Attempate ma non troppo, Campobasso subisce il fascino delle auto di un tempo

di Massimo Dalla Torre
Circa 60 equipaggi a bordo di vere e proprie signore della strada si sono dati appuntamento lungo corso Vittorio Emanuele a Campobasso. Mini minor, Giuliette sprint, Giardinette, 500 con sportelli contro vento e non, 600, Multipla, im3 vanto dell’innocenti, le mitiche Lancia HF che hanno fatto sognare gli appassionati dello sport automobilistico, un raro esempio di 1100 della fiat, una Jaguar e il furgone distributore del caffè sono stati i testimoni di un epoca che, oggi, è surclassata da prodotti che, anche se tecnologicamente avanzati per il futuristico modo di costruzione, fanno rimpiangere le autovetture simbolo di una generazione che, con sacrificio le acquistava, le curava e le custodiva finanche con le coperture griffate con marchi prestigiosi che, oggi sono divenute una rarità causa la non possibilità di reperirle a prezzi accettabili, tant’e’ che a volte provocavano e provocano vere e proprie crisi coniugal/familiari causa l’eccessivo amore che si riversava e si riversa loro.

Insomma una compagna/fidanzata non propriamente muta ma sotto certi aspetti connivente con chi le prestava e presta le giuste attenzioni. Un qualcosa che ha fatto si che la giornata all’insegna del sole ravvivasse il centro città non solo con i colori delle carrozzerie tirate a lucido, ma dai commenti degli aficionado che, nonostante gli anni, molti con i capelli bianchi o grigi, hanno manifestato competenze tecniche insospettabili.

Come dive o manquenne che sfilano sul red carpett anche un po’ attempate ma sempre fascinose, rigorosamente iscritte all’ASI, l’associazione che raduna le auto, si sono concesse ai curiosi, specialmente ai più giovani che si sono meravigliati come alcune di esse avessero partecipato alla mitica 1000 miglia gara che ha regalato all’automobilismo campioni indimenticati come Nuvolari, Varzi, Biondetti, Von Stuck, Ascari, Lancia, Farina fino ai divi del grande schermo che oggi come allora infiammano i cuori degli amanti delle quattro ruote che fece dire a the drake ossia Enzo Ferrari “che le auto sono il cuore pulsante di un epoca”. Affermazione che e’ riecheggiata grazie all’agonismo che è venuto fuori con forza, permettendo di poter essere tutt’uno con pistoni, cilindri, carburatori, tappezzerie e interni ma soprattutto velocità caratteristica esaltata da D’Annunzio o dai futuristi che dedicarono all’autovettura un manifesto e un ode.

Parole e scritti che permisero e permettono, di entrare in empatia con i simboli dell’automobilismo che, non ha confini o frontiere; pronte a scattare allo sventolare della bandiera a scacchi bianchi e neri per dare l’avvio al percorso con la speranza di regalare una giornata all’insegna dello sport celebrato in amicizia ma anche con competitività. Due parole che non sempre sono comprese perché c’è sempre qualcuno che crea distonie al sistema.

Un qualcosa da conservare gelosamente perché rappresenta il modo di essere di chi cerca senza strafare di riappropriarsi del significato di autovettura con cui trascorrere un momento “rombante” come questo che il Molise ha vissuto nella prima domenica di settembre.

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