Poste Italiane è un‟azienda “in rosa”: è infatti una delle realtà con la più alta percentuale di donne occupate in Italia, non solo in termini assoluti (73mila donne, il 53% dell‟intero personale) ma anche nei ruoli dirigenziali (il 47% del personale con funzione di quadro).
L‟assunzione di personale femminile all‟interno dell‟Azienda risale al 1865 – riferisce la Coordinatrice Donne Confederale della CISL, Annalisa Stefanelli -, ed è aumentata in modo graduale nel corso degli anni. Agli inizi del „900, per la prima volta, il ruolo femminile viene riconosciuto e tutelato, ma è durante la prima guerra mondiale che si assiste a un significativo aumento dell‟occupazione femminile per compensare i tanti dipendenti postali chiamati al fronte.
Un percorso lavorativo lungo ed importante, legato a quello di un‟Azienda che ha sempre
rispecchiato l‟evolversi dei costumi e delle consuetudini che caratterizzano il sistema Paese. La giornata dell‟8 marzo assume quindi un particolare significato anche per il Molise, una regione caratterizzata da un‟alta presenza femminile all‟interno di Poste Italiane, alla sportelleria su 503 applicati il 60% è di sesso femminile, mentre sul recapito su 363 lavoratori il 53% sono donne.
In occasione della festa della donna, in un momento difficile è necessario precisare alcune verità sulla condizione delle moltissime donne che lavorano in Poste Italiane S.p.A.
La realtà – precisa la coordinatrice donne della CISL Poste Federica Angeli – che vivono le lavoratrici di Poste Italiane è, complicata, proviamo a pensare alle difficoltà che ogni giorno affrontano le colleghe addette al recapito, alla corrispondenza che, con tutte le condizioni meteo, con le tante difficoltà nell’ affrontare il malumore della clientela che ricevono la corrispondenza a giorni alterni, le colleghe sportelliste che subiscono continue lamentele dei clienti per lunghe code di attesa, per carenza di personale o per i numerosi difetti della piattaforma informatica, alle pressioni lavorative date dai direttori e dall’ azienda, modificano l’organizzazione familiare in base all’azienda, perché convoca i lavoratori fuori dall‟orario ordinario, chiama a continui straordinari e abbinamenti, solo cosi capiremo di cosa hanno bisogno le lavoratrici di Poste Italiane.
Noi crediamo – continua Angeli Federica la coordinatrice Donne – che Poste Italiane non promuove e sostiene con azioni concrete la crescita della professionalità femminile all’interno dell’azienda, adottando soluzioni efficaci a livello di formazione e di flessibilità che spesso sconvolgono l’organizzazione familiare di colleghe e colleghi senza neppure valutare le possibili soluzioni?
Le oltre 70.000 donne di Poste Italiane – continua i Coordinatore Giovani della CISL Poste Ivan Staniscia – chiedono dignità e benessere, a questo proposito vorremmo ricordare che nella nostra regione, non esistono nidi aziendali, non è attivato il telelavoro, le colleghe che rientrano da lunghe aspettative non vengono mandate alla formazione prevista, le colleghe sono continuamente chiamate a corsi e riunioni dopo l’orario di lavoro, in barba alla conciliazione, i comitati di pari opportunità regionali giacciono inattivi e dimenticati.
8 marzo, festa della donna : la realtà in Poste Italiane S.p.A.!
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