Le aziende dipenderanno sempre di più dalla qualità delle risorse umane

Oggi che cosa si cerca nel lavoro? Sembra che carriera e stipendio non siano più l’elemento attrattivo.

Alle imprese si chiede di offrire un’esperienza appagante ai loro dipendenti per evitare che scelgano una società concorrente che offra loro un migliore bilanciamento tra vita e lavoro -work life balance- come se il lavoro non fosse vita e tutta la vita non fosse un lavoro.

Cambiano le parole ma la sostanza no un tempo si parlava di «direzione del personale», poi si è passati a dire «HR manager» o «human resources»  sono cambiati e si sono di molto ampliati compiti e responsabilità, rispetto a quando la direzione del personale si occupava delle relazioni sindacali, dell’organizzazione del lavoro, delle assunzioni e dei licenziamenti.

In passato la parte non amministrativa delle risorse umane nella maggior parte delle imprese non esisteva, oggi in tutte le grandi aziende si parla di talent management, attraction, employer branding e wellbeing.

Le PMI, che rappresentano il cuore pulsante del sistema economico del nostro Paese per rimanere competitive, hanno bisogno di risorse non solo capaci ma anche e soprattutto motivate.

La maggior parte delle Piccole e Medie Imprese è rappresentata da imprese che si occupano di servizi o prodotti ad alto valore aggiunto, che basano il proprio successo sulle capacità dei collaboratori, oggi si può dire che non sono le persone a essere dipendenti dall’azienda, ma le aziende a essere dipendenti dalle abilità delle proprie risorse umane.

Chi ha la responsabilità di guidare un’organizzazione ha bisogno delle persone per riuscire a realizzare la strategia e far crescere il business, per tutti il lavoro è un banco di prova della consistenza della propria vita.

Chi guida le aziende e vuole realizzare una strategia di business e ha bisogno di costruire una strategia per le proprie persone.

Chi si occupa di risorse umane deve offrire a ogni collaboratore un’esperienza lavorativa appagante e preoccuparsi di ciò che accade fuori dal lavoro, supportando chi collabora nella creazione di un proprio work life balance, con l’idea che la vita lavorativa non è un qualcosa di separato, diverso o addirittura in antitesi rispetto alla vita privata, ma ne è una parte importante.

I valori come trasparenza e fiducia sono indispensabili e diventano la base per una profonda relazione umana, prima che professionale nel prendersi cura delle persone e nel creare relazioni empatiche con loro.

Se le risorse Umane o come le si voglia definire non si adatteranno ai cambiamenti perderanno i migliori talenti, questi lasciata un’azienda, riceveranno proposte da altre realtà dislocate forse in tutto il mondo, in quello che sta ogni giorno di più diventando un mercato del lavoro globale, anche grazie a hybrid e remote working.

La sfida attende soprattutto le piccole e medie imprese e i loro responsabili HR, che hanno l’arduo, ma stimolante, compito di traghettare organizzazioni tradizionali e per lo più familiari verso il futuro del lavoro.

Per farlo servono soprattutto formazione, ascolto e progettazione.

Alfredo Magnifico

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