Istat/Crollo dei consumi in Italia

I dati pubblicati dall’Istat rilevano che le famiglie non spendono mentre cresce la propensione al risparmio passata dall’8,2% del 2019 al 15,8% dell’anno scorso.

Le misure di sostegno messe in atto per contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria hanno attenuato la caduta del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, che nel 2020 è diminuito del 2,8% (-32 miliardi di euro).

Le vendite al dettaglio hanno fatto segnare a febbraio un aumento del 6,6% rispetto a gennaio e un calo del 5,7% rispetto a febbraio 2020, si registra un’ampia crescita congiunturale, trainata dalle vendite dei beni non alimentari, in notevole recupero rispetto ai livelli depressi degli ultimi tre mesi.

Permane un calo marcato, sia nel settore alimentare sia in quello non alimentare, sia nella grande distribuzione, quanto nelle imprese operanti su piccole superfici, diminuiscono le vendite per entrambi i settori merceologici.

Il potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, è diminuito del 2,6%, interrompendo la dinamica positiva in atto dal 2014, si tratta della contrazione più forte dalla crisi del 2012.

La consistente flessione della spesa, per i consumi finali, delle famiglie (-10,9%) ha generato un deciso incremento della quota di reddito destinata al risparmio, che passa dall’8,2% del 2019 al 15,8% del 2020.

L’impatto della crisi, sulle attività produttive, ha comportato una riduzione di circa 93 miliardi di euro del reddito primario delle famiglie (-7,3%).

I redditi da lavoro dipendente sono diminuiti di circa 50 miliardi di euro (-6,9%), mentre quelli derivanti dall’attività imprenditoriale si sono ridotti di poco più di 40 miliardi di euro (-12,2%); in particolare, dalle piccole imprese di loro proprietà, le famiglie hanno ricevuto 28,7 miliardi in meno di utili rispetto al 2019.

Il reddito disponibile delle famiglie è stato sostenuto dalle amministrazioni pubbliche attraverso rilevanti interventi di redistribuzione, per un totale di circa 61 miliardi di euro; con una riduzione delle imposte correnti per circa 4,7 miliardi di euro (-2,2% rispetto al 2019), dei contributi sociali per circa 15 miliardi di euro (-5,4%), di cui poco meno di 5 miliardi di euro a carico dei lavoratori (dipendenti e autonomi) e il resto a carico dei datori di lavoro.

Le prestazioni sociali sono aumentate di 37,6 miliardi di euro (+9,6%), per le misure di sostegno al reddito; sono aumentate di 13,7 miliardi di euro le risorse destinate alla copertura della cassa integrazione guadagni (Cig) e di 14 miliardi gli altri assegni e sussidi (tra questi circa 8 miliardi per il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi).

A copertura delle perdite legate alla crisi, a piccole imprese e a lavoratori autonomi (famiglie produttrici) sono stati erogati contributi a fondo perduto per circa 3,5 miliardi di euro, registrati come trasferimenti in conto capitale.

Le famiglie consumatrici, per la prima volta dal 2015, hanno ridotto gli investimenti in abitazioni per circa 5,5 miliardi di euro (-8,4%).

Tanta pazienza, tanta buona volontà, con speranza indomita forse riusciremo a far ripartire attività e consumi.

Alfredo Magnifico

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