Roma 2024, Raggi dice no alle Olimpiadi: “Sarebbe da irresponsabili”

“Diciamo no alle olimpiadi del mattone”, ha spiegato la sindaca in conferenza stampa. Nel primo pomeriggio saltato l’incontro con Malagò. La sindaca: “Ho avuto un contrattempo”. Ma era a pranzo in una trattoria in via dei Mille

di LAURA VENUTI e GIOVANNA VITALE www.repubblica.it

“È da irresponsabili dire sì a questa candidatura”. Arriva il no definitivo del sindaco di Roma Virginia Raggi alle Olimpiadi del 2024. “Non abbiamo mai cambiato idea, abbiamo rafforzato la nostra posizione. Ci viene chiesto di assumere altri debiti, noi non ce la sentiamo”. La conferenza stampa di Raggi, trasmessa in streaming anche sul blog di Beppe Grillo, arriva nel giorno in cui la sindaca avrebbe dovuto incontrare il presidente del Coni Giovanni Malagò. Un’ora prima del vertice in Campidoglio lo stesso Malagò con Luca Pancalli, presidente del Cip nonché vicepresidente di Roma 2024, aveva chiesto al primo cittadino dei 5 stelle di tenere l’incontro in diretta streaming. La Raggi, però, aveva rifiutato.
L’incontro saltato, la Raggi era in trattoria. La delegazione composta anche dal presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e dalla coordinatrice del comitato promotore Diana Bianchedi è arrivata in Campidoglio alle 14.30, orario fissato per la riunione, ma trentacinque minuti dopo ha abbandonato Palazzo Senatorio. “Io la Raggi non l’ho vista, non l’ho vista”, ha detto Malagò lasciando il Comune visibilmente infastidito. “Ce ne andiamo perché 35 minuti di attesa sono troppi, abbiamo stravolto le nostre agende per essere puntuali – spiega il numero 1 dello sport italiano – e per più di mezz’ora abbiamo aspettato… è troppo”. “Avevamo avuto un appuntamento con Malagò. Ho avuto un contrattempo, ho avuto qualche minuto di ritardo. Mi spiace che il presidente, proprio mentre stavo entrando in Campidoglio, abbia deciso di andare via”, ha controbattuto la Raggi durante la conferenza stampa. Ma mentre Malagò aspettava, la sindaca di Roma era a pranzo in una trattoria, precisamente da Dino in via dei Mille assieme all’assessora alla Mobilità, Linda Meleo

“No ai Giochi del mattone”. “Stiamo ancora pagando i debiti per gli espropri di Roma 1960. Non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport ma non vogliamo che lo sport venga usato come pretesto per una nuova colata di cemento in città. Diciamo No alle Olimpiadi del mattone. Vengono fatte tante promesse in occasione delle Olimpiadi. Ci ricordiamo bene come sono andati i Mondiali di Nuoto, ci siamo ritrovati con impianti abbandonati, inutilizzati che restano come scheletri e gusci vuoti”, ha spiegato la sindaca. “Le Olimpiadi sono un assegno in bianco che firmano le città ospitanti: ciò lo dice l’Università di Oxford in uno studio. Le Olimpiadi sono un sogno che diventa incubo. Non abbiamo dati di Rio ma abbiamo negli occhi le immagini degli abitanti di Rio”, ha proseguito Raggi.

“Referendum? Già fatto”. La Raggi, poi, ha anche chiuso all’ipotesi di un referendum sulla candidatura. “Il referendum sulle Olimpiadi i romani lo hanno già fatto, in quasi 800mila hanno scelto con il loro voto” alle recenti elezioni amministrative, ha detto Raggi. “Noi non abbiamo mai cambiato idea sulle Olimpiadi”, mentre “è stato il Pd a trasformare il voto in un referendum sulle Olimpiadi”.

Danno erariale. “Il nostro no comporta un danno erariale? Il danno erariale c’è stato ma per tutte le opere incompiute dei grandi eventi del passato”, ha detto il vicesindaco Daniele Frongia rispondendo a una domanda sull’eventuale richiesta di risarcimento che potrebbe arrivare dopo il No ai Giochi. “Un danno erariale c’è stato per i Mondiali di Nuoto, per la Vela, e per tutti i grandi eventi passati fatti a Roma”, ha aggiunto Frongia. A margine dell’incontro saltata tra Raggi e Malagò ha parlato anche il presidente della commissione Sport di Roma Capitale, Angelo Diario (M5S). Il ritiro della candidatura olimpica “non è un’ammissione di incapacità” di gestire il processo organizzativo ed inoltre “il dossier del Coni dice che 4 miliardi per Roma ci saranno da Regione e Stato anche se non si faranno le Olimpiadi”, ha detto.

Malagò: “Serviva più rispetto” “Il sindaco di Roma avrebbe dovuto dedicare al mondo dello sport un po’ più di attenzione e rispetto”, ha detto Malagò in una conferenza stampa convocata dopo il mancato incontro in Campidoglio. “Ci hanno convocato alle 14.30 – racconta Malagò – e abbiamo scoperto che la sindaca aveva fissato una conferenza stampa per le 15.30. Per educazione e rispetto istituzionale siamo andati anche se un’ora per affrontare questi temi è un po’ poco. Ci hanno fatto accomodare nel salottino del sindaco. C’era il suo portavoce. Intorno alle 14.50 ho chiesto notizie della sindaca, mi hanno detto che stava arrivando. Intorno alle 15 ci hanno detto che aveva un impegno istituzionale con Delrio. Alle 15.07 dopo 37 minuti, visto che 23 minuti dopo c’era la conferenza stampa, siamo andati via, pensando che se ci avesse voluto parlare ci avrebbe dovuto dedicare un po’ più di attenzione e di rispetto”.

“La mozione? Meglio non presentarla” La mozione con cui la Giunta di Roma propone al Consiglio di dire “no” alla candidatura ai Giochi del 2024 “è imbarazzante, consiglio alla sindaca Raggi di non presentarla”, ha attaccato Malagò. “La mozione parla di città che non sono mai state candidate. Bisogna sapere prima di cosa si parla, sennò si fanno brutte figure. Come si fa a non saperlo? Amburgo non è stata mai candidata, Boston neanche, è imbarazzante”. “Ho chiamato Silvia Scozzese, il commissario per il debito di Roma”, ha poi aggiunto Malagò, e le ho chiesto se vero che Roma ha debiti per 2 mld da addebitare ai giochi di Roma 1960. Lei mi ha mandato una mail, che consegno agli atti, e scoprirete che quella è una falsità assoluta. Si tratta di debiti commerciali, espropri per alcune case del villaggio olimpico per poche centinaia di migliaia di euro. Questa è demagogia, populismo”.

Di Battista: “Virginia ha resistito”. “Le pressioni che ha subito Virginia, insieme alla sua giunta e a tutti i consiglieri comunali sono state inimmaginabili. Palazzinari senza scrupoli, presidenti del Coni in attesa di rielezione e giornali di proprietà di Caltagirone hanno mosso tutte le loro truppe. Virginia ha resistito, il M5s ha resistito a un sistema che per 30 anni ha pensato esclusivamente al cemento e ad indebitarci, quindi a controllarci. Roma ha detto no alle Olimpiadi così come Amburgo e Boston”, ha scritto Alessandro Di Battista, esponente del direttorio M5s su Facebook, a pochi minuti dall’annuncio del no ufficiale della sindaca.

Mozione già pronta. La presa di posizione della prima cittadina è arrivata dopo che in mattinata si era diffusa la voce secondo cui la sindaca ha già pronta la mozione per rifiutare la candidatura e annullare la delibera precedente datata giugno 2015 e risalente all’era Marino, con la quale la Capitale venne, di fatto, candidata ai giochi olimpici. Il consiglio comunale dovrà ora votarla, esprimendo così il suo no ai Giochi e superando il presunto empasse fatto notare dal Coni. Il 25 giugno 2015, in epoca Marino, l’assemblea capitolina approvò infatti la mozione a favore della presentazione della candidatura di Roma. Il 17 febbraio 2016 il Comitato promotore ha presentato la prima parte del dossier dal titolo ‘Visione, Concetti e strategia’, ratificato dall’allora commissario Francesco Paolo Tronca. La seconda parte, relativa alle ‘garanzie’, avrebbe dovuto essere presentata il 7 ottobre, quindi con il ‘sigillo’ di Raggi. Che a questo punto, non arriverà.

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