Campobasso/ Elezioni, le liste civiche contro i partiti

Niente è immutabile e anche nella politica molisana, con tempi da bradipo, cambiano i comportamenti. Eravamo oramai rassegnati a vedere ad ogni elezione il solito quadretto: due coalizioni governate dai partiti nazionali con varie liste civiche aggregate, quasi sempre per fare numero e con l’aggiunta di quelle ‘civetta’, riempite alla meno peggio e per accontentare qualche potente locale.Così è stato fino a pochi giorni addietro, poi la novità: liste civiche che non condividono le scelte dei partiti e si mettono ‘di traverso’.
Andiamo per gradi. Sta accadendo a Campobasso, secondo questo ordine. Giorni addietro i partiti maggiori della coalizione di centro destra, Lega compresa, hanno fatto convergere la scelta del candidato sindaco su Alberto Tramontano, con un’azione di forza dal duplice aspetto: durante una riunione romana ed a ridosso dalla proposta delle civiche che verteva su nomi differenti. Si è creato un braccio di ferro che ha portato a scelte per il momento dirompenti: ‘Campobasso al centro’ e ‘Campobasso del futuro’ contestano apertamente l’azione e ne chiedono la revisione, mentre anche Democrazia Popolare chiede la riapertura del tavolo di trattative. A ciò si aggiunga anche la reazione dei Popolari di Vincenzo Niro, anche loro contrari alla candidatura scelta dalla triade politica romana; e l’assessore regionale è uno che nel capoluogo regionale adesso ha un certo peso politico.
Passando al centro sinistra si registra oggi la ‘nomination’ forte di Antonio Battista a candidato sindaco del capoluogo di regione; resta da vedere cosa farà il movimento ‘Io amo Campobasso’ che aveva chiesto discontinuità, probabilmente in favore della propria referente, Paola LIberanome. Il quadro è tormentato: il centro destra megalitico rischia di perdere pezzi, il centro sinistra senza l’alleanza con il movimento politico-culturale dal cuore bicolore vede diminuire le possibilità di vittoria. Il sistema elettorale ammette il voto disgiunto ed è a doppio turno; niente è scontato ed i Cinque Stelle, che già hanno optato per Roberto Gravina, guardano e sperano.
Stefano Manocchio

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