“Il decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco”. In Curia una lezione per i giornalisti

Quest’anno la ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, si è celebrata sotto lo slogan “Comunicare fiducia e speranza, comunicare con il cuore”. Tema proposto da Papa Francesco che sarà oggetto di approfondimento il prossimo 28 maggio in occasione della giornata mondiale per le comunicazioni sociali. Nel corso dell’incontro organizzato a Campobasso, come negli anni precedenti presso la Curia arcivescovile, Monsignor GianCarlo Bregantini ha voluto richiamare l’attenzione di tutti gli operatori dell’informazione, affinché svolgano il proprio lavoro seguendo il percorso della mediazione, piuttosto che del compromesso, e senza perdere mai di vista la verità.
La cronaca del nostro tempo, dalle calamità naturali agli omicidi, ben si presta alla speculazione, alla spettacolarizzazione e, varcare il confine dell’informazione per far emergere il macabro o un colpevole a tutti i costi, può risultare allettante sotto il profilo dell’audience oppure delle tirature, ma deleterio per il rispetto degli uomini o delle comunità.
Da qui l’invito della Stampa Cattolica, presente in Curia, di comunicare seguendo l’esempio di Papa Francesco. Dieci le regole illustrate da Alessandro Gisotti, vice caporedattore di Radio Vaticana dal 2000, e raccolte nel suo libro “Il decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco”. Il manuale, nato da un’idea lanciata nella nostra città, dalla portavoce dell’Arcivescovo, Rita D’addona, si rivolge alle relazioni in famiglia come in quelle con gli amici, fino ai livelli istituzionali.
Comunicare con tutti; favorire l’incontro creando ponti, anziché alzare muri; non interrompere i rapporti, ma saper perdonare. E poi il potere della misericordia, del dialogo, dell’amore per ridare speranza agli emarginati ed il valore dell’ascolto. Infine, ma non meno importante, l’uso del web, da non considerare una rete di fili, ma un luogo ricco di umanità
La lezione da dedurre è che un buon giornalismo abbia la prerogativa di costruire, non di essere un’arma di distruzione, e di valutare che dietro ogni notizia, ogni storia, ci sono persone da incontrare, da avvicinare, da ascoltare.
Rossella Salvatorelli

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