L’intervento/Superare la precarietà per un mercato del lavoro più sicuro

L’attuale situazione economica e politica internazionale rende urgente una nuova regolamentazione del lavoro, puntando su formazione e tutela dei “nuovi lavori.

Il lavoro non è solo un mezzo per vivere, ma un valore in sé, perché concorre a realizzare la nostra umanità, ci fa sentire utili alla società e contribuisce a dare significato alla nostra esistenza.

Ognuno di noi desidera svolgere una professione che gli permetta di realizzarsi come persona e allo stesso tempo gli consenta una vita dignitosa e sicura, ma da troppo tempo quest’ideale rimane una chimera.

Occupare tutta la forza lavoro disponibile dovrebbe essere il dovere primario nelle contrattazioni tra governo, sindacati e  imprenditori, e le autorità responsabili dovrebbero predisporre i provvedimenti necessari a garantire ai lavoratori giusta retribuzione e stabilità.

La crisi pandemica, la dinamica inflattiva e le prolungate tensioni sui mercati finanziari internazionali stanno scardinando quelle poche certezze rimaste e contemporaneamente stanno generando pesanti effetti negativi sull’economia reale.

Si sta animando un dibattito su come rinnovare la regolamentazione del mondo del lavoro, questo dibattito meriterebbe una risposta responsabile da parte di tutti gli attori politici ed economici; ci vorrebbero menti illuminate in grado di coniugare l’esigenza di flessibilità imposta dal mercato con le garanzie di sicurezza dell’occupazione di ogni lavoratore.

Ma come garantire competitività alle imprese e fornire ai lavoratori sostegni attivi e passivi scardinando quella perversa scellerata sovrapposizione del concetto di “flessibilità” con quello di “precarietà” che ormai si è impadronita del mercato del lavoro generando morti e miseria tanto da allontanare le persone dalla ricerca del lavoro?

Marco Biagi, che ho avuto la fortuna di conoscere ed illustrargli alcuni accordi del settore del turismo di Roma,che prese ad esempio poiché regolamentava sostegno al reddito,premio di produttività, e licenziamenti per crisi.

Marco Biagi tendeva a differenziare in maniera netta i concetti di precarietà e flessibilità, sostenendo che «un mercato del lavoro flessibile deve anche migliorare la qualità, oltre che la quantità dei posti di lavoro, rendere più fluido l’incontro tra obiettivi e desideri delle imprese e dei lavoratori e consentire ai singoli individui di cogliere le opportunità lavorative più proficue, evitando che essi rimangano intrappolati in situazioni a rischio di forte esclusione sociale». In pratica, la flessibilità si riferisce a un modo di organizzare il lavoro, la precarietà invece si riferisce all’insicurezza della vita legata e determinata dalle condizioni di lavoro.

Inoltre Marco Biagi affermava che «i diritti dei lavoratori si conquistano prima di tutto nel mercato, ma se le regole del mercato tolgono opportunità, invece di crearne, se soffocano le iniziative imprenditoriali invece di stimolare, si costringe all’esilio le forze migliori, allora a pagarne il prezzo più alto sono proprio i lavoratori.

Ho ricordi di segretari generali quarantenni pieni di risorse e di voglia di portare con la lotta risultati ai lavoratori, per non fare nomi Carniti Lama Benvenuto, oggi questi concetti alla gerontocratica gerarchia sindacale, sono astrusi in quanto  ormai sono diventati quella corporazione, idealizzata dal duce ma mai realizzata, allora, invece oggi,i fatti lo dimostrano, è morta la contrattazione e la concertazione è fallita, in quanto chi dovrebbe rappresentare la povera gente tutto fa fuorché rappresentarla, anzi insorge per tenere stagnante la situazione. (vedi sul Reddito di cittadinanza)

In Italia negli ultimi trent’anni i salari sono scesi invece che aumentare e i contratti non si rinnovano, questo perché gli interessi sono altri e comuni tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, le decisioni di spartizione della torta avvengono in sedi comuni, e qualche rivoluzionario del giorno di festa, come il povero ministro Orlando, come azzarda a ipotizzare un’iniziativa a favore dei lavoratori vede alzar gli scudi a protezione dello “stato quo ante”, non si cambia niente perchè la contrattazione è appannaggio delle OO SS maggiormente rappresentative. Siamo alle corporazioni.

Prima di valutare una nuova riforma del mercato del lavoro, è necessario mettere a fuoco alcuni temi cruciali:rendere appetibile il lavoro, intervenire nella fase di transizione da un posto di lavoro a un altro, e implementare politiche attive, individuare strumenti che facilitino l’integrazione tra scuola e lavoro e la formazione continua.

Bisogna sviluppare modalità di protezione, tutele e salari dei “nuovi lavori”; con i concetti di; stabilizzazione del lavoratore, tutela e sicurezza sul lavoro, welfare (previdenza integrativa e sostegno alla maternità, accesso al credito e assistenza sanitaria), formazione, consolidamento e sviluppo delle relazioni sindacali.

Alfredo Magnifico

Segretario Generale Confintesa Smart

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