vengoconquestamiaadirvi/ Fine a quanne ze racconta, manche niente è!

Come direbbero gli edotti ed i colti, al limite io sono coRto, la foto a corredo di questo articolo mi è stata mandata da uno di voi che, bontà sua e vostra, legge/te quello che scrivo. Vi ringrazio tantissimo. Oh, mi è sfuggito di segnarmi che mi ha mandato questa bella foto di Campobasso dove si vede il castello Monforte “galleggiare” in un mare di nebbia.


Questa foto mi ha dato l’idea di un castello fiabesco e quindi oggi vi racconto qualcosa in stile fiabesco. Gli “anziani” anche senza le “ “ ricorderanno quella serie di fiabe su 45 giri “…a mille ce n’è”….ecco un link per riverdire la memoria di noi allora bambini.


Detto questo, rinverdito il passato adesso mi è venuta voglia di raccontarvi una favola, cercherò di non essere pesante, ma la mia bilancia ha detto che non ci riuscirei.
Detto questo: in quel tempo era tempo di pandemia, l’ultima pandemia che si ricordava era quella di influenza spagnola che inondò i nostri nonni per anni dal 1918 al 1920, finita la guerra iniziò la spagnola, poi “stettero” due anni fermi ed il 28/10/1922 iniziò la marcia su Roma dei fascisti. In pratica in sette anni, dal 1915 entrata in guerra dell’Italia, al 1922 di cose brutte ne erano capitate, ma quelle che vennero dopo furono anche peggiori. Eh, “ma fine a quanne ze racconta,manche niente è” usavano dire i nostri anziani … manche niente è.


Appunto bisognava raccontarla. Il primo decesso per la pandemia era stato un mio compagno di scuola. Persona amatissima e stimatissima da tutta la città, una perdita enorme. Senza nulla togliere a tutti gli altri che seguirono, e ne furono tantissimi. In questo continuo viaggiare di carri funebri iniziarono ad usare un foglio di calcolo, gli scienziati lo chiamarono excel per comunicare i morti ed i contagiati, oppure quanti contagi c’erano stati. Fatto ci sta che in quel periodo, forse, iniziarono a mettere dei numeri “random” famosi numeri “a membro di segugio” ed i colori per il Contado di Molise cambiarono rimanendo sempre di colore giallo.


In pratica avevamo un indice di contagiosità più alto in Italia, ma il nostro colore era sempre giallo. Giallo significava nessun pericolo. E senza nessun pericolo a Sant’Elia a Pianisi diventarono rossi per gli “ammazzamenti” del maiale e per le feste di compleanno. Allora a quel punto vietarono gli ammazzamenti dei maiali per evitare contagi, ma non evitarono la caccia al cinghiale. Cosa c’entra ve lo spiego: una volta abbattuto a fucilate il cinghiale lo si porta in una “casina di caccia” e lo si lavora né più e né meno come un maiale ammazzato in casa. Siccome la cosa era strana ed era stato emesso un provvedimento da parte del presidente della giunta regionale io ero in dubbio se i maiali (nel senso stretto suinicolo) avessero degli ottimi sindacalisti e si fossero csì salvati la vita, ed i cinghiali no.

Oppure gli “ammazzatori” di maiale votavano meno degli sparatori di cinghiali … non ci capii nulla e decisi di votare meglio la volta successiva, ma pi mi ricordai che questo Presidente non lo votai. Sbaglio a votare anche quando non vinco le lezioni …. terribile!


In quel periodo era anche capitato nella capitale “caput mundi” di tutto l’impero italico, che due ministri ed un sottosegretario si dimettessero dagli incarichi Governo con un’unica lettera di dimissioni, firmata da tutti e tre. Io non avevo capito se i tre erano degli sfaccendati sfaticatoni oppure il “capoclasse” aveva detto: la letterina ve la scrivo io, sennò voi fate danni. In tutti e due i casi a me sembrò una cosa veramente brutta. Abbandonare la guida di una nazione in un momento tragico come quello del Corona virus è da scellerati politici. Ma anche non politici.

Allora, stavamo parlando della situazione pandemica. Situazione che nel nostro contado non sembrava buona, ma il reggente del Contado, regolarmente eletto dal popolo, diceva che tutto andava bene, e meno male che nessuno aggiungeva “madama la marchesa”. Le cose andavano talmente bene che il reggente del Contado aveva richiesto in Ministero a “caput mundi” romana, di ritornare in possesso dei cordoni della borsa per quanto riguardava la lotta alla pandemia e di tutto il reparto sanitario. Giova ricordare che i cordoni della borsa della sanità pubblica erano in mano statale dall’inizio del mandato elettorale di questo governatore Roma “caput mundi” aveva deciso di fare così per capire come mai il deficit, i debiti, sanitari fosse tanto alto.

A dire il vero questo governatore nulla c’entrava con il debito sanitario, sapevamo benissimo che la storia era lunga ed i risultati si vedevano, ma non sembrava vederli il Governatore. Il Governatore non accettava i commissari e le disposizioni di “caput mundi” e voleva comandare tutto lui. La richiesta non fece in tempo arrivare a Roma che il governo centrale cadde. Quindi la richiesta del Governatore, praticamente visto che il Governo era caduto, speriamo sia solo inciampato, sembra non avesse “Speranza” di essere accolto. Dovevamo aspettare le sorti del Governo per capire che “Speranza” aveva la richiesta del Governatore.


A dire il vero una decisione era stata presa fuori dal commissariamento ed era stata quella di mettere un unico centro Covid nell’Ospedale di Campobasso, l’Ospedale più importante. Nessuno, mettendo il centro Covid a Campobasso, poteva mai immaginare che il Covid si sarebbe diffuso in tutto l’ospedale? Nonostante ci fossero percorsi Covid e non Covid e siccome l’ospedale Cardarelli era un ospedale costruito in tempi “normali” tempi nei quali si pensava che le pandemie fossero state sconfitte per sempre, la struttura non era stata concepita per dividere i percorsi.

Nessuno ne volle sapere, di quelli che potevano disporre della gestione sanitaria del Covid di poter mettere il centro Covid nel dismesso ospedale di Larino, io lo scrissi e scrissi anche che si poteva far giunger un elicottero senza problemi in caso disperato di necessità sul campo sportivo di Larino, oppure in uno spiazzo sulle piane di Larino, che siccome si chiamano PIANE, forse un pezzo di terra in pianura si trovava …. forse.


Quindi la situazione era questa: Roma aveva mandato un proconsole Medico e Generale che sosteneva “Giustinamente” di portare a Larino il centro Covid. Il governatore, nominato commissario al Covid al pari di tutti i suoi colleghi presidenti di regione, aveva fatto in modo, aveva deciso di mettere il centro Covid al Cardarelli di Campobasso, sappiamo tutti come è andata: Ospedale Cardarelli con due reparti in quarantena per infettati Covid e l’Ospedale di Larino libero da poterci giocare a nascondino. Sarebbe successo lo stesso se il centro Covid fosse stato a Larino.

E se il centro Covid fosse stato a Larino gli ospedali di Termoli ed Isernia sarebbero stati liberi da alati Covid? Credo non lo potremo mai sapere, ma abbiamo un po’ di tempo per pensare chi votare alle prossime elezioni. Chiudo con uno “spettegulezze” che spettegulezze non è, avendo letto i messaggi.


Lasciare che la gente si esprime è sintomo di maturità e di democrazia ed il dibattito aperto e franco è il raggiungere maturità politica ma anche personale.
La mia stima è sempre alta nei vostri confronti spero in qualcosa di positivo anche per me da parte vostra. Sempre con immutati affetto e stima: statevi arrivederci.
Franco di Biase

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