In Molise arrivano Emiliano e Bersani, iniziano i viaggi della speranza politica

La notizia è arrivata sui tavoli delle redazioni con l’effetto prorompente di un ordigno, anche perché le avvisaglie erano palesi da giorni. Una specie di bomba carta che si usa sparare per intimidire qualcuno senza però causare danni, anche perché siamo sicuri che alla fine tutto resterà uguale. Nei prossimi giorni arriveranno in due date differenti: il tredici e il sedici due big della politica nazionale. Personaggi che, in questi giorni, hanno fatto parlare l’opinione pubblica e l’intero parterre politico nazionale e locale perché autori della bufera che si è scatenata all’interno del PD che dopo “le scissioni casalinghe” traballa più che mai. Badate che non è la costatazione dell’riarrivo improvviso dell’inverno che, a quanto pare non vuole abbandonare questa porzione d’Italia, ma è l’avvisaglia di qualcosa che registra un cambiamento nella vita politica compresa quella a livello locale, anche se i dubbi sul cambiamento sono forti. Cambiamento che porterà uno sconvolgimento degli assetti del partito una volta rosso, ora rosé, affermazione che abbiamo usato in altri articoli, che evidenzia che a breve riapriranno i siparietti, specialmente quelli mediatici, per la gioia, si fa per dire gioia, di chi s’interessa a 360° a quello che è il gran circo che ha sede a Roma e le “sedi periferiche” nella singole regioni, Molise compreso.

Dicevamo la ventesima regione dello stivale, si appresta ad accogliere Emiliano, su invito del senatore Ruta e Bersani supportato dall’onorevole Leva che, pur di raccogliere consensi, si sottoporranno volentieri, forse, a un estenuante tour che, parafrasando il 5 maggio del Manzoni, li vedrà spostarsi…dal Manzanarre al Reno…per dire la propria su come condurre questa nave in salvo, causa le procelle e i marosi che ne impediscono l’approdo in un porto sicuro. Una nave che dopo anni di navigazione tra flutti e venti contrari si vuol far ripartire con un equipaggio che, se le cose dovessero pendere a favore dell’innovazione, sarà differente da quello attuale, questo è quello che spera chi dopo aver fatto “tazza e cucchiaio” con i signori di palazzo, ora grida “dagli all’untore”. Un rinnovamento che, da più parti è invocato, anche se molti, anzi i più, si augura che le cose rimangano uguali, perché conviene occupare le cabine vicine al ponte di comando tanto per rimanere nel gergo marinaro. Alloggi che fanno gioco e permettono di reggere il bordone a chi occupa la stanza dei bottoni.

Tornando ai fatti locali; il Molise si appresta a ricevere i calibri da novanta che tra interviste e trasmissioni televisive che, somigliano sempre più una sagra di Paese, dove però il refrain non è più “…volemose bene…” lanceranno strali all’indirizzo dei “piani alti”, con tanto di annessi e connessi. Insomma una specie di ”tiro al piccione di cartone” con fucili caricati a salve, tanto per fare rumore, causa le continue sceneggiate cui siamo costretti ad assistere, anche se ora le cose potrebbero essere leggermente, differenti. Differenza, perché, quello che accadeva nelle scorse stagioni politiche quando tutti erano seduti comodamente a tavola per gustare pranzi luculliani a spese dei cittadini e non loro, in nome del rinnovamento, chissà poi quale sarà questo rinnovamento, visto che da anni si riciclano, dovranno fare ancora una volta “di necessità virtù”. Motto che suggeriamo agli organizzatori delle convention perché è bene che si capisca una volta per tutte che nessuno è più disposto ad ascoltare le favole della buona notte dove il finale è incerto ma soprattutto i “novellieri”, in questo caso Emiliano e Bersani, non sanno dove e come piantare “u’ pzzuoc!!!”. Vernacolo docet.

Massimo Dalla Torre

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