PD, Italia e Molise in confusione totale: voi suonerete le vostre trombe, noi le nostre campane

Torniamo a dire la nostra su quanto sta accadendo nel PD in balia di una tempesta soprattutto di coscienza. Lo facciamo, anche se con molta riottosità, perché sconcertati e allibiti dagli accadimenti che vedono il Paese e di conseguenza il Molise nella confusione più totale. Lo facciamo citando una frase storica “ebbene giacché si domandano cose tanto disoneste, voi suonerete le vostre trombe e noi suoneremo le nostre campane. E così detto, uscì dalla sala”. Frase proferita da Pier Capponi, notabile della repubblica fiorentina dell’età medicea, a Carlo VIII l’imperatore dei francesi quando arrivato in Italia ricevette le ambascerie della repubblica gigliata e dettò le condizioni per la pace. Cosa che indignò moltissimo i fiorentini che abbandonarono la sala in cui si svolse il colloquio. Una frase che adattiamo alla situazione che vede, all’indomani della convention romana del partito di maggioranza, anzi di quello che ne rimane, sancire definitivamente la separazione che aleggiava già da tempo. Una situazione che ha visto fronteggiarsi vari blocchi che, questa volta hanno deciso di non fare fonte comune, a nostro modesto giudizio poco incisivi, vista la situazione di non ritorno che si è venuta a creare. Azione “maldestra”, anche se ripetiamo, non ci appassiona andare a curiosare nelle “case altrui” sicuramente produrrà effetti peggiorativi per il Paese. Una scissione che, e questo è l’assurdo, ancora una volta genererà, anzi ha generato, il diritto di primogenitura rivendicando un posto in prima fila e non nel loggione di chi ha deciso di immolarsi per il bene della Nazione, Molise compreso.

Un diritto che fa pensare seriamente che era tutto preordinato, anche gli interventi “dei padri costituenti” che hanno rispolverato tesi e fatto appello al vetusto modo di fare politica finanche quello europeo che vede giorno dopo giorno franare il sogno di chi ha creduto in una unica grande realtà. Per tornare alla frase di Capponi, che abbiamo utilizzato quale pretesto per questo “exursus” sulle decisioni prese in sede politica, la cosa non ci sorprende più di tanto, è che da giorni tra la gente sono sorte alcune domande a cui cercheremo di dare corpo. Come mai soltanto ora a si è deciso di dare fuoco alle polveri? Come mai soltanto ora i panni sono lavati in piazza? e non nelle segrete stanze, si fa per dire segrete. Come mai si è deciso questa levata di scudi? Domande cui difficilmente si avrà risposta perché, di questo siamo più che sicuri, non ve ne sono. Insomma, una sciarade che neanche Niccolò Machiavelli, l’arguto politologo fiorentino, saprebbe dipanare, nonostante nell’epoca in cui è vissuto gli intrighi di palazzo erano all’ordine del giorno e quello che accade oggi potrebbe commentarsi utilizzando la lingua dell’epoca …baruffe fra fazioni che, per chetarle, si dovrebbe esiliare chi le ha causate…Cosa che accadde allo stesso Machiavelli che, per non avere obbedito alla Signoria, fu costretto a ritirarsi nei suoi possedimenti di campagna a meditare. Questa è la realtà dei fatti null’altro.

Una realtà che vede aumentare risentimenti su risentimenti. Ecco il perché della citazione Capponiana che palesa da un lato i comportamenti degli scontenti dall’altra chi è saldamente in sella che, pur di mantenere “il conquistato” non arretra di un metro. Muro contro muro; ripicche contro ripicche in mezzo manco a dirlo gli italiani incolpevoli vittime di “dissennatezza politica” che dura da molto tempo nonostante i “mea culpa” che non solo servono a riempire le pagine dei giornali o le cronache dei TG, ma costringono a pensare seriamente se veramente vale la pena dare o ridare fiducia a chi non ne comprende il significato o la merita; ma di questo se ne riparlerà forse a breve quando saranno i cittadini a decidere se concederla nuovamente o mandare tutti definitivamente in “pensione”, senza però “buonuscita” in questo caso più che mai immeritata.

Massimo Dalla Torre

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