Inizio nuovo anno scolastico: dubbi e perplessità in primis

di Massimo Dalla Torre
Ieri 16 settembre ha preso l’avvio ufficialmente l’anno scolastico 2019/2020, caratterizzato, come sempre del resto, dal fermento davanti alle scuole, trepidazione da parte dei genitori e degli alunni, specialmente quelli che hanno varcato per la prima volta i portoni delle scuole o sono ai primi anni delle medie o superiori.

Il tutto, accompagnato, da incognite per la partenza delle lezioni dominato, tanto per non cambiare, da tanti punti di domanda: Scuole sicure? Idonee ad accogliere i ragazzi? Adeguatezza delle strutture? Insegnanti al completo? Preparazione? Precari e non? Programmi aggiornati? Queste, e altre le domande che si è fatto chi si è apprestato ad affrontare o proseguire il ciclo di studi.

Il quale, per chi non se ne rendesse conto, anche se apparentemente sono cambiati “i testi” presenta un copione vetusto e certamente non al passo con i tempi. Un qualcosa che cozza pesantemente con il resto dell’Europa che vuole la scuola dinamica, aperta, pronta ad affrontare la società con tutte le distonie che la caratterizzano. Una scuola anche senza banchi, perché spesso e’ la “presa diretta” che prepara, forma, insegna. Insomma, una scuola all’avanguardia come vorrebbero i riformatori che, però sono i primi conservatori in quanto, non sono in grado di applicare quello che si propone tant’e’, che, all’atto pratico, lasciano tutto come sta, perché si rendono conto che i mezzi a loro disposizione non sono adeguati ma anche perché, non tutti sono disposti ad affrontare la novità e il cambiamento. Una scuola che offra le opportunità basate sì sul nozionismo ma anche sulla praticità e non sull’ignoranza che domina in una società che viola, le regole non sempre accettate dal popolo degli studenti.

Una scuola pronta utile ad affrontare la realtà che però è diversa da quella che i libri raccontano perché quest’ultimi, purtroppo, non sono in grado di dare contezza a quello che si cela dietro l’angolo. Il quale, coglie di sorpresa e non prepara ad accettare quello che e’ il quotidiano, ma questo i professori, prime vittime del sistema, lo sanno bene, anche se devono fare il gioco delle parti, non svelando quello che poi i ragazzi trovano fuori dalle aule scolastiche; ecco perché ci auguriamo che quest’anno la scuola possa fare un ulteriore passo in avanti, verso quello che è offerto a chi ha atteso il suono della campanella consapevole che il percorso è arduo, difficile e soprattutto senza risposte. Le quali, sono incomprensibili a chi vuole riscattare la propria identità prima di studente e poi da partecipante alla vita attiva del Paese anche senza le certezze che, nella scuola, sono presentate come verità incontrovertibili, ma facilmente confutabili.

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