Goalball ed integrazione, Giuseppe Vitale testimone di una giornata “Global”

Fra gli eventi di celebrazione della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno) si inserisce la manifestazione organizzata domenica 24 giugno a Bisaccia in provincia di Avellino dall’Associazione Irpinia 2000 onlus, il gruppo sportivo GSD Nuova Realtà Campana ed il Colosimo.
All’iniziativa, patrocinata dalla FISPIC – Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi, ha partecipato come atleta dei Guerrieri della Luce in prestito anche Giuseppe Vitale: “assieme ad Emanuele Messere, Alessandro De Gennaro e Gianfranco Ruggiero abbiamo voluto dare il nostro contributo per una importante giornata di divulgazione di sport ed integrazione. Noi tutti, atleti, cittadini, rappresentanti delle istituzioni non dobbiamo mai dimenticare che siamo un paese di emigranti, e proprio noi sappiamo bene che ai margini di una società può esserci ognuno di noi, da qui l’importanza di valori come la solidarietà accoppiata con la capacità organizzativa di trasformare l’accoglienza in valorizzazione delle diversità”.
Nella prima parte, dopo i saluti istituzionali, spazio dedicato alle testimonianze di alcuni rifugiati, molto toccante quella di “Bubba” che ha raccontato con parole semplici cosa significa scappare dalla propria terra martoriata dalla guerra civile e rimanere senza affetti, senza alcun sostentamento e senza speranza nel futuro.
Subito dopo si è passati alla fase dimostrativa con i testimonial delle due società che hanno spiegato le regole principali del GOALBALL e dato vita ad un mini torneo a squadre miste, con un atleta non vedente nel ruolo di centrale e due immigrati sulle ali a destra e sinistra.
Vitale infine ha voluto sottolineare i due obiettivi alla base dell’iniziativa: “Abbiamo provato ad invertire i ruoli, solitamente per l’accezione comune la persona non vedente è la persona bisognosa di attenzione, con questa giornata si è voluto dimostrare che anche chi è persona con disabilità è persona portatrice di cultura e non solo di bisogni.” E poi, “lo sport è un linguaggio universale di comunicazione, così come la musica o l’arte, attraverso il quale ognuno, vedente o non vedente, può essere attore principale di un messaggio molto più profondo: chiunque se parte da quello che ha e non da quello che non ha può raggiungere l’inclusione e l’integrazione nella società purché ci siano delle regole precise e adeguate a valorizzare la persona”.
Insomma una grande festa dello sport, con il goalball disciplina “global” in grado di promuovere la diversità contro ogni forma di discriminazione e far riflettere l’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo. Dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Storie di sofferenze, di umiliazioni ma anche di chi ha la possibilità di ricostruire il proprio futuro e portare il proprio contributo alla società che lo accoglie.

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