitano Materazzi prende il timone delle navi italiane presenti nel gioco, offrendo ai giocatori l'opportunità di aggiungere una vera leggenda del calcio al proprio roster di comando. I giocatori potranno completare missioni in combattimento per sbloccare questo personaggio, il quale offre una gamma di oltre 200 nuove sequenze vocali create appositamente da Materazzi stesso. I Capitani, come Materazzi, giocano un ruolo cruciale nel potenziare e migliorare le navi dei giocatori, offrendo vantaggi strategici che possono fare la differenza durante le battaglie. "Sono davvero felice di aver lavorato con il team di World of Warships e mi sono divertito moltissimo a registrare le linee vocali del mio Capitano, che accompagnerà i giocatori in battaglia", ha detto Materazzi. Dopo aver sfruttato le mie capacità sul campo da calcio per molti anni, è arrivato il momento di mettere alla prova il mio coraggio in alto mare. Un solo consiglio: durante le vostre battaglie navali con me come Capitano, siate intelligenti e tattici, come lo ero io in campo!". —[email protected] (Web Info)
La Russa: “Mediterraneo oggi può tornare al centro del mondo”
(Adnkronos) – "Occorre tracciare nuove rotte per rendere l'Italia anche grazie al mare protagonista in Europa e nel mondo". Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo a Gaeta al 3° Summit nazionale sul Blue Forum 'Investiamo nell'Economia del Mare'. Per La Russa "si tratta di riacquistare centralità e protagonismo nelle politiche del mare un significato che sia un ritorno culturale e anche economico. Credo che questa sia la grande sfida che l’Italia, questo governo e tutti gli attori di ritornare di essere degni alle Repubbliche marinare" con il "Mediterraneo al centro del mondo, proprio per la sua natura di essere il punto di riferimento dei due grandi oceani, l'Atlantico e l'Indopacifico”. "Nello Musumeci", ha poi aggiunto la Russa, "ha voluto che questo non fosse un appuntamento di facciata ma un momento fondamentale in cui il mare fosse riscoperto non solo come luogo dove andare a fare i bagni d’estate, ma fonte di lavoro, turismo, cultura e prospettiva". Nel Cinquecento "il Mediterraneo, con la scoperta dell'America, perse di importanza – ha sottolineato La Russa – perché ci fu un cambiamento fondamentale, mentre fino a quel momento era il centro del mondo. Ma oggi il Mediterraneo ritorna a poter essere il centro del mondo proprio per la sua natura di essere il punto di riferimento dei due grandi bacini. In questa centralità del Mediterraneo era assurdo che l'Italia avesse un ruolo subalterno". Noi "siamo una nave in mezzo al Mediterraneo, siamo il cuore, con ottomila chilometri di coste, una specie di nave galleggiante. Si tratta di riacquistare centralità, protagonismo e di dare a questa centralità e a questo protagonismo un significato che sia un ritorno culturale ed economico" ha concluso. —[email protected] (Web Info)
Campobasso: presentato il “Bilancio arboreo”
Si è tenuta, questa mattina, presso la sala giunta del Comune di Campobasso la conferenza stampa di presentazione del Bilancio Arboreo.
L’assessore comunale all’Ambiente Simone Cretella e la presidente della commissione Ambiente Evelina D’Alessandro hanno rimarcato l’obbligo imposto dalla legge 14 gennaio 2013 n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” per ciascun comune, di censire e classificare gli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica, nonché rendere noto, due mesi prima della scadenza del mandato, il Bilancio Arboreo del Comune, indicando il rapporto fra il numero degli alberi piantati su aree comunali rispettivamente al principio e al termine del mandato amministrativo.
Al riguardo, l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Campobasso ha puntualmente redatto ed approvato con delibera di Giunta Comunale, il documento del bilancio Arboreo che tiene conto di tutta l’attività svolta dal 2019 al 2024, con particolare riferimento ai nuovi impianti, sia arborei che arbustivi, ed agli abbattimenti che si sono resi necessari per ragioni fitopatologiche o legate alla sicurezza urbana, un aspetto mai trascurabile nei contesti abitati.
“La nostra città offre una grande quantità e varietà di spazi verdi, come parchi, giardini, piazze, superfici boscate, viali alberati, ampie zone di verde spontaneo, tutti caratterizzati da un’importante presenza di alberi che assolvono a funzioni fondamentali per l’ambiente, costituendo una vera e propria infrastruttura di salute pubblica – ha spiegato Cretella. Il patrimonio arboreo nei contesti urbani può però subire nel tempo, a causa di innumerevoli fattori, la perdita di molte piante, pertanto si rendono sempre più indispensabili adeguate politiche di rinnovamento progressivo della dotazione arborea, proprio per garantirne la
continuità e l’incremento costante negli anni. In tale contesto, però, appare lampante come per troppi anni, o meglio decenni, le attività di rimboschimento, sostituzione o compensazione delle alberature andate perse nel tempo, sono state quasi nulle tanto da generare un diffuso invecchiamento e depauperamento dell’intero patrimonio arboreo cittadino in assenza di piani concreti di ripopolamento. Dai numeri del rapporto del Comune, emerge fortunatamente una chiara inversione di tendenza, con oltre 3 mila nuove essenze messe a dimora, opportunamente distribuite sull’intero territorio comunale”.
Nello specifico, durante il mandato amministrativo 2019/2024: Sono state messe a dimora, complessivamente, 3149 nuove piante, di cui 968 alberi di altezza media tra 1,5
e 3 metri (di cui 243 lungo viali ed alberate stradali) e 2181 tra arbusti minori, da siepe o piante forestali in “fitocella”;
Sono stati abbattuti 119 alberi (97 lungo viali ed alberate stradali, 22 in aree verdi), per ragioni di salute, sicurezza o per ragioni di opportunità legate alla tenuta ed alla manutenzione del patrimonio comunale. “Dal Bilancio Arboreo si evince una finalità importante per la nostra Amministrazione: il coinvolgimento dei cittadini – ha sottolineato Evelina D’Alessandro – tanti progetti hanno visto, infatti, la partecipazione dei cittadini che si sono fatti parte attiva degli stessi, ne sono un esempio Il Giardino della Rinascita, il progetto
Questo lo curo io o Un albero per ogni bambino nato o adottato. Con una semplice richiesta all’Ente si sceglie l’albero da piantumare e si provvede alla sua piantumazione. Un coinvolgimento che ha anche la finalità di educare alla cura del verde pubblico patrimonio della città e di tutti i campobassani”.
Tutti i numeri nel dettaglio, nonché le informazioni per ogni singolo intervento realizzato con le relative immagini, sono a disposizione nel Bilancio Arboreo, pubblicato sul sito del Comune di Campobasso ( https://www.comune.campobasso.it/campobasso2/images/VerdePubblico/bilancio%20arboreo%20copia%2 0per%20pubblicazione.pdf ) e scaricabile in versione digitale facilmente consultabile.
E’ morto OJ Simpson, aveva 76 anni
(Adnkronos) – E' morto OJ Simpson. L'ex stella della NFL e attore negli anni Novanta aveva 76 anni: era malato di cancro. Il decesso, avvenuto il 10 aprile, è stato confermato dalla famiglia con un post sui social. Simpson è stato protagonista di uno dei principali casi giudiziari (fu chiamato "il processo del secolo) degli anni '90. Nel 1994 fu assolto nel processo per l'omicidio della moglie Nicole Brown Simpson e del suo amico Ronald Goldman. "Il 10 aprile, nostro padre, Orenthal James Simpson, ha perso la sua battaglia contro il cancro, era circondato dai figli e nipoti", si legge nel post. —[email protected] (Web Info)
Sold-out la quarta edizione del Financial Forum di Comunicazione Italiana
(Adnkronos) – Sold-out la quarta edizione del Financial Forum di Comunicazione Italiana. L'evento si è svolto per la prima volta a Milano, nella elegante cornice di PHYD. Hanno seguito il Forum circa 400 spettatori, con la partecipazione di oltre 50 Speaker – Cfo di alcune tra le principali aziende italiane e multinazionali: il Forum è così tornato a essere un momento cruciale per fare il punto sull’evoluzione del ruolo del Cfo a fronte delle trasformazioni che stanno caratterizzando il contesto aziendale. Tra queste, l’importanza sempre maggiore degli obiettivi Esg nelle strategie di Business, l’introduzione delle nuove tecnologie – con l’Intelligenza Artificiale in prima linea – ma anche l’impatto delle turbolenze internazionali sugli affari e la conseguente necessità di prendere decisioni strategiche in tempi rapidi e informate dai dati. Questi e altri argomenti hanno definito l’appuntamento odierno, che ha visto l’intervento di aziende di primo piano come Bayer, Illycaffè, Benetton, Mundys, WeRoad, Q8, Arena e Mondadori. Le numerose persone intervenute in location, e quelle collegate in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, hanno potuto ascoltare numerosi interventi Talk Show e Innovation Speech, che si sono affiancati a Tavoli Tematici a porte chiuse, incontri one-to-one, interviste e incontri informali. Determinante per la buona riuscita dell’evento il contributo delle aziende Partner, realtà B2B dei servizi finanziari che hanno saputo fornire un punto di vista “altro” rispetto al lavoro del Cfo. Tra questi, l’intervento di Carlo Gualandri, Ceo di Soldo, intervenuto nel Talk Show “Il Cfo come ambassador della Digital Transformation”, sotto la conduzione di Mirko Gubian, Partner di Axiante; l’Innovation Speech dal titolo “Intelligenza artificiale e competenze umane: l’equilibrio indispensabile nella gestione del BPO amministrativo”, a cura di Angelo Persano, Business Process Reengineering Manager di Idc – Indicom Document Care; e l’Innovation Speech dal titolo “L’impatto dell’AI sull’Ebitda”, a cura di Luca Calabrese, Ceo di Lcs AI. Oltre al sostegno degli Official Partner Soldo e SAP Concur, il Content Partner IDC – Indicom Document Care e i Partner Axiante e LCS AI, l’evento ha visto la collaborazione di Adnkronos in qualità di Main Media Partner e il Patrocinio di ANDAF Lombardia. Le sessioni saranno rese disponibili nei prossimi giorni su www.comunicazioneitaliana.tv Prossimo appuntamento di Comunicazione Italiana sarà il Forum Information Technology, il prossimo 16 maggio nella prestigiosa cornice del Magna Pars di Milano. —[email protected] (Web Info)
Gaza, il figlio di Barghouti: “Mio padre sottoposto a trattamento disumano in carcere”
(Adnkronos) –
Benjamin Netanyahu "deve essere processato da un tribunale internazionale. Sarebbe un sogno per ogni palestinese vederlo in prigione. Così almeno parte di giustizia sarebbe fatta". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Aarab Barghouti, figlio di Marwan Barghouti, uno dei politici palestinesi più importanti e da molti considerato una sorta di 'Mandela palestinese', in carcere dal 2002 in Israele dove sta scontando condanne a cinque ergastoli per il suo presunto ruolo nella pianificazione di attacchi durante la Seconda Intifada. A proposito del primo ministro israeliano, Barghouti figlio – che dopo anni di studi sulla Finanza negli Stati Uniti oggi vive a Ramallah dove insegna – dice di credere che sia "psicopatico" perché "non solo non gli interessa delle vite dei palestinesi o degli altri popoli della regione, ma penso che non gli importi nulla nemmeno delle vite degli israeliani. Perché qualsiasi leader israeliano che guardi alla sicurezza a lungo termine del suo popolo capirebbe che l'unica via per una pace sostenibile e a lungo termine tra i due popoli deve garantire a noi palestinesi uguaglianza, libertà e dignità e la fine dell'occupazione". Il governo israeliano "sta trascinando tutta la regione verso la guerra" e questa minaccia diventerà "reale" se "non fermeremo il genocidio a Gaza e Netanyahu non sarà fermato e consegnato alla giustizia", prosegue Aarab Barghouti, commentando l'annunciata ritorsione iraniana per il raid su Damasco attribuito a Israele in cui sono rimasti uccisi, tra gli altri, due alti comandanti dei pasdaran. "Lo accolgono in Europa, lo accolgono negli Stati Uniti, l'ipocrisia di questo mondo è per me semplicemente incredibile", continua il figlio di Marwan Barghouti riferendosi sempre al premier israeliano, ritenendo che esista "una minaccia reale di una guerra regionale, se non mondiale, finché persone come Netanyahu prendono decisioni che mettono a repentaglio la sicurezza dell'intera area". "Quando si dà a uno psicopatico come Netanyahu la possibilità di fare quello che vuole, di bombardare il Libano, la Siria, l'Iraq, lo Yemen e, naturalmente, di provocare gli iraniani poi è pura follia aspettarsi che non ci sarà alcuna ritorsione", sostiene Aarab Barghouti, denunciando che "i leader palestinesi, solo per aver sostenuto ciò che è legale secondo il diritto internazionale, vengono condannati all'ergastolo e restano per decenni nelle carceri israeliane, mentre qualcuno come Netanyahu, che ha ucciso letteralmente decine di migliaia di civili innocenti e ha il sangue sulle mani, non verrà processato". "E' una vergogna per tutta l'umanità" che ai "criminali israeliani" sia stato permesso di uccidere "figli e nipoti di un leader solo perché vogliono vendicarsi con lui. Giustificare l'uccisione di bambini per qualsiasi causa è davvero disgustoso", dichiara il figlio di Marwan Barghouti all'indomani del raid su Gaza City in cui sono stati uccisi tre figli del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ed alcuni suoi nipoti. "Penso che l'umanità abbia perso la direzione e che questa sia una chiara violazione del diritto internazionale", scandisce Barghouti figlio, accusando anche l'Occidente di essere "complice" e di avere "le mani sporche di sangue" visto che non ha fatto nulla per fermare gli israeliani, ma anzi "giustifica" quello che sta accadendo a Gaza. "Credo che i leader europei, gli americani, gli inglesi, gli australiani, i canadesi, dovrebbero vergognarsi – sottolinea – E' così triste che l'uccisione di bambini venga usata come strumento di guerra". Secondo il figlio di Barghouti, "noi palestinesi abbiamo smascherato l'ipocrisia dei leader occidentali che continuano a parlare di valori, ma non hanno più moralità". E allora "l'unica cosa positiva di questa guerra è che la prossima generazione in Europa, negli Stati Uniti, in Medio Oriente, ovunque, si unirà contro l'ipocrisia di quelle élite e apporterà un vero cambiamento nel mondo intero e la giustizia trionferà come valore universale". I leader israeliani "sono stati accecati dalla storia" e "si illudono" se pensano di poter garantire la sicurezza a lungo termine dello Stato ebraico "senza porre fine all'occupazione", ritiene Aarab Barghouti, secondo cui il popolo palestinese continuerà a sollevarsi e a resistere sulla base del diritto internazionale dal momento che Israele è riconosciuto come potenza occupante. Finché non si porrà fine all'occupazione, non credo che andremo da nessuna parte e che il ciclo di violenza finirà mai". Barghouti figlio accusa Israele di continuare a giocare "la carta dell'antisemitismo", ma "non abbiamo mai avuto problemi con gli ebrei e, anzi, riconosciamo la storia ebraica della Palestina di cui siamo orgogliosi. Il nostro problema è la mentalità sionista. Secondo loro questa terra è solo per gli ebrei, mentre cristiani e musulmani vivono qui da secoli". "Mio padre in carcere è sottoposto a condizioni davvero disumane. E' tenuto in una cella piccolissima senza finestre, lo costringono ad ascoltare l'inno israeliano tutto il giorno a volume altissimo e gli tolgono il materasso, che è l'unica cosa che ha, dalle 5 del mattino alle 21", denuncia Aarab Barghouti, confermando le violenze fisiche contro il leader palestinese rese note anche dall'Olp. Ricordando che dal 7 ottobre, "13 prigionieri politici palestinesi sono morti nelle carceri israeliane" a causa della mancanza di acqua, cibo e cure mediche, Barghouti figlio afferma che gli israeliani, approfittando dell'attenzione mediatica concentrata sulle loro "atrocità" commesse a Gaza, hanno iniziato a "torturare" i prigionieri palestinesi e la loro aggressione è arrivata "a un punto mai visto prima". Aarab esprime grande preoccupazione per il padre che "ha già perso 10 chili e non è più un ragazzino, ha 64 anni", evidenziando che il 6 marzo "sappiamo per certo che è stato aggredito fisicamente e ha subito abusi. Lo hanno picchiato finché non è svenuto. E' rimasto senza sensi per ore e ore e poi, quando si è svegliato, ha trovato ferite su tutto il corpo e non ha ricevuto alcuna cura medica. Naturalmente, hanno mentito al riguardo dicendo che non era successo nulla, ma quando l'avvocato lo ha visto ha confermato le ferite, le aggressioni e tutto quello che ci era stato detto", prosegue Aarab, che racconta di essere attivo nella campagna internazionale per la liberazione del padre e di aver sollevato la questione con le ambasciate europee e americana. Marwan Barghouti può essere il leader in grado di riunire tutte le fazioni palestinesi e superare la divisione inter-palestinese. Ne è convinto il figlio Aarab, mettendo in evidenza come il padre sia stato tra i leader palestinesi che per primi hanno lavorato per l'unità tra le fazioni, come dimostra il suo ruolo chiave nel 2006 nella firma del Documento di conciliazione nazionale dei detenuti scritto da prigionieri palestinesi di Fatah, Hamas, Jihad islamica, Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) e Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp). Quello che molti nei Territori palestinesi vorrebbero alla guida dell'Autorità nazionale palestinese come successore di Mahmoud Abbas, di cui è stato per anni il delfino, "è un leader disposto a compiere passi coraggiosi e che crede nell'unificazione del popolo palestinese e nelle partnership politiche. E' per questo che è molto rispettato a livello nazionale, non solo da Fatah", spiega il figlio, secondo cui Marwan Barghouti "vuole un contributo maggiore dei giovani e delle donne alla politica palestinese. E l'unico modo per farlo è attraverso la democrazia e le elezioni. Ed è un così grande sostenitore della democrazia che non ha mai ricoperto alcuna carica per la quale non era stato eletto". Secondo Aarab, "in Palestina tutti sanno che abbiamo bisogno di un completo rinnovamento del sistema politico e questo passa attraverso le elezioni, che speriamo di poter tenere il prima possibile. Ho 33 anni e non ho mai votato prima, vorrei poter almeno contribuire con il mio voto e condivido questo pensiero con tutta la mia generazione. Quindi penso che le elezioni siano un must". Marwan Barghouti, insiste Aarab, è "uno dei pochi della sua generazione che crede ancora alla soluzione a due Stati", ricordando il lavoro incessante svolto negli anni Novanta con le delegazioni israeliane, europee e americane, "in tutto il mondo, anche a Tel Aviv e Ramallah, per far sì che il processo di pace fosse sostenibile a lungo termine. Ritengo che il problema con la soluzione dei due Stati non siano i palestinesi. Noi siamo stati chiari riguardo il nostro sostegno alla soluzione a livello di leadership palestinese fin da Arafat e, nel tempo, persino Hamas ha mostrato interesse per questo tipo di soluzione. Il problema riguarda la parte israeliana che non è interessata" come dimostra il fatto che "Netanyahu sia orgoglioso di aver impedito la creazione di uno Stato palestinese e di costruire sempre più insediamenti. E sappiamo che gli insediamenti sono un cancro. Li chiamiamo cancro perché continuano a diffondersi e a uccidere le nostre speranze e il nostro futuro. E finché il mondo occidentale, gli europei, gli americani e tutti i Paesi che danno agli israeliani sostegno incondizionato non si renderanno conto del fatto che Netanyahu è la più grande minaccia alla loro sicurezza e alla pace nella regione non cambierà nulla". "Gli europei e gli americani hanno perso la testa per alcune centinaia di bambini uccisi in Ucraina dai russi e imposto sanzioni a Mosca e a Putin. Non voglio sminuire queste vite, ma a Gaza parliamo di 14-15mila bambini uccisi e non fanno niente contro gli israeliani. Ci stanno rubando la terra a un ritmo mai visto prima dagli Accordi di Oslo. Eppure, non vediamo l'Occidente fare abbastanza per fermare gli israeliani come hanno fatto con i russi o con qualsiasi Paese che viola il diritto internazionale". Alla domanda se abbia mai pensato di raccogliere l'eredità del padre, Aarab risponde con le parole che la madre pronuncia sui palestinesi che vogliono fare politica: "Finiranno per essere uccisi in prigione o diventeranno leader corrotti". Ma la sua idea va oltre. "Mi trovo sempre a parlare di politica perché ha un impatto diretto sulle nostre vite. E ho una missione nella vita che mio padre ha condiviso con me e molti altri palestinesi ed è che i nostri figli e i nostri nipoti vivano con dignità, libertà e uguaglianza. Io darò il mio contributo in ogni modo possibile". —internazionale/[email protected] (Web Info)
Nato, l’Italia rafforza il fianco est: schierati più di 3mila uomini e 1.100 mezzi
(Adnkronos) – L'Italia impegnata per rafforzare il fianco orientale della Nato con un contingente massimo autorizzato di più di 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terrestri, 1 unità navale e più di 20 assetti aerei. Il generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, delinea il quadro dell'impegno militare dell'Italia nell'ambito Nato, con particolare attenzione al 'fianco est' dell'Alleanza. "Nel dominio terrestre, va evidenziato l’impegno nell’area baltica per il potenziamento di una presenza 'avanzata' – operazione enhanced Forward Presence–Forward Land Forces con un contingente di circa 290 militari a supporto di un’unità multinazionale di livello reggimento-Battlegroup a guida canadese schierato in Lettonia. Si consolida inoltre il significativo supporto dei contingenti nazionali alle attività della Nato nell’area est, già avviati nel corso del 2022", ha spiegato il generale nel corso dell'audizione in Senato sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. "In particolare, nell’ambito delle attività di vigilanza rafforzata – enhanced Vigilance Activities–Forward Land Forces Nato – spiega il comandante del Covi – abbiamo assunto, dall’ottobre 2022, il ruolo di nazione guida – framework nation – del Battle Group multinazionale in Bulgaria di livello reggimento, per il quale, in linea con i nostri alleati, è in corso l’elevazione al rango ordinativo di Brigata, con la futura immissione di ulteriori componenti specializzate dell’Esercito e, dove fattibile in termini di infrastrutture messe a disposizione dalla Host Nation, della componente ad ala rotante; proprio ieri abbiamo formalmente concluso l’impegno del nostro sistema di difesa anti-aerea e anti-missilistica SAMP-T in Slovacchia. Proseguiamo efficacemente il contributo al BattleGroup in Ungheria, con un contingente di circa 250 militari inquadrati in un’unità multinazionale a livello reggimento a guida ungherese". "Nel dominio marittimo continua la partecipazione al dispositivo di sorveglianza navale e di raccolta dati nell’area di responsabilità dell’Alleanza. Per quanto riguarda il dominio aereo – ancora Figliuolo – i nostri assetti partecipano al rafforzamento del dispositivo di sorveglianza dello spazio aereo dell’alleanza e di raccolta dati nell’ambito delle attività tese a porre in essere apposite misure di rassicurazione – Assurance Measures, nonché al potenziamento delle attività di Sorveglianza e Controllo dello Spazio aereo – Air Policing ed Air Shielding. L’impegno massimo nazionale prevede fino a 300 militari e 12 aerei, con schieramenti a rotazione tra la Polonia, la Lituania e la Romania. Siamo ora schierati in Polonia presso l’aeroporto di Malbork, a pochi chilometri dall’enclave russa di Kaliningrad, con un contingente di circa 220 militari, 4 Eurofighter e un velivolo per la ricerca informativa. Da inizio anno sono stati effettuati 8 decolli immediati reali, c.d. Alfa – Scramble, per monitorare le attività degli aerei russi al confine dello spazio aereo dell’Alleanza". Per dimensionare il nostro contributo complessivo a supporto delle attività dell’Alleanza sul fianco-est, l’Italia schiera un contingente massimo autorizzato di più di 3.000 unità, circa 1.100 mezzi terrestri, 1 unità navale e più di 20 assetti aerei". "La Difesa per il 2024 partecipa, o è pronta a fornire il proprio contributo, a 41 missioni e operazioni internazionali, articolate su 36 schede missioni (22 per attività sotto l’egida di Organizzazioni internazionali – 5 Onu, 9 Nato, 8 Ue – e 14 iniziative condotte su base bilaterale o all’interno di specifiche coalizioni multinazionali). Saranno impiegate, in media, circa 7.800 unità, con un contingente massimo autorizzato di 12.000 unità. In particolare, in aggiunta alle missioni che proseguono dal 2023, sono 2 le missioni di nuovo avvio recentemente approvate dal Parlamento", ha detto ancora sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. Il riferimento è "all’Operazione Levante, che attraverso un rafforzamento della presenza nel Mediterraneo Orientale prevede l’impiego di un dispositivo militare per interventi umanitari a favore della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, nonché il supporto ad eventuali operazioni di evacuazione di connazionali; all’Operazione difensiva dell’Unione Europea “Eunavfor operazione Aspides” che mira principalmente a proteggere la libera navigazione nello Stretto di Bab El Mandeb, nel Mar Rosso e nel versante occidentale del Golfo di Aden". —[email protected] (Web Info)











