San Giuliano di Puglia, una ferita che difficilmente si rimarginerà

di Massimo Dalla Torre

17 anni fa la tragedia di San Giuliano di Puglia che fece accendere i riflettori su di un piccolo paese del Molise che pagava un tributo di sangue altissimo. Una tragedia che, nel giro di pochissimi istanti ha letteralmente cancellato una generazione e insieme ad essa le speranze di una comunità che oggi come allora piange i suoi angeli. Bambini che sono volati via ingiustamente e che devono far capire il perché di una vicenda che è ancora viva nei nostri cuori. Potremo fermarci qui e ascoltare i 27 rintocchi della campana degli angeli che è a guardia di un luogo in cui il silenzio e la pace fanno da padrone. Un silenzio che negli anni e’ stato rotto soltanto dagli automezzi per la ricostruzione di un qualcosa che difficilmente si può ricostruire perché si dovrebbe ricostruire innanzitutto l’io di chi disgraziatamente il 31 ottobre del 2002 ha visto crollare insieme alla scuola Francesco iovine le vite di chi doveva essere il futuro di una comunita’ che da allora non e’ piu’ tale. Dopo tanti anni si continua a parlare di san giuliano di puglia e lo si fa quale termine di paragone per capire se e’ possibile prevenire un qualcosa che non dipende dalla volonta’ umana. Un termine di paragone che ha rinvigorito un dolore che non troverà mai fine, perché non può esserci fine per un qualcosa d’inaccettabile specialmente se le vittime sono bambini che hanno lasciato un vuoto incolmabile, incomprensibile. Due parole che dovrebbero pesare sulle coscienze di tutti e che una volta all’anno forse dovrebbero ricordare quanto è accaduto in questa porzione di paese chiamato Molise. Una terra che di quel terribile giorno ha quale testimonial un paese i cui abitanti non hanno più lacrime da piangere perché con le lacrime sono andate vie le speranze di una generazione che oggi sarebbe pronta a dare il proprio contributo alla comunità che non dimentica anzi e’ ferita più che mai.

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