Il centro di una città è la cartolina del luogo stesso e, per questo motivo , è oggetto di attenzioni particolari rispetto alle altre zone, anche se di norma non dovrebbe essere così per non creare cittadini di serie A e B. La regola vale ovunque: uno dei primi obiettivi dei nuovi sindaci appena insediati è di ridare tono alle zone degradate e di abbellire il centro nel migliore dei modi possibili. Di fatto lo slancio estetico e quello ambientalista stanno portando a risultati importanti ovunque e le città di adesso sono, nella parte centrale, eleganti, bene addobbate e dotate di vede attrezzato. Campobasso negli anni non è sfuggita a questa regola e indubbiamente il centro cittadino non è tenuto male in termini assoluti; la villa dei Cannoni ha usufruito negli ultimi decenni di interventi, anche sbagliati e contestati, ma che hanno messo in evidenza alcune essenze importanti, che prima erano ‘nascoste’ dalla presenza di altre attigue e la piazza del Municipio è tutt’altro che brutta. Sembrerebbe un quadretto idilliaco, ma non è così, perché negli ultimi anni sono ‘spuntati’ dei problemi che nessuno sembra voler risolvere e non se ne capisce il motivo.
Proprio la villa del Municipio, il luogo costantemente sotto la lente d’ingrandimento di media e popolazione, porta i segni d’improvvisa incuria e d’inspiegabili interventi mancati, peraltro non di grande conto dal punto di vista economico; è il caso, ad esempio, delle grandi fioriere-panchine, oramai vuote ed abbandonate, sporche e spesso fatte oggetto di scarico di rifiuti da parte di incivili cittadini o persone provenienti da fuori città. Eviteremo di ripercorrere i tratti della ‘telenovela’ sullo spostamento di queste strutture a seguito dell’installazione di un gazebo da parte di un esercizio commerciale e non ci sottoporremo al fuoco incrociato che ne seguì e fece diventare l’argomento un inutile tormentone. Fatto sta che adesso il gazebo non c’è più e, a dispetto di quanto asserito anche dal sindaco in una conferenza stampa ed in alcune interviste, le aiuole ‘spostate’ non sono state né recuperate, né abbellite, né riempite di verde e tanto meno dotate di tutte le attenzioni di assistenza promesse.
In una città dove alla fine si è riusciti a costruire qualche scuola nuova ed altre se ne costruiranno (forse) nei prossimi anni, lo scoglio vero da superare, il problema insormontabile, il ‘caso’ che fa arrovellare i cervelli pubblici è l’opera di recupero di tre o quattro fioriere-panchine nella villa principale. Per la cronaca di recente a queste installazioni decadute si è aggiunta una coppia di cestini della spazzatura divelti ed arrugginiti, ora ‘distesi in una fioriera, scelta tra quelle incolte sul lato della strada principale della città.
Il degrado della villa è il degrado di una città dove in altri tempi un’operazione del genere, che potrebbe apparire marginale a menti poco affezionate alle proprie radici, avrebbe scatenato un putiferio e l’indignazione; questa si è avuta solo in parte ed è rimasta completamente inascoltata dall’amministrazione cittadina. Non serve aggiungere altro.
Stefano Manocchio