Covid: terremoto su ricchezza e occupazione

L’Istat nelle statistiche flash di luglio su occupati e disoccupati, evidenzia che da febbraio 2020 il livello dell’occupazione è sceso di 500 mila unità, le persone in cerca di lavoro sono cresciute di 50 mila, a fronte di un aumento di inattivi di 400 mila unità, a questo si aggiunge che nel secondo  trimestre il Pil, è diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019.


In quattro mesi il tasso di occupazione perde oltre un punto, mentre quello di disoccupazione, col dato di luglio, torna sopra ai livelli di febbraio.


L’ultimo anno ha accusato un’emorragia di dipendenti a tempo determinato (-16,2%  sui 12 mesi, -498mila) e lavoratori indipendenti (-4,5% pari a -239 mila).Il calo di occupati registrato da Istat, non riguarda i lavoratori permanenti, tutelati dal blocco dei licenziamenti per Covid-19 e cresciuti dell’1,2% (+181 mila).


Aumentano le persone in cerca di lavoro, mentre calano gli inattivi, il tasso di disoccupazione registrato da Istat sale al 9,7% (+0,5 punti da giugno, +0,1 punti da luglio 2019), i disoccupati aumentano del 5,8% (+134mila unità) mentre gli inattivi diminuiscono dell’1,6% (-224mila unità) con una contrazione che riguarda uomini, donne e tutte le classi d’età, il tasso di inattività diminuisce, attestandosi al 35,8% (-0,6 punti).


La disoccupazione giovanile a luglio torna sopra il 30%, per la prima volta da oltre un anno, a partire da aprile 2019, precisamente al 31,1% per la fascia di età 15-24 anni, in aumento di 1,5 punti da giugno e di 3,2 punti da luglio 2019. “Su base annua – sottolinea l’istituto di statistica la disoccupazione cresce tra i minori di 35 anni e cala nelle altre classi”. Tra i 25 e i 34 anni, il tasso di disoccupazione è del 15,9%, quasi il triplo di quello nella fascia di età 50-64 anni, ed è cresciuto di 0,9 punti nell’ultimo mese e di 1,4 punti nell’ultimo anno.


A luglio, dopo quattro mesi di flessioni consecutive, l’occupazione “torna a crescere su base mensile (+0,4% pari a +85mila unità) che coinvolge le donne (+0,8% pari a +80mila), i dipendenti (+0,8% pari a +145mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 25-34enni.


Gli uomini occupati risultano sostanzialmente stabili, mentre diminuiscono gli indipendenti. Nel complesso, il tasso di occupazione sale al 57,8% (+0,2 punti percentuali). Rispetto a luglio 2019 gli occupati diminuiscono di 556.000 unità e il tasso di occupazione perde 1,3 punti percentuali,sarebbe curioso che l’analisi tenesse conto non solo delle braccia ma anche delle ore lavorate.


Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti, rispettivamente, del 3,7%, del 20,2% e dell’11%. Quanto invece alla spesa delle famiglie, ha registrato una diminuzione in termini congiunturali del 12,4%. In particolare, gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 21,4%, quelli di beni non durevoli del 4,4%, quelli di servizi del 15,8% e quelli di beni semidurevoli del 15,1%.


Buia e lunga è la notte ,e visti i risultati estivi sarà il caso di continuare a ubriacarsi perché il risveglio sarà duro.
Alfredo Magnifico  

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