La nuova amministrazione Trump, così come è partita, potrebbe risultare «una sveglia per l’Europa», forse sarà un anno positivo per la finanza, ma negativo per l’industria, di certo ne risentirà la crescita economica.
Con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le nuove concentrazioni di potere, si delinea un quadro di grande incertezza, confermato da uno studio, realizzato da Swg e FB& Associati, che ha coinvolto esperti del mondo delle imprese, della ricerca, della comunicazione e della politica, interrogati sul futuro a breve e medio termine dell’Italia e dell’Europa, preoccupa; il calo demografico, la sostenibilità del welfare, il mercato del lavoro, la tutela dell’ambiente, i cambiamenti nei posizionamenti geopolitici,.
Il 58% degli intervistati, ritiene che il 2025 sarà un anno positivo per i mercati, mentre solo il 15,5% non fa previsioni, mentre per l’industria metalmeccanica, per il 78% il 2025 sarà un anno negativo; solo il 4,4% vede qualche spiraglio di positività.
Il mercato del lavoro italiano per il 24,4% andrà bene e per il 41,8% peggiorerà, tanto scetticismo anche sulle prospettive di crescita per l’Italia (il 47,5% è pessimista) e la qualità della vita, giudicata in peggioramento dal 41,6% degli esperti.
L’Italia ha grandi sfide davanti a sé per restare a galla, a partire dalla sostenibilità dei servizi di welfare (considerata una delle sfide prioritarie dal 45%, seguita dalla gestione degli impatti del mutamento demografico (34%), agli ultimi posti, l’approvvigionamento energetico, l’efficientamento dei sistemi produttivi e l’uguaglianza di genere.
Per il 2025 gli esperti prevedono una forte crescita della domanda di assistenza sanitaria, che richiede una riforma dei servizi territoriali e delle politiche di prevenzione, oltre che una rivalutazione del rapporto tra pubblico e privato e politiche mirate a garantire l’invecchiamento in salute, dall’altro lato la denatalità pone anche il problema di mancanza di manodopera, che avrà un impatto notevole sull’economia.
Fondamentale sarà la capacità di produrre innovazione, da cui deriva la necessità di un forte investimento nell’istruzione.
Un’attenzione particolare viene posta ai cambiamenti in corso nel mercato del lavoro, per i quali l’aggettivo più usato sarà «sfidante».
Le innovazione potranno disegnare un futuro di lavoro altamente qualificato capace di produrre ricchezza diffusa, ma produrranno un diffuso lavoro povero e precario con impatti difficili da gestire dal punto di vista del consenso e della tenuta sociale, il 5,8% pensa che il lavoro umano sia destinato a scomparire, sostituito dall’intelligenza artificiale.
Sul fronte politico per la metà degli esperti il nuovo anno presenterà non poche difficoltà per quanto riguarda le democrazie occidentali (61% di opinioni negative), la tutela dell’ambiente (55%) e i rapporti tra Stati Uniti ed Europa (53%).
Si prospetta un grave pericolo, la trasformazione delle democrazie e le nuove concentrazioni di potere, con l’indebolimento dei sistemi democratici e il rischio dell’ascesa dei modelli autocratici.
Si nota una perdita di centralità di istituzioni come l’Onu e l’Ue, che sembrano incapaci di rispondere ai bisogni di cooperazione internazionale per cui sono nate, la riduzione di partecipazione sociale e politica, la tendenza ad accentrare le funzioni di governo e l’aumento di centralità delle grandi imprese tecnologiche aprono a nuovi modelli di potere oligarchico e tecnocratico.
Davanti a questi scenari i prossimi anni saranno centrali per definire il futuro dell’Unione europea nel panorama geopolitico internazionale, si dovrà andare verso gli Stati Uniti d’Europa.
Serve una grande unità europea, che deve prendere decisioni importanti. perché le sfide che arriveranno dalla nuova amministrazione Trump saranno una «sveglia per l’Europa».
Alfredo Magnifico