Palombo: “Termoli. Troppe titubanze sul fascismo.”

Il fascismo devastò le sedi sindacali, bruciò in piazza i libri contrari al regime, assassinò gli oppositori politici, negò la libertà e perseguitò gli antifascisti con ogni mezzo, dall’olio di ricino al confino.

Nel ventennio si instaurò un regime dittatoriale che esaltava il pensiero unico e non tollerava alcun dissenso, le elezioni vennero ridotte a farsa e in ogni ambito sociale, culturale, sportivo, economico o della pubblica amministrazione si discriminavano e marginalizzavano tutti coloro che semplicemente non erano iscritti al Partito Nazionale Fascista.

Un regime violento che varò le leggi razziali e si macchiò di crimini orribili trascinando l’Italia in guerra al fianco di Adolf Hitler, in una delle figure più truci della storia dell’umanità.

L’artefice principale di un simile disastro fu Benito Mussolini che in quel periodo si fece immortalare da busti, simboli esteriori, monumenti e cittadinanze onorarie come quella della Città di Termoli.

Ciò che sorprende, amareggia e lascia sconcertati sul piano storico, culturale e valoriale prima che politico, è che la maggioranza dei consiglierei comunali di Termoli con 8 astenuti e 5 contrari al 14 luglio del 2015 ritengono di fatto che non andasse revocata la cittadinanza onoraria al Duce.

Il problema non è dei cavilli giuridici interpretativi circa l’atto messo ai voti perché con la morte di Benito Mussolini è formalmente decaduta anche la cittadinanza onoraria concessa a suo tempo come ha dichiarato il Sindaco che si è astenuto.

La questione è se la seconda città del Molise ritenga che dinanzi ad un regime efferato che privò l’Italia della libertà e negò la democrazia, si possa essere tolleranti, o se al contrario si debba come Istituzioni democratiche e repubblicane prendere una posizione di rottura netta e radicale, seguendo i dettami Costituzionali.

C’è da rimanere allibiti nel leggere che solo una minoranza del Consiglio Comunale ha votato contro Benito Mussolini e la mozione è passata solo per il gioco delle astensioni. Chissà cosa ne potrebbero pensare di questo voto Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, i fratelli Rosselli o più banalmente i molisani che vennero perseguitati, discriminati e puniti durante il ventennio fascista!?

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