#corpedelascunzulatavecchia/Elezioni provinciali: BELL’AMMUINA!!

Oggi, casomai vi andasse, potremmo parlare delle province, quelle italiane. Non so se in Alta Slavonia hanno province, noi le abbiamo.

A pensarci bene, forse, si dovrebbe dire le avevamo, ma poi senti dire che si presentano le liste per le elezioni provinciali e quindi verrebbe da dire le abbiamo. Comunque calma e tranquilli, non allarmiamoci a cercare i certificati elettorali, in questa “fase elettorale” non servono. Ma come? Si vota e non abbiamo bisogno del certificato elettorale? È stato abolito? Ancora no, anche se qualcuno, forse vorrebbe farlo.

Ritornando a Bomba: prima si votava per le province ed il territorio della provincia stessa era suddiviso in collegi. A Campobasso, per fare un esempio, di collegi ne avevamo cinque. Per scegliere il candidato, meglio il partito, visto che erano collegi uninominali bisognava informarsi bene e “scoprire” prima di quale collegio si facesse parte. È sempre lo stesso, visto che vivo sempre allo stesso indirizzo? Ok, va bene, ma dopo cinque anni non lo ricordo lo stesso.

La divisione in collegi era dovuta alla necessità di bilanciare i collegi per numero di abitanti, affinchè ogni eletto, in ogni collegio, rappresentasse equamente la popolazione indigena. A suffragare questo, per esempio, Cercemaggiore e Ferrazzano facevano parte dello stesso collegio, non essendo proprio a stretto “contatto di gomito”. Ma era la base della democrazia e si voleva dare una “parte equa” di democrazia a tutti.

Le province gestivano prevalentemente caccia, difesa del suolo, tutela e valorizzazione
dell’ambiente e prevenzione delle calamità; tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche; valorizzazione dei beni culturali; viabilità e trasporti; protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali; caccia e pesca nelle acque interne; organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore; compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l’edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale.

Le funzioni informative delle Province (art. 12 e art. 19, comma 1, lett. l), T.U. 28 settembre 2000, n. 267) questo prima della riforma Del Rio, riforma voluta da Renzi, ora continuano a gestire servizi come scuole e strade (provinciali ovviamente) ma
con meno fondi.
UH ANEME RO PRIATORURIE !!

Quindi tutti i servizi passati e tolti dalle province ed assegnati agli altri Enti locali territoriali (Comuni e Regioni) ma assegnando meno fondi per strade e scuole. Il personale, ridotto all’osso, ha fatto la felicità, in alcuni casi, dei Tribunali visto che i dipendenti ex provincia sono stati accolti braccia aperte essendo gli uffici giudiziari sotto organico in maniera pesante.

Bene! Quindi ricapitolando si gestiscono solo scuole e strade? Certo, ma per fare questo c’è bisogno sempre di qualche tecnico e, forse, dei “mitici” Cantonieri Provinciali, ma è sufficiente? E no!! So tratta di ente pubblico c’è bisogno del CONSIGLIO PROVINCIALE, DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ma anche della GIUNTA PROVINCIALE.

Iniziamo dal Consiglio: trattasi di elezione di “secondo livello” le virgolette sono indispensabili per focalizzare l’attenzione. “Secondo livello” non significa secondo piano o qualche stratosferico modo, secondo livello significa che votano gli eletti nei comuni. In pratica grazie alla riforma Del Rio, ministro del Governo Renzi, noi popolino non votiamo più per le Province che, però continuano ad esistere e ad operare gestendo soldi pubblici. Ma ancora: mentre prima gli eletti della provincia erano tali sulla base dei collegi, ora, secondo la legge Del Rio, voluta da Renzi, il consiglio provinciale viene eletto a suffragio ristretto solo dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia.

Suffragio ristretto?? I nostri nonni si sono fatti ammazzare dai naziste e dai fascisti, e non solo quelli di Salò, per raggiungere il suffragio universale ed adesso una legge della Repubblica Italiana introduce il “Suffragio Ristretto”?

Mentre le province continuano ad amministrare soldi pubblici hanno travisato il metodo
elettorale, votate solo dai sindaci e dai consiglieri comunali e con “quote”. Per spiegarci meglio è come quando in un condominio si stabiliscono le spese sulla base dei millesimi, assegnando ai comuni un numero di “elettori” in proporzione alla popolazione residente nel comune hanno praticamente trasformato la provincia in un condominio. Quindi, nel caso nostro immaginate la sproporzione del voto tra, per esempio, tra Campobasso e Provvidenti. Se a questo, poi, ci aggiungiamo anche la possibile “cattiveria” degli eletti si può tranquillamente giungere alla conclusione che qualche “petaccio” della provincia possa essere penalizzato a favore di altro “petaccio” ma con numero di abitanti maggiori.

Altro aspetto “interessante” è la durata in carica degli eletti: il Presidente dura in carica quattro anni, i consiglieri due. Di conseguenza alla scadenza dei primi due anni il presidente potrebbe trovarsi anche con la cosiddetta “anatra zoppa”, cioè
avere il nuovo consiglio di “colore” opposto al suo e quindi potrebbe essere impossibilitato ad amministrare. Bell’ammuina!!

Per tutto il resto le “elezioni” provinciali sono delle vere e proprie elezioni con tanto di ricorsi, come sta succedendo in questi giorni alla provincia di Isernia, di eletti e di trombati.

In conclusione non voglio ringraziare nessuno, perché DEPREDARE della democrazia un popolo non è cosa bella, voglio solo dire: cosa si aspetta ad eliminare completamente le province? La possibilità la necessità di creare, ma di avere una classe politica, quella degli amministratori provinciali, a contatto con qualcosa da amministrare? Siamo ancora alla politica dell’erba da sfalciare e delle buche sulla strada da risistemare? Siamo nel terzo millennio, nell’epoca di internet e della comunicazione globale, siamo seri e rispettiamo la volontà dei cittadini. Io non delego nessuno per votare al mio posto e rinnego sin da ora qualsiasi organo elettivo che non sia uscito dal suffragio universale. Afflitto e stanco, ma mai domo, saluto tutti con affetto estima, ma con
rabbia da suffragio universale.

Statevi arrivederci.
Franco di Biase

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