#corpedelascunzulatavecchia/P.D. Due consiglieri regionali due “sanità”. Perché. “dù is meglie che uan”

Ulivo, pianta di speranza e di dieta mediterranea

Una volta, quando esistevano i partiti politici, le proposte da presentare in consiglio erano discusse prima all’interno dei partiti stessi. Ricordo che il mio compianto amico: il Compagno Claudio Gianfagna, mi raccontava di quando nella sezione, non esistevano i circhi, o circoli, si discuteva dei punti all’ordine del giorno del consiglio comunale. Così poi si faceva per gli ordini del giorno dei consigli provinciali e regionali nelle rispettive sedi territoriali del partito.

Alle assemblee di circolo per la discussione partecipavano in prima persona i consiglieri eletti nelle amministrazioni, allora nel P.C.I. assessori in Molise non se ne avevano, la D.C. aveva percentuali sud americane di consenso, intorno al 62%, ma se parlavi con la gente nessuno aveva votato D.C. Riprendendo il discorso all’interno della sezione si discuteva, per esempio, del piano regolatore e potevano uscire dalla sezione idee da riportare in consiglio comunale perché, come si suol dire: “cierte vote nu fesse te rape la mente”. Nel senso che l’idea può venire da persona avulsa ai meccanismi della politica ma vicina, la stessa persona, alle esigenze dei cittadini.

Fatto questo bel “cappello” adesso veniamo al dunque: Il consiglio regionale sul POS del Commissario Toma per la sanità del Molise. Conviene spendere una nota di chiarimento sul fatto del commissario per la sanità in Molise: Toma è stato nominato commissario dal Ministero della Salute, direttamente dal Ministero ed è a quel Ministero che dovrà rispondere per la gestione della sanità in Molise. Da quel Ministero, e non da altri ha ricevuto, o riceverà le disposizioni per la gestione della sanità in Molise.

Spiegato questo, dal mio punto di vista, a cosa è servito convocare un consiglio regionale monotematico sulla sanità? Nel consiglio monotematico sarebbe potuta anche uscire qualche ispirazione o qualche idea, ma Toma, solo lui e non altri l’avrebbe dovuta riportare a Roma all’attenzione del Ministero per renderla attuata o quantomeno attuabile.

Il consiglio, invece, ha fatto emergere la NON coesione di uno dei partiti che dovrebbe/potrebbe essere il faro guida delle prossime elezioni regionali del 2023: il P.D.

Il Partito Democratico, come tutti sappiamo, in consiglio regionale consta di due consiglieri: il consigliere Facciolla, anche segretario regionale del Partito e la consigliera Fanelli capogruppo del PD in seno al consiglio regionale. Orbene questi due consiglieri, solo loro due e nessun altro, si sono presentati in consiglio sulla sanità, per portare, credo, la voce del Partito Democratico, ma siccome il partito è “democratico” nel nome, ma a questo punto anche nei fatti: si sono presentati in consiglio con una proposta non condivisa, portata dalla consigliera Fanelli. Proposta che prevedeva un “semestre bianco” per la gestione della sanità in Molise da parte del commissario di nomina ministeriale. Voglio ricordare che il “semestre bianco” è previsto dall’articolo 88 della Costituzione, articolo che vieta lo scioglimento delle Camere negli ultimi sei mesi di presidenza della Repubblica. La consigliera Fanelli nella sua proposta di legge voleva che si prevedesse un “semestre bianco” per gli ultimi sei mesi di legislatura sulla figura del commissario alla sanità nella persona del Dott. Toma.

E qui è caduto un altro luogo comune della saggezza popolare: i panni sporchi non si sono lavati in famiglia. In pratica il consigliere Facciolla si è erto contro la proposta della consigliera Fanelli asserendo: ““Sono totalmente contrario alla norma Fanelli per ragioni di natura politica e giuridica, al di là degli aspetti giuridici, a livello politico ricordo che il Pd ha sostenuto il presidente Frattura che era anche commissario” (desunto da Primonumero.it).

Credo che a questo punto la coesione del gruppo consiliare del PD in consiglio regionale resti solo sulla targa della porta che ospita il gruppo nel palazzo del Consiglio Regionale. Oltre non ci si può andare e si aspettano prese di posizione future anche per la composizione della lista del P.D. che da quello che si sente in giro, con il ritorno di “vecchie glorie” sembra abbia sempre di più l’aspetto di un ufficio di collocamento per “cavalli di ritorno” o per cavalli sponsorizzati da vecchia “cavalli di ritorno”. Staremo a vedere.

L’idea della consigliera Fanelli era quella di fare in modo che il presidente Toma non gestisse gli ultimi mesi di legislatura la sanità in Molise per evitare che la gestione di Toma portasse dei possibili benefici elettorali allo stesso Toma. Quando facevo attività sportiva, giocando a pallavolo , per scherzare tra di noi in allenamento ci eravamo inventati il “fallo di intenzione” l’avversario non aveva fatto fallo, ma nella sua situazione lo avrebbe potuto fare. Avevamo poco meno di venti anni e non governavamo niente e nessuno.

Altro rammarico di questa sanità allo sfascio senza speranza per il Molise sono i circa trecento, tra OSS ed infermieri assunti per il periodo Covid ma non stabilizzati come nel resto d’Italia. Queste trecento figure professionali avrebbero potuto dare un minimo di sollievo alla carenza di personale nella sanità molisana, ma qualche “scienziato amministrativo” allo scoppio della pandemia decise di assumerli a Patita Iva e non con contratto da dipendente a tempo determinato. La sanatoria prevista dal Governo nella legge di bilancio 2022 prevedeva la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato, non delle Partite Iva. A niente è servito l’emendamento proposto dall’allora Onorevole Federico. Emendamento bocciato dal Governo e pace et amore dei!

Ancora una volta, per colpa di chi governa questa regione trecento persone, trecento stipendi che potevano ricadere sul PIL del Molise sono stati cancellati per un errore di valutazione, come diceva un mio amico: “un errore di sbaglio”! I nostri governati quando li hanno assunti devono aver sbagliato facendosi trasportare dal nome: Azienda Sanitaria Regionale del Molise.

Azienda che di azienda non ha niente ed i collaboratori non possono essere portatori di Partita Iva, ma chi li ha assunti lo sapeva? Ed è qui che scatta un ennesimo dubbio.

Adesso chiudo perché il mio amico Nicola dice sempre che scrivo molto ma, vi giuro, la colpa non è mia. Ci sono troppe cose che non vanno.

Sempre affianco a persone stupende, i molisani che non governano, saluto tutti con affetto e stima con il classico: statevi arrivederci.

Franco di Biase

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