Il ‘caso’/ La Torre Covid c’è…ma non c’è

Il caso è talmente complesso da richiedere un’analisi che naturalmente porti a non ripetere pedissequamente il ginepraio di dati e date, cifre e controcifre, per andare al nocciolo della questione: che fine ha fatto la cosiddetta ‘Torre Covid’ vicino l’ospedale Cardarelli a Campobasso? Si potrebbe dire che il manufatto è lì in bella mostra…ma è vuoto. E questo è il primo fondamentale punto della vicenda: una struttura ideata ad inizio pandemia, quando i reparti di terapia intensiva in tutta Italia scoppiavano per l’alto numero di ricoveri Covid, adesso, ad oltre due anni da quelle date ‘nefaste’ c’è ma non c’è, nel senso che ha un’espressione edile ma è vuota e non opera. Due numeri all’inizio vanno specificati. Il progetto originario prevedeva in tutto 35 posti di cui 14 posti di terapia intensiva e 21 di sub intensiva, oltre ad un pronto soccorso dedicato ai pazienti Covid. L’ex governo Conte stanziò fino a 6,9 milioni di euro ed altre centinaia di migliaia di euro sono state aggiunte dalla Regione Molise. I lavori vennero aggiudicati nell’ambito di uno dei bandi nazionali predisposti dall’allora commissario Domenico Arcuri. Parliamo di 35 posti che, soprattutto in quel periodo, avrebbero fatto comodo eccome e che ancora non ci sono.

Senza voler fare l’elenco degli interventi politici sull’argomento, partiamo da quello dell’ex-presidente della Regione Molise Michele Iorio (che essendo medico ha una riconosciuta competenza in materia). Era il giugno 2021 quando dichiarò che i lavori “comporteranno almeno 7/8 mesi per l’attuazione. Ai tempi lunghissimi, dunque, si aggiunge anche l’aumento dei costi; confusione gestionale che vedrà coinvolto ancora il Cardarelli di Campobasso che non solo non avrà più disponibili i locali adibiti ad ambulatori, ma l’ospedale unico centro Hub e DEA di I Livello regionale dovrà condividere con la Torre Covid anche i servizi e i percorsi”. Quella che allora sembrò quasi un tesi pessimistica si è rivelata addirittura ottimistica, visto che adesso la Torre Covid è stata fatta oggetto di una nuova progettazione da approvare; ma questo lo vedremo in seguito.

L’ultimo intervento politico, datato di pochi giorni addietro è del consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Fabio De Chirico che sui posti Covid ha fatto il punto preciso della situazione: “ Il Molise prevedeva di realizzarne 35, di cui 30 in un Centro Covid dedicato. Avevamo a disposizione ben 6,9 milioni di euro. A luglio 2020, i commissari presentarono un piano da 7,5 milioni per allestire il Centro Covid (3,9 milioni) e riorganizzare i pronto soccorso degli spoke (Termoli e Isernia), per evitare i cosiddetti percorsi misti.  A gennaio 2021 in una riunione presso la Direzione generale Salute si decise di stanziare altri 2 milioni di euro per la struttura”, ha detto il consigliere regionale, che ha continuato: “ la ditta che si è aggiudicata l’appalto potrebbe mettere in mora l’Asrem, perché sa bene che non realizzerà mai l’opera…”.

Di diverso avviso il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, che quasi in ideale risposta al consigliere pentastellato a margine di una conferenza stampa ha dichiarato che:” il nuovo progetto è stato inviato a Roma per essere valutato e poi validato dal Ministero…Questo è un progetto molto complesso ed è un progetto multitasking, cioè coinvolge diversi settori per il reperimento delle attrezzature, per la realizzazione della struttura e prima ancora per la progettazione e la validazione del progetto…c’è stata una serie di intoppi, tutti documentati, certificati e debitamente rappresentati sia dall’Asrem che dalla Regione Molise anche al Ministero. Siamo in dirittura d’arrivo nel senso che il progetto è stato nuovamente inviato al Ministero. Siamo in attesa dell’ultima validazione”

In sostanza il progetto ha avuto necessità di rivisitazione per una serie di motivi anche a seguito delle contestazioni della ditta che doveva eseguire i lavori e del fatto che aveva superato il budget previsto . Il ricalcolo, si capisce dalle parole del manager Asrem, va fatto in base alla necessità di posti di Terapia Intensiva ed eventualmente di quella Subibntensiva. Quindi , si riparte punto e a capo: la storia non è ancora finita!

Alla fine quanto si è speso e quanto ancora si dovrà spendere per la struttura, operativa con le sue attrezzature? Un’idea viene da un post su Facebook dell’avvocato Enzo Iacovino di forte protesta sulla politica sanitaria molisana, che pubblichiamo per estratto solo nel passaggio che interessa il tema dell’articolo “Abbiamo avuto finanziato circa 11.000.000 per realizzare un punto COVID- dice Iacovino- e sono riusciti a non costituirlo, nonostante la disponibilità di strutture sanitarie come Larino!”.

Sul tema ‘Larino’, sui costi enormi di una torre Covid che non è in funzione, sull’assenza di un ospedale solo Covid, che purtroppo distingue il Molise da tutte le altre regioni, su come questa ‘convivenza’ sanitaria (seppure con un protocollo rigido di separazione ‘fisica tra malati-Covid e non Covid) porti poi problemi logistici; bene se ne potrebbe parlare all’infinito ma è sconfortante però prendere atto di tutto ciò. Ci ritorneremo prossimamente. A tema anche la chiosa. Una bella canzone di Edoardo Bennato titola ‘L’isola che non c’è’: il Molise esiste, ma la torre Covid, purtroppo, non ancora.

Stefano Manocchio

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